Sì alla “magia del Natale”. Perchè essere laici non significa essere miscredenti

Di Pier Franco Quaglieni
Pur lontano ideologicamente da Elena Chiorino, assessore all’istruzione della Regione Piemonte, non sono contrario alla proposta avanzata ai presidi piemontesi  di consentire i presepi e i canti di Natale nelle scuole, per non privare soprattutto i bambini della “magia del Natale “, oscurata dal consumismo edonista ed oggi dalla povertà di troppi.
Magia del Natale che riecheggia la mia infanzia in cui sentivamo con gioia ed emozione il Natale come una grande festa anche delle famiglie riunite attorno al presepe e all’albero. Mario Soldati dedicò una  trasmissione al pranzo di Natale, evocandone anche il valore religioso,intervistando il suo amico e compagno di scuola Fra Mariano, allora una start televisiva come Soldati.
L’aver dissociato il valore religioso del Natale dalla festa come hanno imposto  i laicisti e’ stato un grosso errore perché non si può fare tabula rasa dei valori,creando il deserto dell’indifferenza.
La magia del Natale e’ parola purtroppo  oggi quasi improponibile  e dimenticata che andrebbe recuperata in una temperie culturale fatta di nichilismo scettico e barbaro.
E sono d’accordo con l’assessore anche sul fatto che il Cristianesimo sia parte fondante della nostra identità storica e culturale, un’identità che va conosciuta e rispettata anche da chi intenda vivere in Italia e integrarsi nel nostro Paese.
Fare il presepe a scuola non offende nessuno e non rappresenta un’imposizione.
Ben misera cosa è  invece l’opposizione al presepe di chi sproloquia di laicità come certi radicali torinesi che non rivelano ne’ sensibilità ne’ cultura adeguata per capire i valori religiosi senza praticarli. La loro e’ un’assenza di buone letture .
La vera laicità e’ rispetto per tutte le identità, in primis di quella religiosa.
E’ la libertà religiosa studiata ed amata dal laico Francesco Ruffini, e’ lo spirito che animò Benedetto Croce a scrivere il “Perchè non possiamo non dirci cristiani “. E’ la scelta del laico Mario Pannunzio di avere nella bara i “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Sono le pagine del cattolico laico e liberale Arturo Carlo Jemolo , storico insuperato  dei rapporti tra Stato e Chiesa e della laicità .
I laicismi alla Viano  e alla Rodota’ sono delle mistiche ateizzanti che disprezzano il dato religioso in nome di un materialismo che non ha nulla da invidiare al marxismo. E ‘ un laicismo furioso profondamente illiberale che cozza anche con Marco Pannella che parlò  sempre di laici credenti e non credenti .
Vietare il presepe significa offendere le nostre tradizioni culturali, prima ancora che quelle religiose. Essere laici non significa essere miscredenti, imponendo nella scuola uno squallido ateismo di Stato di moda nell’ URSS . Questa è una concezione che non e’ laica, ma becera,volgare, intollerante, incapace anche solo  di comprendere i valori spirituali che esistono, al di là del fatto di avere  non avere una fede religiosa.
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