A Leo il premio “Mario Soldati” per la Cultura

Si può dire che Giampiero Leo abbia iniziato a fare politica ben prima della Laurea in Giurisprudenza conseguita a pieni voti:  fin dalle elementari, da quando, come primo della classe, rifiutò l’invito della maestra a fare il capoclasse perchè non era stato eletto democraticamente, e non accettò l’incarico finchè non venne votato all’unanimità dai suoi compagni

Pier Franco Quaglieni e Giampiero Leo a Palazzo Cisterna durante la premiazione

Aperto e stimato esponente del mondo cattolico italiano, Giampiero Leo ha attraversato la rivoluzione studentesca, gli anni di piombo, la politica della prima e della seconda Repubblica rispondendo con il dialogo anche a chi, con violenza, voleva impedirgli di esprimersi, e mantenendo sempre intatto il suo autentico idealismo, che trova radici ben salde non solo nel movimento “Comunione e Liberazione”, ma anche nella sua appassionata dedizione al mondo dei giovani, della cultura, dei diritti umani che ha espresso in ogni ruolo politico, dalla carica di primo Assessore alla Gioventù d’Italia all’ultradecennale esperienza di Assessore Regionale alla Cultura-straordinaria, tale da farlo apparire come ideale Assessore alla Cultura anche in futuro- , fino alla vice Presidenza del Comitato dei diritti umani della Regione Piemonte.  Se non ci fosse, Giampiero Leo lo si dovrebbe inventare: la sua continua ricerca di un confronto positivo attraverso il dialogo, l’autentico entusiasmo  che contagia interlocutori di ogni credo e ideologia gli hanno fatto conseguire un consenso trasversale, come raro esempio di un primo della classe benvoluto da tutti, a dimostrazione, caso anche più raro, di come l’intelligenza del cuore possa convivere con la vocazione politica.

 

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