Cristiani e musulmani: possono convivere?

Il tema della possibilità di convivenza tra cristiani e musulmani è stato al centro del confronto tenutosi lunedì 20 maggio scorso in Duomo tra Ermis Segatti, docente della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e Younis Tawfik, giornalista e scrittore nato da una famiglia irachena di Mosul, di osservanza musulmana sunnita, trasferitosi in Italia per studiare all’Università di Torino. L’incontro faceva parte del ciclo Carpe Deum, promosso dal Duomo di Torino, nella persona del suo Parroco don Carlo. Il confronto tra questi due eminenti rappresentanti del mondo cristiano e di quello musulmano è stato anche lo spunto per una riflessione sulla portata innovativa contenuta nel “Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, che è stato firmato tra papa Francesco e l’Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi. “Questo documento, che rappresenta il corollario fondamentale della visita papale nella penisola arabica – afferma Ermis Segatti – ha sicuramente una portata rivoluzionaria e non soltanto getta le basi della fratellanza umana, sotto forma di necessità di dialogo tra religioni, ma è anche capace ad attraversare i credenti di una stessa fede religiosa. Il Documento sulla Fratellanza Umana dimostra come questo Papa abbia un approccio nei confronti della fede di tipo apocalittico, diverso dai suoi predecessori. Le Encicliche papali precedenti, infatti, erano incentrate sull’urgenza del sociale. Papa Francesco nella sua Enciclica “Laudato si” si è, invece, piuttosto preoccupato di denunciare la decomposizione della vita del pianeta”. “Nel documento – precisa Younis Tawfilk – emerge un’atmosfera apocalittica di grande scontro tra fedi diverse. Stiamo in realtà andando verso una deriva molto grave nella nostra società contemporanea, nonostante il fatto che le religioni monoteiste nascano da una unica fonte e, per questa stessa ragione, rappresentino aspetti diversi di una medesima realtà. È fondamentale, quindi, promuovere la conoscenza tra le fedi, che deve avvenire attraverso il dialogo e la conoscenza dell’altro”. “Il documento firmato da papa Francesco e dall’Imam Ahimad Al-Tayyeb – precisa Ermis Segatti- fornisce un contributo notevole in direzione della libertà delle fedi e tra le diverse fedi, per la tolleranza   e la solidarietà tra i credenti, aspetti assolutamente fondamentali in una società in cui i valori paiono “anestetizzati”. È indispensabile riprendere il rapporto quotidiano tra le fedi e la loro reciproca comunicazione, alla luce anche del nuovo volto che ha assunto il fenomeno migratorio”. “L’Islam – precisa Younis Tawfik – è una religione che può essere definita piuttosto “elastica”, soggetta ad interpretazioni, prima da parte del profeta, poi dei suoi discepoli, quindi dei capi delle diverse scuole giuridiche che nacquero nei secoli successivi. Soltanto a partire dagli anni Ottanta si è manifestata sotto forma di attacchi terroristici, in Egitto, in Siria, poi nel mondo occidentale, la cosiddetta “Jihad islamica”. Non si devono, però, identificare il mondo musulmano o la fede musulmana con queste cellule islamiche terroristiche. In Piemonte abitano più di 40 mila musulmani che vivono in modo pacifico sul nostro territorio”. “Questo documento firmato ad Abu Dhabi – conclude Ermis Segatti – deve diventare il simbolo di una riconciliazione tra credenti e non credenti, uno stimolo per un confronto e non uno scontro di civiltà, tra il Nord ed io Sud del mondo, tra tutti coloro che credono in Dio. Questo documento sottintende una risposta ad un “J’accuse” nei confronti della religione, secondo cui le fedi monoteiste genererebbero violenza. Il Papa e l’Imam, firmando congiuntamente questo documento, hanno dimostrato al mondo che la religione è strumento di fratellanza tra i popoli e che non si può pensare una società del futuro ( come a lungo si è creduto in Occidente) senza Dio”.
 

Mara Martellotta

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