“Umanitari sempre, anche con le vittime dei malfattori”

Caro mons. Bettazzi,
Ci conoscemmo molti anni fa ed ho sempre apprezzato la sincerità delle Sue posizioni, pur quasi mai condividendole. Lei è sempre stato di sinistra, dichiaratamente di sinistra e io  non mi sento schierato dalla sua parte, pur non essendo di destra fin dai tempi del suo dialogo con Enrico Berlinguer

 

foto Pax Christi

Posso capire ed anche ammirare il suo impegno per la pace nel mondo che è un grande valore cristiano, ma difficilmente ho potuto  apprezzare il fatto che Lei si pose a capo di un corteo di operai perché ritengo che la Chiesa debba essere la casa di tutti i credenti, senza scelte pregiudiziali di classe . La sua intervista al quotidiano “La Stampa” in cui non manifesta la benché minima attenzione umana verso  il tabaccaio derubato per l’ennesima volta, mi rende perplesso. Lo stesso tabaccaio e’ pentito di aver sparato ai malviventi che stavano attentando ai suoi beni e alla sua famiglia. E’ giusto e doveroso essere umanitari, come Lei dice, ma in primis si deve essere umanitari verso le vittime dei malfattori. Non si può rimanere equidistanti o addirittura, sotto sotto, parteggiare per i malfattori, senza ovviamente dirlo in modo esplicito. Questi sono tempi di ferro e di fuoco proprio perché il cittadino che lavora onestamente e’ lasciato in balia di se’ stesso e non è tutelato in modo adeguato. Dire questo non significa affermare il diritto di farsi giustizia da se ‘ che si pone ovviamente  oltre i valori della civiltà umana e giuridica in cui le persone civili credono. Ma bisogna prendere atto che l’hobbesiano “Homo homini lupus “ sta ritornando proprio perché i diritti alla tutela degli onesti non sono riconosciuti in modo adeguato. La tendenza a stare dalla parte di Barabba non è  forse contraria a  quella di stare dalla parte di Gesù’  Cristo?  Oggi ci sono troppi Ponzio Pilato che non sanno decidere o che finiscono di fatto di parteggiare per chi delinque.

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Anche sul tema degli immigrati Lei dice cose non condivisibili perché il dovere all’accoglienza a prescindere, non esiste. L’accoglienza ha dei limiti invalicabili nella incompatibilità con i diritti di chi vive in un certo paese. Diversamente si fomenta il razzismo e non si fa una vera accoglienza ,non foss’altro perché mancano le risorse. Non Le dice nulla il fatto che a Riace dove c’ era il Sindaco Lucano, i cittadini abbiano votato per la Lega? Non Le suggerisce nulla il fatto  che in  Danimarca la Sinistra vinca le elezioni ,schierandosi contro un’immigrazione incontrollata?  Sono segnali che devono far pensare. Quel clima che Lei denuncia, e’ stato generato dal l’eccesso di buonismo che non ha nulla a che vedere con il Cristianesimo. E non mi tiri in ballo anche  Adriano Olivetti che fece di Ivrea una città a misura d’uomo, dando lavoro a tanti canavesani. Olivetti, forse, oggi inorridirebbe vedendo la sua Ivrea e il suo Canavese ridotti ad un territorio in cui ribaldi moldavi attentano agli averi e alla vita dei cittadini onesti. Olivetti era anche un laico che forse non avrebbe accettato l’intrusione del vescovo d Ivrea nelle cose della città di cui fu Sindaco. Olivetti era intriso di valori umanitari cristiani, ma non fu mai demagogico. La sua idea di “ Comunità “ era semmai  l’esatto opposto della demagogia . E’ inutile che Le dica che non sto pregiudizialmente dalla parte del tabaccaio di Pavone la cui posizione deve essere valutata dalla Magistratura e da nessun altro. Spero però che mi sia lecito dire che sto invece pregiudizialmente contro i malfattori che, accolti in Italia, vivono di furti, di violenza e di spaccio di droga. Mi creda con sincera cordialità il Suo


                                                                                         Pier Franco Quaglieni

scrivere a quaglieni@gmail.com

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