24 ore fa le trattative per la cessione della proprietà del basket erano cosa fatta. Mi sa che è stato un falso allarme. Dipende da quale punto di vista si vede il problema, se problema c’ è. In fondo interessa a molti più torinesi se il basket sotto la Mole ha ed avrà una squadra in serie A o tornerà all’oblio di 15 anni fa. Questa è attualmente la posta in gioco. E se interessa solo ai tifosi vuol dire che in fondo interessa poco ai torinesi. Eppure solo un anno fa al ritorno dalla Coppa Italia erano tutti lì a magnificare i vincitori. Ma come si sa le vittorie sono di tutti e le sconfitte sono di pochi. Il notaio Forni un anno fa veniva osannato quasi come un dio, magari pagano ma pur sempre osannato. Oggi sicuramente di meno. Forni che ha annunciato trionfante la conclusione delle trattative ed il passaggio delle consegne. Ma chi compra puntualizza: non esiste proprio. Molte cose non tornano, ci sono conti da verificare. Vista così, chi ha urlato “è fatta” è stato perlomeno intempestivo. Un Forni che fa (comunque) fino alla fine il suo dovere, con uno sponsor che versa 200 mila euro. La classe non è acqua. E tasse federali e stipendi sono salvi . Almeno per ora anche l’onore e la prosecuzione nel campionato sono momentaneamente salvi. Ovviamente. In torinese si dice: ci ha messo un tacun. Viceversa sarebbe saltato il banco. Addio serie A e di conseguenza addio ai compratori. Sono dettagli l’ ipotetica distanza tra chi vende e chi vorrebbe comprare? No (anzi) le distanze sono in realtà economicamente abissali. Con alcuni punti determinanti. Quest’anno, euro più euro meno, la stagione costerà intorno a 4 milioni Cifre esorbitanti per le possibilità reali.Probabilmente gli eventuali contenziosi e le relative cifre dovranno o essere garantite da Forni o iscritte a bilancio. Insomma o Forni si accontenta di meno e continua a metterci dei soldi o il rischio di un ritiro dal campionato è concreto. Le conseguenze le lascio immaginare a tutti. Imperturbabile l’amministratore delegato Feria: rompe il silenzio dichiarando che rinuncerà alla buona uscita. Così scopriamo che percepiva una indennità. Sempre affari della società fin tanto che non salta tutto. Nessuno si augura un cataclisma. Ad oggi il Gruppo Leonis tace e sembra che non ci stia. Non prima di aver detto che i debiti nella loro quantità non li convincono. Se le trattative saltano sono solo due le alternative. O continua a pensarci Forni o sfilandosi salta tutto. Si è anche parlato di una cordata torinese. Come si sa Torino è piccola e la gente mormora. Francamente non ci credo. Tutto inventato ad arte per alzare il prezzo? Forse non è poi così importante. Il valore di una società è ciò che è disposto a pagare chi vuol comprare. Da molto era noto un gap. I costi sostenuti per una squadra che avrebbe dovuto vincere contro tutti e poi gli attuali scarsi risultati. Prepariamoci al peggio. Al più ci saremo fasciati la testa prima di rompercela.
Patrizio Tosetto
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