Dirottava i pagamenti sul proprio conto corrente: arrestato

Si è inserito in alcune trattative commerciali consolidate da anni e, sostituendosi alla ditta creditrice attraverso un vero e proprio stratagemma informatico, ha dirottato i pagamenti dovuti sui propri conti correnti.

Per questo motivo la Guardia di Finanza di Torino, su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo Piemontese, ha arrestato nei giorni scorsi E.O.W., trentenne di origini nigeriane, per aver riciclato ingenti somme di denaro ottenute attraverso una serie di frodi informatiche ai danni di alcune imprese.

Le indagini, condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno ricostruito la frenetica attività finanziaria di E.O.W., il quale, solo nell’ultimo anno e mezzo, ha utilizzato i propri conti correnti bancari per ricevere i proventi di truffe di cui sono state vittime diverse società estere.

Il denaro, destinato a regolare dei normali rapporti commerciali, veniva dirottato sui conti dell’indagato utilizzando una serie di artifizi informatici e non giungendo mai nella disponibilità delle imprese che attendevano il pagamento per la fornitura di beni e servizi.

Subito dopo aver ricevuto il denaro, l’indagato riusciva a far perdere la traccia del denaro, disponendo bonifici verso altri soggetti o prelevando il contante, prima che le vittime del raggiro potessero accorgersi della truffa.

A far scattare l’allarme la denuncia presentata da una società con sede in Lettonia, a seguito della quale gli inquirenti hanno immediatamente sequestrato all’indagato 36.000 euro nonché accertato operazioni di riciclaggio di denaro per circa 160.000 euro.

La truffa è quella nota come “man in the middle”, un tipo di frode che colpisce le imprese, attentando alla sicurezza dei rapporti commerciali e al patrimonio di aziende e privati. In questo genere di frode l’autore del reato si intromette in comunicazioni commerciali reali intercettando messaggi tra le controparti (invio di ordinativi o di fatture); vengono quindi generati dei messaggi rivolti al soggetto che dovrà effettuare il pagamento e, simulando di essere la controparte, vengono comunicati gli estremi di un rapporto finanziario che, in realtà, è nella disponibilità del reo.

Tali condotte illecite minano la sicurezza dei rapporti commerciali nazionali e dell’UE, avendo le vittime sede in diverse parti del mondo.

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