La politica torinese e la variabile tav

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
La realtà supera ogni immaginazione: la Città metropolitana vota una mozione pro tav, 167 a favore, 1 contrario e 8 astenuti. Chiara Appendino sindaca metropolitana non partecipa alla votazione. Avete letto benissimo, 1 contrario e i sindaci no tav non hanno partecipato al voto. E ovviamente i pentastellati già dicono che la votazione non vale perché i sindaci sono truppe cammellate. Ricapitoliamo: quando il  vice sindaco di Torino sfila con i no Tav è democrazia e quando la Città metropolitana guidata dal sindaco di Torino vota quasi all’unanimità, la votazione è falsa. Gli epigoni del Marchese del Grillo sono fatti così. Vietano agli altri ciò che per loro è consentito. Direi di più: loro fanno ciò che hanno contestato agli altri, giacchè  sono il popolo. Come non rammentare le roboanti affermazione di Giggino: rivoluzione del popolo. E forse non è un caso che Giggino sia in qualche modo un Masaniello  partenopeo e il  sindaco De Magistris il vero leviatano di Potere al Popolo, non quei quattro ragazzotti che ogni tanto si vedono in televisione. Ma come è possibile che chi rappresenta il popolo della provincia di Torino sia andato sotto? Ed è andato sotto di brutto. 1 a 167, e ‘ un ko alla prima ripresa a 10 secondi dal gong iniziale. Primo: chi ha perso allora non rappresenta il popolo. Anzi ne ha di fatto paura visto che, viceversa, indicherebbe il referendum consultivo. Ma c’ è dell’altro. Il Pd ha forse ricominciato a fare politica. Non che tutti i 167 siano del Pd. Si riconosce però ad Avetta e Barrera di aver lavorato bene per costruire questo fronte.  Tutti e due in quota PD. Se poi si fa un calcolo veloce anche dei votanti e residenti in Val di Susa emerge l’elementare considerazione che i no Tav sono un minoranza anche dalle nostre parti. Pd che rincorre la piazza? Fosse vero . Magari dall’inevitabile sfracello pentastellato ne potrebbe ricavare giovamento.
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Chi proprio non capisce – e a questo punto mi domando il perché – sono gli industriali e gli affini pro Tav. Sembrano il coniglietto della duracell che con la carica in corpo continua a sbattere contro il muro. Persino Chiampa li ammonisce. Da questo governo diviso su tutto non solo non ci sono risposte definitive. Non ci sono risposte e basta. Persino Mauro Marino (forse) segretario del Pd piemontese sostiene che si può correre con liste civiche senza simbolo dem. Insomma, monetizzare i propri candidati. Vinca chi avrà più preferenze. Con buona pace di Mimmo Carretta che lo voleva evitare. E la  famiglia Gallo e Mauro Laus ne sono specialisti.  Ovviamente sotto le bandiere del Chiampa. Il Chiampa che ha individuato come sua punta di diamante il  filone pro Tav. O si fa la Tav o si muore.  Proprio vero, il nostro ha proprio una visione nazionale e non solo piemontese e sprona gli amici a favore della Torino-Lione nel cambiare rotta politica ed interlocutoria. Tanto Chiara Appendino prima o poi mollerà, per ora ha sostenuto che non si ricandiderà, per ora non ha partecipato al voto in consiglio comunale. Per ora non ha partecipato alla manifestazione No Tav.  Ha sostenuto di aver sempre detto: è un’ opera obsoleta (non è vero visto che tre anni fa rassicurava gli industriali piemontesi). Per ora ha presieduto un’ assemblea che all’unanimità la sconfessa. Chiara non si sente in dovere di dimettersi. Chiara non c’ è, dimostrando di essere Sindachessa per caso.
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