Una Juve “sarriana”prevale sull’Atletico Madrid

Una Juventus decisamente più “sarriana” quella che si è vista in campo ieri sera a Torino, contro un avversario come sempre ostico: del resto, alla squadra di casa bastava un solo punto per il primato in classifica.
I bianconeri hanno fatto vedere tratti di bel gioco soprattutto nel primo tempo, perchè nel secondo l’Atletico ha tentato il tutto per tutto riversandosi in avanti e impegnando non poco la difesa bianconera, che però ha sfoderato un De Ligt superbo, un muro contro il quale sono andate ad infrangersi tutte le speranze di pareggio degli avversari.
Ma nel primo tempo, in effetti, tutta la Juventus ha giocato bene, partendo con il 4-3-1-2: sulle fasce De Sciglio a sinistra e Danilo a destra, centrocampo a rombo con Matuidi, Pjanic e Bentancur, Ramsey trequartista dietro a CR7 e Dybala.
Madama parte tranquilla, tanto fraseggio e ottimo possesso palla, tanto che l’Atletico non riesce a spezzare la trama della Juve e si limita a subire per lunghi tratti; nonostante la superiorità, però, la Juve fatica a trovare il tiro in porta, perchè CR7 è sempre defilato a sinistra e si limita a sponde e chiusure di triangoli, ma non va mai alla conclusione, mentre Dybala fa moltissimo movimento e cerca di inventare, però – tranne un tiro al minuto 9 – , non vede la porta sino all’azione del goal, che arriverà allo scadere del primo tempo: la sensazione è che manchi il finalizzatore, l’uomo da area di rigore, insomma là davanti mancava il Pipita.
La squadra di Simeone ci prova solo con due conclusioni di Saul, ma il centrocampista spagnolo prima non riesce a girare un colpo di testa da posizione invitante, poi impegna Szczesny con una rasoiata dai venticinque metri, bravo il portierone bianconero a non farsi sorprendere.
E veniamo al goal della Joya, un autentico capolavoro balistico: minuto 46′ pt, punizione defiliatissima alla sinistra del portiere avversario, palla che si va ad infilare nell’angolino alto a destra, dove Oblak non può arrivare (e neanche se lo aspettava, ci scommettiamo).
La ripresa inizia senza cambi, l’Atletico prova a reagire e al 49′ sugli sviluppi di azione d’angolo è il solito Saul a calciare verso la porta di Szczesny, che blocca in due tempi; Simeone allora tenta di forzare un po’ i tempi, toglie Vitolo e butta dentro Joao Felix: infatti l’Atletico diventa più propositivo rispetto al primo tempo e De Ligt è provvidenziale nel murare una conclusione proprio di Joao Felix.
La Juve ha più spazio per ripartire: al 60’st Ronaldo s’invola sul centrosinistra, salta Hermoso, ma poi dopo 40 metri di campo calcia alto. Sarri risponde con Bernardeschi per Ramsey e proprio lui sfiora il raddoppio al 66′ st con un’azione personale che finisce sul palo.
Nel finale, l’Atletico spinge a più non posso e prova a chiudere la Juve nella propria area di rigore, ma De Ligt è decisivo nel chiudere su Morata in area all’80’st, e poi all’83’st su Correa, pronto a battere a rete a pochi passi dalla porta di Szczesny: intervento che vale come un goal.
La Juve riparte, ma Khedira è in fuorigioco e sfuma l’azione del possibile raddoppio. Nel finale, è invece Morata a non agganciare l’assist di Joao Felix a due metri dalla linea di porta.
Riepilogo: buona Juve rispetto alle ultime prestazioni di campionato, si è visto il gioco di Sarri per alcuni tratti, ma la partita è stata decisa, ancora una volta, da una prodezza individuale: tutti contenti, ma c’è ancora da lavorare e ovviamente aspettiamo il miglior Cristiano Ronaldo, in difficoltà anche ieri sera.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo
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