Una commercialista torinese arrestata per sostegno al terrorismo

Dieci persone, otto di origine tunisina e due italiani, di cui una commercialista di Torino, sono finiti in  carcere in quanto indagati per reati tributari ed antiriciclaggio con finalità di terrorismo in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo di L’Aquila, al termine di indagini compiute dai carabinieri del Ros e dai finanzieri del Gico del capolugo abruzzese che già nel marzo scorso avevano eseguito un decreto di perquisizione in oltre 20 luoghi in Abruzzo, Piemonte, Lombardia e Marche. L’esame del materiale acquisito ha permesso di far rinvenire una abbondante documentazione contabile e materiale ideologico riconducibile ad attività connesse con il finanziamento del terrorismo. Di qui l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip de L’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella.

Le ipotesi di reato contestate riguardano una serie di illeciti di natura tributaria finalizzati a raccogliere ingenti quantità di denaro, in parte potenzialmente destinate al finanziamento del terrorismo.

In particolare, attraverso alcune società nel settore della rifinitura edilizia e del commercio dei tappeti, intestate a prestanome, ma di fatto gestite da un unico soggetto, sono stati creati diversi artifizi contabili per distrarre ingenti somme di denaro dalle società stesse.

Gli indagati destinavano le disponibilità finanziarie illecite per diversi fini quali acquisto di immobili in Italia, creazione di fondi neri, reinvestimento in attività di impresa. L’ipotesi del finanziamento al terrorismo è emersa quando sono state individuate notevoli quantità di denaro, frutto di attività di raccolta all’interno delle moschee, presumibilmente destinate al finanziamento dell’organizzazione radicale islamica ‘Al Nusra’ gruppo armato jihadissta salafita, attivo dal 2012, nel contesto delle guerra civile siriana, in Siria ed in Libano.

Il denaro, dopo passaggi intermedi in Inghilterra, in Germania ed in Belgio, giungeva a destinazione in Turchia ed in Siria.

Inoltre durante le indagini sono stati documenti continui trasferimenti di denaro da parte degli indagati ad iman residenti in Italia, uno dei quali già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale.

La realizzazione di questo sistema è stata resa possibile con il contributo, che gli inquirenti definiscono ‘rilevante’ della commercialista torinese che ha predisposto la contabilità per ‘mascherare ‘ gli illeciti tributari.

In corso di esecuzione è anche il provvedimento di sequestro patrimoniale nei confronti degli indagati per il valore di oltre un milione di euro, tra cui anche due appartamenti sulla costa abruzzese, acquistati riciclando il denaro oggetti dei reati al centro dell’indagine.

Le attività di investigazione sono state effettuate dai comandi provinciali carabinieri e guardia di finanza di Teramo, Ascoli, Torino, Lodi e quella di coordinamento assicurata dai Ros dell’Arma e dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata delle fiamme gialle.

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