Premio Cesare Pavese verso il rilancio

Una nuova giuria e nuove sezioni per premiare anche editori e traduttori

Il via sabato 26 e domenica 27 ottobre

Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Bell’idea. Pur se un tantino tardiva. E sì, perché Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908 – Torino, 1950) non fu solo quel grande scrittore e poeta e critico letterario e intellettuale italiano fra i maggiori e più singolari del nostro Novecento che tutti ben conosciamo, ma fu anche attento direttore editoriale (per l’ “Einaudi”, dove lavorò dal ’34 al ’50), nonché creatore di storiche collane di saggi (la celebre “Viola”, in primis) e di narrativa (dai “Coralli” ai “Supercoralli” , ai “Millenni”, sempre per l’Editrice torinese di via Biancamano) e acuto traduttore, soprattutto di classici della letteratura anglo-americana dal “Moby Dick” di Melville a opere di Dos Passos, Faulkner, Defoe, Joyce e Dickens, per citarne alcuni. Ecco allora spiegata la saggia decisione presa dalla Fondazione Cesare Pavese, che da quest’anno (in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Santo Stefano Belbo e il contributo delle Fondazioni CRC e CRT) ha assunto la promozione del Premio Cesare Pavese, di avviare un adeguato rilancio dell’iniziativa giunta ormai alla sua 36^ edizione e per 35 anni organizzata dal Cepam (Centro Pavesiano Museo Casa Natale), istituendo una giuria totalmente rinnovata e due nuove sezioni per premiare anche il lavoro di editori e traduttori, che si affianchino alle consuete sezioni dedicate alle opere di saggistica e narrativa.

Il primo appuntamento della manifestazione così rinnovata si terrà sabato 26 e domenica 27 ottobre, quando a Santo Stefano Belbo, città natale di Pavese, nel cuore delle Langhe, verranno assegnati tre premi: a un protagonista dell’editoria, a un grande traduttore e all’autore di uno fra i migliori saggi usciti nell’anno (in questa fase di transizione il premio per la narrativa verrà assegnato dall’edizione 2020). A decidere i nomi sarà la nuova giuria, composta da Claudio Marazzini, presidente dell’“Accademia della Crusca”; Gian Arturo Ferrari, figura di rilievo dell’editoria italiana; Giulia Boringhieri, traduttrice, storica dell’editoria, figlia di Paolo Boringhieri che fu amico e collega di Pavese all’Einaudi; Alberto Sinigaglia, giornalista, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese, e Pierluigi Vaccaneo direttore della Fondazione Cesare Pavese e organizzatore del “Pavese Festival”.

Sabato 26 ottobre, dopo una visita dei tre premiati alla casa natale di Pavese, nel pomeriggio avrà anche luogo un convegno su “Letteratura e scienza: la nuova frontiera delle due culture”, al quale parteciperanno, assieme ai componenti della giuria, qualificati giornalisti di settore e i Rettori del Politecnico, dell‘Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale.

Sempre sabato 26 ottobre, un altro convegno commemorerà Luigi Gatti, storico animatore del Cepam e per molti anni presidente dello stesso Premio Pavese.

Domenica 27 ottobre, alle ore 11, avverrà la cerimonia di premiazione che, come i convegni, si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione Pavese, in cui è stata trasformata la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, antica pieve medievale, sconsacrata nel 1920 e in cui fu battezzato lo scrittore.

Il programma dettagliato del Premio Cesare Pavese 2019 sarà disponibile nelle prossime settimane.

 

Info al pubblico:

0141.840894 www.fondazionecesarepavese.it – info@fondazionecesarepavese.it

g.m.

 

Nelle foto
– Claudio Marazzini
– Gian Arturo Ferrari
– Giulia Boringhieri
– Alberto Sinigaglia
– Pierluigi Vaccaneo
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