Così ci siamo sbagliati e Alberto Cirio sarà il candidato del centrodestra. Tutto il centrodestra. Matteo Salvini ci ha messo del suo e non vuole rischiare di perdere in Piemonte. E Nonno Berlusca ha assestato un colpo
Nonno detto, sia ben chiaro, con tutto l’ affetto possibile verso chi é nato nel 1935. Affetto e rispetto. Forse avevamo confuso le nostre aspettative con ciò che avremmo voluto e desiderato. Come si dice, ognuno a casa propria fa quello che vuole. Certamente se anche il Piemonte si ritinge di azzurro e verde la vedo dura per il PD nazionale. Forse (condizionale d’ obbligo) gli rimarrà il Centro Italia. Non c’ è mai limite al peggio come al meglio. Bisogna vedere da quale punto di vista si osserva. Tutto è in movimento. La sondaggista Ghisleri preannuncia grossi movimenti negli elettori per le Europee. In una intervista sostiene che il blocco governativo giallo verde franerà nei consensi. Sui pentastellati non abbiamo dubbi. Sul leghisti qualche dubbio invece sì. Giggino è l’ unico convinto di contare qualcosa in questo governo ed il povero Tria cerca disperatamente di non far fallire l’ Italia. Con queste premesse la partita in Piemonte è aperta. Chiampa in recupero ha le sue gatte fa pelare. Orgogliosi no Tav come Grimaldi si candidano . Questo è chiaro. Non è chiaro fino in fondo in quale lista. E le sue critiche verso le politiche di destra del Chiampa sono cose passate. Oramai quello che si dice oggi magari tra 15 giorni non vale più. Chi non molla assolutamente è Anna Rossomando. L’ultimo orizzonte politico è l’elezione di Mauro Salizzoni, uno dei più grandi ed apprezzati chirurghi a livello mondiale. Ma non basta. Una delle icone di chi era o si sentiva a sinistra, il più di sinistra possibile. Gioiello di Rifondazione comunista.
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Allora qualche ex dirigente del Partito Comunista italiano c’era ancora, ora ridotto ad un gruppuscolo fatto solo da gruppettari. Essere un ottimo chirurgo non vuole dire essere automaticamente un buon politico. Ma una cosa è sicura. L’ottimo chirurgo ha molte competenze. E sicuramente la sua affermazione avrà conseguenze all’ interno del PD ancorché non sia del PD. E Rossomando dopo Zingaretti e Furia punta tutto a sinistra, non fermandosi. Così il 18 di Aprile al Circolo dei lettori confronto tra Marco Revelli, Mario Tronti e sullo sfondo Massimo Cacciari ed Alberto Asor Rosa. Il massimo dei massimi. Il massimo dei massimi per chi è di sinistra, puntualizzo sinistra democratica e, come si diceva una volta, riformista. Una grande incognita è quell’ elettorato deluso dal Pd che ha votato pentastellati. Un elettorato che si pente amaramente di aver dato fiducia a Di Maio che a stento capisce cosa lui stesso sta facendo. Un elettorato che non ha ancora deciso se tornare alla casa madre o astenersi, spronato dalla sinistra sbrindellata all’ astensione. E Chiampa rischia. Rischia tanto, fin troppo. Accettando il Grimaldi di turno acquista un voto ma ne perde almeno dieci. Il gioco sta nel chi sbaglia di meno. Poche, pochissime le certezze sul dopo voto. La prima: Bertola pentastellato tagliato fuori. Conterà su uno zoccolo duro ma ampiamente insufficiente per essere competitivo. Secondo: vincerà sicuramente un pro Tav. Conclusioni: Chiampa e Cirio stanno evidenziando le incoerenze altrui, con le pasionarie un po’ in sordina ora che la si deve buttare in politica. I tentativi di bloccare l’opera sono ridicolmente falliti .
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Sempre meno i No Tav. Sicuramente ancora molto ma molto rumorosi. Relegati nella bassa Val di Susa hanno capito di avere perso e pensano a come vendere cara la pelle. Ergo, devono scegliere se presentarsi ed in che modo alle elezioni amministrative. O viceversa astenersi come ultimo ed estremo rifiuto. Anche la sinistra sbrindellata li ha mollati correndo verso la sirena del Sergio Chiamparino tra i capi indiscussi pro Tav. Nel centro destra è scatenato Roberto Rosso con Fabrizio Comba, nuove anime di Fratelli d Italia che, nonostante Giorgia Meloni, cercano un spazio. Leghisti sempre disciplinati. Riccardo Molinari oramai tra i numeri due di Salvini. Loro non vogliono tante liste d’ appoggio a Cirio. Bartolomeo Giachino è relegato ad un ruolo secondario. Magari rientrerà dalla finestra come assessore ai Trasporti, pane per i suoi denti. Il centrodestra è favorito nella vittoria, ma come si dice: mai vendere la pelle dell Orso prima di averlo ucciso. E qualcosa di possibile non è detto che sia probabile. Una lotta all’ ultimo voto? Non so. Le conseguenze del voto piemontese avranno una rilevanza nazionale se non europea. Speriamo che la classe politica locale sappia giocarsela ottimamente per gli interessi del Piemonte. Ma su questo siamo decisamente pessimisti.
Patrizio Tosetto
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