Dal 25 al 27 ottobre tre giorni di dialoghi e incontri. Elia: “Mobilitare le coscienze contro i nuovi venti di guerra”
22 OTTOBRE 2019 – Dal 25 al 27 ottobre, a Torino, tre giorni di dibattiti e visite alla città nel nome della pace.
Il Movimento ecclesiale di impegno culturale vuole raccogliere una sfida difficile: far incontrare persone dalle appartenenze religiose e culturali diverse per confrontarsi sulla convivenza tra i popoli e sullo sviluppo sostenibile. Il convegno “La pace è ogni passo” dà appuntamento nella Sala Sangalli, a Valdocco (via Maria Ausiliatrice 32) a coloro che vogliono capire qual è la situazione del pianeta e conoscere chi sta già realizzando esperienze concrete di condivisione.
«Parlare di pace oggi, quando i venti di guerra sono tornati a soffiare in terra siriana con l’aggressione al popolo curdo, e il suo seguito di morte, distruzione, esodi di massa, sembra a molti un esercizio inutile e quasi ingenuo», spiega Beppe Elia, presidente nazionale del Meic. «Eppure siamo convinti che, non solo attraverso il necessario dialogo fra i responsabili degli stati, ma anche per mezzo di una grande mobilitazione di coscienze, una discussione franca e coraggiosa sulle ragioni dei conflitti, un impegno di ogni comunità, anche piccola, a seminare gesti di fraternità e a gridare il rispetto della vita e dei diritti di ogni uomo e donna, la pace potrà camminare».
Il convegno si aprirà venerdì pomeriggio, 25 ottobre, con un’analisi delle crisi mondiali presentata da Paolo Beccegato, vicedirettore della Caritas italiana, che spiega come armi, povertà e nuove schiavitù alimentano la “terza guerra mondiale a pezzi”. Alla sera, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig- Arsenale della pace, racconterà come i giovani sono protagonisti di scelte coinvolgenti di giustizia e fraternità.
La mattina di sabato 26 ottobre sarà dedicata alla presentazione di alcune esperienze di collaborazione positiva esistenti in Italia e all’estero: la nonviolenza è raccontata da Angela Dogliotti, del Centro Studi Sereno Regis, il co-sviluppo sostenibile è spiegato da Cleophas Adrien Dioma, del Summit nazionale delle diaspore, e l’esperienza dei corridoi umanitari è ricostruita da Maria Bonafede, della Chiesa valdese di Torino, mentre Edoardo Greppi, dell’Università di Torino, mostrerà come si tutelano i beni culturali in tempo di guerra.
Nel pomeriggio, sono proposte quattro visite a luoghi dove l’incontro tra mondi differenti si sperimenta ogni giorno: un percorso interculturale a Porta Palazzo e San Salvario con le guide di Migrantour, una visita al Museo Egizio accompagnata da guide nordafricane
di Mondi in città, la scoperta delle chiese legate alla Sindone e alla santità torinese con l’Associazione Guarino Guarini e la conoscenza dell’Arsenale della pace del Sermig sono gli itinerari dentro le molte “città della fraternità” che già esistono a Torino.
Domenica 27 ottobre, la mattinata sarà dedicata al confronto sul tema della fraternità: dopo l’intervento di Filippo Pizzolato, dell’Università di Padova, sul principio costituzionale di fraternità, rav Ariel Di Porto, della comunità ebraica, il pastore Daniele Garrone, della Facoltà teologica valdese, e l’imam Yahya Pallavicini, di Co.Re.Is. Italia, dialogheranno sul modo in cui tale principio è al tempo stesso elemento di frattura e ricomposizione in ciascuna delle tre confessioni.
La collaborazione con altre associazioni ha reso possibile al Meic la realizzazione del convegno.
Partecipano, infatti, Associazione Amici del Meic, Associazione Guarino Guarini, Azione cattolica di Torino, Centro Studi Sereno Regis, Centro culturale protestante, Migrantour-Viaggi solidali, Mondi in città onlus. Hanno aderito Noi siamo Voi, Comitato Interfedi, Missioni Don Bosco, Ufficio pastorale sociale e del Lavoro, con il patrocinio di Città di Torino e Città Metropolitana di Torino e con il contributo della Fondazione CRT.
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