I concerti in programma nel calendario del TJF 2019 sono stati seguiti da oltre 25mila persone il 12% di pubblico in più rispetto allo scorso anno
Questa edizione, la più lunga in assoluto della storia del festival, si conclude sabato 4 maggio, con un tutto esaurito per i concerti della giornata, confermando la manifestazione uno degli eventi di punta della città di Torino.Il TJF tornerà nel 2020 dal 26 aprile al 3 maggio.
Alle 17.30, sul palco del Conservatorio, suona una leggenda della musica al suo primo concerto in Italia: John Paul Jones, il bassista dei Led Zeppelin con il suo nuovo gruppo Tres Coyotes; alle Ogr, dalle ore 20.30, si esibiranno Michel Portal & Flavio Boltro BBB Trio, Enrico Rava New Quartet ‘Rava 80’ e Nik Bärtsch piano solo.La rassegna ‘diffusa’ nella città e per la città, diretta da Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, ha visto la presenza di grandi artisti internazionali e produzioni originali realizzate con alcuni dei migliori jazzisti del territorio. In 9 giorni di festival sono stati coinvolti circa 320 musicisti per 82 concerti di cui 70 a ingresso gratuito, per quelli a pagamento si è realizzato quasi sempre il tutto esaurito (19 concert – 53 jazz clHUB – 6 special – 4 open air) 40 jazz blitz, 3 marching band, 2 giorni di meeting, 1 workshop e 1 mostra.
“Nel Jazz ogni piccolo o grande evento si trasforma necessariamente in un avvenimento culturale e sociale insieme – sottolinea Diego Borotti -; si forma una compagnia teatrale temporanea nella quale le dinamiche relazionali e le discussioni su temi alti e bassi si mescolano indistinte. Trovare una chitarra a chi ha perso l’aereo, un saxofono a chi lo deve riparare o ragionare di fino con un artista sulla ‘scaletta’ di scena, fanno parte dello stesso vortice. Tutto questo ‘maelstrom’ è generato dalla tensione verso la performance: pochi minuti di grande intensità preceduti e seguiti da mail, telefonate e viaggi infiniti. Un condensato dell’attività di molte persone che hanno lavorato per rendere musica e spettacolo intensi e interessanti, se non indimenticabili. Quando produttori, musicisti, pubblico, giornalisti, maestranze di ogni specialità si stringono intorno a un evento con le proprie competenze e la propria passione il successo è garantito. Credo che il TJF 2019 sia stato soprattutto questo e quindi il mio senso di gratitudine verso tutti è enorme”.
“Torino Jazz Festival 2019 si chiude con una straordinaria partecipazione di pubblico – dichiara Giorgio Li Calzi -. Un pubblico che ha riempito per 9 giorni sale da 100, 300, 700 e 1200 posti per ascoltare con curiosità concerti assolutamente inediti: dalle produzioni originali tra star internazionali e eccellenze italiane ai nomi di grande statura artistica, spesso di confine tra i vari generi musicali. Come la mescolanza tra i generi musicali è un elemento fondamentale per il jazz, così per noi è importante la diversità di pubblico che assiste a doppi concerti di genere opposto alle Ogr. È interessante creare dibattiti e connessioni con gli spettatori della musica classica e rock che seguono i concerti di jazz. Questa secondo anno di direzione artistica è stato un anno di conferme: l’affetto e la fiducia trasmessi dai musicisti, dagli operatori, dal pubblico e dai giornalisti ci serviranno a fare di più. Per la prossima edizione abbiamo in mente di realizzare un festival con nuovi e inaspettati elementi di grande stimolo per chi segue la musica.”
Dimora fissa dei principali spettacoli del Festival sono stati il palco delle OGR, il Piccolo Regio ‘Giacomo Puccini’, il Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’, l’Aula Magna ‘Giovanni Agnelli’ del Politecnico, l’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo e la Sala Conference di CNH Industrial Village.In questa edizione tantissimi sono stati i partecipanti agli appuntamenti ‘Open Air’: per avvicinare il più possibile nuovi pubblici alla musica, il TJF si è arricchito di questa nuova sezione. Le marching band hanno portato il jazz nelle strade, nei mercati, in giro per i quartieri e, in occasione della Giornata Unesco della Danza, domenica 28 aprile, un affollato spettacolo in piazza San Carlo.Da sottolineare, come già lo scorso anno, l’impatto sociale della rassegna con il successo dei concerti ospitati nei luoghi di assistenza e nelle strutture di accoglienza.Tra i protagonisti che hanno segnato questa edizione del TJF si segnalano: Joshua Redman, Fred Frith, Enrico Pieranunzi, Jon Balke, Randy Brecker, Bugge Wesseltoft, Kyle Eastwood, Stefano Di Battista, Eivind Aarset, John Paul Jones e i Tres Coyotes, Arto Tuncboyaciyan, Ernst Reijseger, Jim Black, Sidsel Endresen, Icp Trio Feat Han Bennink & Clgensemble, Deborah Carter, Don Menza, Don Moye, Peter Evans e Levy Lorenzo, Enrico Rava, Michel Portal e Flavio Boltro .Tanti anche gli appassionati e i curiosi che hanno riempito i club torinesi coinvolti nel Festival, assistito a mostre, incontri ed eventi a tema.Grande soddisfazione esprime la Fondazione per la Cultura per un Festival che si conferma non soltanto gradito al pubblico ma anche ai partner che credono in questa manifestazione rendendola completamente sostenibile.
Tjf chiude con 25 mila presenze
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