Sono uno dei trentamila torinesi presenti in piazza il 10 novembre 201. Io in piazza non vado volentieri perché la piazza mi evoca tempi non felici in quanto le democrazie si fondano più sul consenso del libero voto e sulla sua libera rappresentanza che sulle manifestazioni di piazza, spesso indice ed espressione di un malessere democratico, diffuso. Le piazze che plaudono spasmodicamente come nel Ventennio o le piazze che sbeffeggiano delle salme a piazzale Loreto non mi piacciono. Io, studioso di Machiavelli e di Tocqueville, sono per una democrazia “fredda”, fondata sul realismo e sui ragionamenti politici ben fatti. Per me la mente deve restare sempre fredda perché le menti calde spesso non sono un segno positivo per le democrazie.
Con sincera stima , molta simpatia e viva cordialità.