Quando il Turco dominava il Mediterraneo

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FOCUS INTERNAZIONALE

di Filippo Re

Acque agitate nel Mediterraneo e tensione alle stelle tra la Turchia e l’Unione Europea per le trivellazioni che le navi turche compiono nei fondali di Cipro alla ricerca di nuovi giacimenti di gas violando le leggi internazionali. La potenza turca mostra i muscoli nel Mediterraneo orientale inviando navi da guerra al largo di Cipro per bloccare le navi dell’Eni e di altri Stati ma così facendo Erdogan allontana sempre di più la Turchia dall’Europa. Ma è l’intera politica estera del sultano di Ankara a preoccupare la comunità internazionale. Occupa territori in Siria e in Iraq, minaccia i greci rivendicando decine di isole dell’Egeo, alza il tiro con Cipro, Grecia, Libano e Israele per sondare le ricchezze sottomarine, fa la voce grossa anche nel Mediterraneo centrale, lungo il litorale nordafricano, mandando droni armati anti Haftar, mezzi militari e consiglieri in Libia in appoggio al governo di Tripoli. Vuole imporsi da Cipro al nord Africa, riscoprirsi grande potenza mediterranea, un po’ come quando il Turco dominava il Mediterraneo nel favoloso Cinquecento. Guarda a sud l’uomo forte di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, la cui ambizione è quella di contare di più non solo in Medio Oriente ma nello stesso Mar Mediterraneo dove un tempo i corsari barbareschi venuti da Tripoli, Tunisi e Algeri, del calibro di Khair ed-Din, detto Barbarossa, grande ammiraglio e creatore della potenza navale ottomana, il flagello Dragut e il rinnegato calabrese Uccialì dettavano legge seminando terrore e morte sulle coste italiane.

Sono gli eroi di Erdogan che insieme ai sultani hanno fatto grande l’Impero della Mezzaluna. Nel corso del Cinquecento la squadra navale ottomana era affiancata dalle flotte degli Stati corsari mentre il Maghreb era diventato il teatro della contesa tra il fronte cristiano e quello musulmano. Torri di avvistamento, leggende, canzoni popolari e opere liriche come “L’italiana in Algeri” di Rossini ci ricordano che la guerra corsara, dal XVI secolo in poi, ha segnato in profondità i rapporti tra cristiani e musulmani lungo tutto il Mediterraneo. Ben sappiamo che il super presidente turco vorrebbe riportare in vita l’Impero turco e ridisegnarlo sulla carta geografica ma non potendo farlo si accontenta di strappare qualche pezzo di terra qua e là, un tempo appartenuti a Costantinopoli. Erdogan vuole essere presente proprio lì, nel Mare Nostrum, dove cerca un ruolo da protagonista con una massiccia presenza militare imitando i sultani che alcuni secoli fa muovevano sui mari la flotta più potente del mondo. Di fronte alla strategica isola di Cipro, la cui parte settentrionale fu occupata dai militari turchi che già nel 1974 pensavano di allargarsi a sud dei confini nazionali, Erdogan compie azioni di disturbo e provocazione creando allarme tra l’Europa sud-orientale e il Levante. Guarda alla storia Erdogan e non dimentica che sotto Solimano il Magnifico il dominio ottomano si estese anche al Mediterraneo orientale e poi, attraverso le incursioni dei corsari barbareschi e la conquista di Algeri e Tunisi, al Mediterraneo occidentale. Nel XVI l’Impero raggiunse il suo apogeo e con la conquista di Rodi nel 1522, strappata ai Cavalieri cristiani, il Mediterraneo diventò un “lago ottomano” in cui i corsari assalivano barche e compivano razzie con gravi danni per i cristiani.

Solimano era il Gran Signore, il sultano e il padishah del Mediterraneo, del Mar Nero, dell’Anatolia, di Persia e di Damasco, dell’Egitto e di Gerusalemme e la supremazia navale appartenne a lungo ai turchi contrastata solo in parte dalla flotta di Carlo V. Oggi Erdogan attua il suo piano di leadeship nel Mediterraneo destabilizzando molte aree e in particolare le acque del mediterraneo orientale attorno all’isola cipriota. Nel 2004 la parte greco-cipriota entrò a far parte dell’Ue mentre Cipro nord è riconosciuta solo dalla Turchia e non dall’Onu. I fondali marini, secondo i trattati internazionali, appartengono alla Grecia e a Nicosia greca ma Ankara rivendica i diritti di sfruttamento scavalcando le leggi comunitarie e manda le cannoniere a difendere le trivellazioni sottomarine. Le ambizioni del sultano della Mezzaluna non si fermano qui e si spingono oltre fino a chiedere di ridisegnare le mappe delle acque territoriali intorno a Cipro nonchè la revisione del Trattato di Losanna del 1923, che scade nel 2023, l’anno del centenario della Repubblica turca, per rivendicare alcune isole greche nell’Egeo davanti alla costa turca. La sfida in corso nel Mediterraneo deteriora ulteriormente le relazioni tra la Turchia e l’Europa. Il Consiglio affari esteri dell’Ue ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con i turchi in segno di protesta contro le azioni provocatorie di Erdogan vicino alle coste di Cipro alla ricerca di nuovi giacimenti di gas dopo aver scoperto i primi depositi nel 2011. Una mossa ritenuta dall’Unione Europea come una violazione del diritto internazionale e della sovranità di Cipro.
Filippo Re

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