Oltre sessantamila presenze e 2 milioni di ricaduta economica segnano il successo della 36ma edizione del TFF

Presentato a palazzo Birago lo studio voluto dalla Camera di Commercio di Torino

 

“Questo nuovo studio conferma il nostro impegno nel fornire dati oggettivi e misurabili sugli impatti degli eventi culturali, artistici e sportivi che si svolgono nella nostra città – commenta Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di Commercio, presentando nelle sale di palazzo Birago i risultati relativi all’indagine promossa dalla Camera stessa e realizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo sui ritorni della edizione 2018 – la 36ma – del Torino Film Festival. “Il Torino Film Festival, con ritorni complessivi quantificabili in oltre 2 milioni di euro, si conferma un evento di grande richiamo per un pubblico di appassionati e professionisti, capace sia di mettere in moto l’economia cittadina nell’ambito dell’ospitalità (hotel, ristoranti, etc.), sia di far convergere sul territorio importi significativi nel campo delle sponsorizzazioni private”. Un appuntamento divenuto sempre più importante, se si pensa che per l’edizione in questione le presenze sono state complessivamente 62.500, 2161 gli accrediti professionali e stampa, 26.641 i biglietti venduti e 871 i pass giornalieri mentre 644 sono stati gli abbonamenti.

Prendendo a campione un gruppo di circa 800 persone, non residenti a Torino (distinguendo altresì tra chi era presente in città appositamente per il festival e chi casualmente, persone che quindi avrebbero generato ricadute anche in assenza sello stesso) e interrogandole sulla cifra spesa per il soggiorno durante il festival, si raggiunge quota 777.229 euro, mentre il Museo Nazionale del Cinema ha speso per l’organizzazione 1.371.042 euro, cui vanno aggiunte le numerose sponsorizzazioni tecniche ottenute, che hanno garantito servizi gratuiti in tutte le principali aree, comunicazione, promozione, ospitalità e logistica: il loro valore è quantificabile attorno ai 400mila euro. Si tenga presente che per quanto riguarda l’apporto del pubblico, si deve ancora distinguere le diverse tipologie di visitatori, coloro che sono presenti senza pernottamento, coloro che hanno soggiornato presso strutture ricettive (Airbnb 24,1% e in albergo 21,9%) e infine quanti sono stati ospiti di amici e conoscenti (38%).

Cifre queste ci parlano di ricaduta economica ma che ci permettono di dare un volto assai preciso ai visitatori e ai cinéphiles. Con un’età che va dai 18 ai 64 anni, donne e uomini si equivalgono (49,3% e 50,7%), il 65% degli intervistati ha una formazione universitaria e una laurea, la fascia di maggior fruizione è quella giovanile tra i 25 e i 34 anni. Il 57,2% si dichiara “appassionato”, “è uno dei miei interessi, non il principale” afferma il 21,7% e “lavoro nel settore” il 19,3%, soltanto l’1,8% informa che “ogni tanto mi piace guardare un film”. Di costoro l’81% ha partecipato almeno ad una precedente edizione e il 76% va al cinema più di 12 volte l’anno (in Italia secondo i dati ISTAT 2017 solo il 4,9%). Importanti anche i dati strettamente legati al Museo del Cinema: il 53% degli intervistati dichiara “l’ho visitato” o “ho intenzione di farlo durante lo svolgimento del festival”, mentre il 41% esprime l’idea di “visitarlo nuovamente”.

Se l’appuntamento annuale del TFF lo si apprende principalmente attraverso il passaparola (27,4%), il sito web (19,9%) e i manifesti e i volantini (19,1%: di cui fa parte con un 30,2% un encomiabile “lo conosco da sempre”), il giudizio complessivo del Festival è un considerevole bell’8, suddividendo il programma in “ricco” (59,2%), “adeguato ma si potrebbe ancora ampliare l’offerta” (33%), con grande felicità della direttrice Emanuela Martini, che non dimentica nemmeno però quel 6,2% secondo cui il programma “è troppo denso, si dovrebbe snellire”. “Il pubblico apprezza la qualità delle proposte e soprattutto si è stabilito un rapporto di fiducia, non è scontato vedere una sala piena in un tardo pomeriggio per un film del sud-est asiatico di un autore di cui non si sa assolutamente nulla o quasi. Inoltre ampliare significa un numero maggiore di sale a disposizione, una maggior spesa, un più folto gruppo di volontari e addetti, un’idea che a molti piace e che forse si potrebbe considerare”.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, il manifesto della 36ma edizione del Torino Film Festival dedicato a Rita Hayworth, e una scena di “Wildlife” di Paul Dano, vincitore come miglior film.

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