1999-2019. Il Museo Accorsi – Ometto compie vent’anni

Una giornata di festa, con apertura non stop, a ingresso libero e gratuito

Martedì 3 dicembre, ore 10 – 22

Oggi sicuramente fra i riferimenti più importanti e prestigiosi nell’ambito del panorama artistico ed espositivo torinese, il Museo Accorsi – Ometto compie, martedì 3 dicembre, i suoi primi vent’anni.

Ospitato in un edificio storico seicentesco di via Po, al civico 55 di Torino (dove, in alcuni locali, soggiornò anche Antonio Fontanesi che lì morì il 17 aprile del 1882), l’intero palazzo venne acquistato nel 1956 dal celebre antiquario torinese Pietro Accorsi (1891 – 1982), che adibì il piano nobile a sua abitazione e a galleria d’arte e i cui beni, alla sua scomparsa, vennero affidati ad una Fondazione con il ben preciso scopo di realizzarne un Museo. Il primo in Italia dedicato alle Arti Decorative. Ad aprirlo e ad inaugurarlo, per l’appunto vent’anni fa, nel 1999, dopo lunghi anni di ristrutturazione e secondo le precise direttive dell’Accorsi, fu lo stesso presidente della Fondazione, Giulio Ometto. Origini veronesi di Legnago e improvvisamente deceduto nel giugno scorso, Ometto ha saputo, con grande competenza e passione, dare vita ad una struttura che oggi può contare su 27 sale espositive ed oltre 3mila opere d’arte fra dipinti, ceramiche, mobili, arredi, cristalli ed arazzi di altissimo valore, portati “a casa” nel tempo grazie a importanti acquisizioni tese viepiù ad ampliare le precedenti collezioni. Vent’anni, dunque. Da festeggiare alla grande e durante i quali “la nostra bellezza – recita la locandina d’invito – non passa di moda”.
Così, tanto per iniziare, martedì 3 dicembre, il Museo resterà aperto dalle 10 alle 22 con ingresso libero e gratuito: dodici ore, durante le quali sarà possibile visitare le collezioni permanenti e la mostra dedicata al grande ritrattista livornese Vittorio Corcos (“L’avventura dello sguardo”), in programma fino al 16 febbraio 2020. “L’intera giornata – sottolinea il direttore Luca Mana – sarà un omaggio al nostro pubblico che, in questi anni, ci ha seguiti calorosamente e a tutti coloro che hanno contribuito a fare del Museo un punto di riferimento culturale della città di Torino e della Regione Piemonte”. Un ricordo particolare sarà dedicato al presidente Giulio Ometto, “per rileggere il passato dello stesso Museo e trarre dalle esperienze vissute gli elementi utili a creare nuove idee che possano farlo crescere ulteriormente in futuro”. E proprio in quest’ottica, alle 18, in sala conferenze, il professor Vittorio Natale parlerà della collezione di opere medievali, recentemente incrementata da una serie di trittici trecenteschi e rinascimentali provenienti dall’eredità dell’indimenticato presidente e di un disegno attribuito al manierista Francesco Salviati, raffigurante l’ “Allegoria dell’Arno”; seguirà alle 18.30 la presentazione del volume “Residenze della Nobiltà Italiana” a cura di Fabrizio Antonielli d’Oulx, presidente di VIVANT, l’Associazione per la valorizzazione delle tradizioni storico-nobiliari.
Momenti di particolare interesse saranno, a partire dalle 19, l’inaugurazione dell’installazione (in sottili, visionarie e leggere strutture d’acciaio) “WEHMUT – MELACHOLIA” dell’artista torinese – germanista, nonché docente di “Plastica Ornamentale” all’Accademia Albertina – Luisa Valentini e, in Museo, la presentazione della sala, allestita ex novo, dedicata alle arti del Gotico e del Rinascimento e le tavole di Natale, imbandite con preziosi servizi in porcellana e argenterie provenienti da importanti famiglie aristocratiche piemontesi, realizzate sempre in collaborazione con VIVANT.

Per info: Museo Accorsi – Ometto, via Po 55, Torino; tel. 011/ 837 688 int. 3 o www.fondazioneaccorsi-ometto.it

Gianni Milani

Nelle foto

– Museo Accorsi -Ometto: “Salotto Piffetti”
– Giulio Ometto e Pietro Accorsi
– Luisa Valentini: “Wehmut – Melacholia”, installazione in acciaio

 

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