Riceviamo e pubblichiamo
“Si sbarazza di un lavoratore malato? La Regione si esponga”
Giovanni Guglieri ha 53 anni, di cui 27 passati alla Icap Sira di San Mauro, dove guidava il muletto ed era responsabile della sicurezza. Gli è stato diagnosticato il diabete, che cura regolarmente. Ma a giugno una visita medica aziendale ha stravolto la sua vita: un malore e alcuni valori del sangue più alti del normale hanno indotto i medici a decretare un peggioramento delle sue condizioni di salute, benché non si trattasse di altro che di tachicardia e glicemia alta. Eppure è stato dichiarato non più idoneo a svolgere la sua mansione.
Ciò ha significato una cosa sola: per lui non c’era più posto nell’azienda. Così, da due mesi è sospeso, senza nessun tentativo di ricollocamento in altre mansioni, a cui lui si era reso disponibile.
A nulla sono valse le spiegazioni del lavoratore, che la mattina del mancamento aveva dimenticato le medicine per il cuore; a nulla è valsa la successiva controperizia del medico legale, che non ha riscontrato alcun peggioramento.
Lunedì scorso, Guglieri ha incrociato le braccia davanti all’azienda, insieme a tanti colleghi e alle rappresentanze sindacali. Se il responso del servizio Spresal dell’Asl, da lui richiesto, gli darà ragione, l’azienda sarà costretta a riammetterlo in servizio.
“Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a casi come questo: un lavoratore a cui è diagnosticata una malattia viene semplicemente ‘fatto fuori’ dall’azienda” – dichiara il Capogruppo di LUV Marco Grimaldi. – “È questa la responsabilità sociale d’impresa nei confronti di un ultracinquantenne lontano dalla pensione, che a quel lavoro ha dedicato tutta la vita? Martedì prossimo porteremo questa vicenda all’attenzione del Consiglio Regionale e chiederemo alla Regione di esporsi”.
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