La piazza della gente normale

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
È la prima volta nella mia vita che vedo, andando ad una manifestazione di protesta, una manifestante che ci arriva in Taxi. Distinta, gentile e sorridente mi chiede se anche io ci sto andando. Subito, mentalmente, faccio il parallelo con l’urlante ubriaca antagonista che diceva ai poliziotti: dovete morire. Preferisco sicuramente la prima, sarò diventato perbenista. Piazza Castello gremita. Non sono proprio quattro gatti i manifestanti. Non sono quattro amici al bar. Sono un popolo fatto da imprenditori, operai, piccola e media borghesia. Artigiani come commercianti. Capisco perchè Chiara Appendino ha permesso la buffonata del consiglio comunale da parte dei suo sodali pentastellati: voleva vedere il popolo ed è stata accontentata. O forse la faccio troppo arguta. Semplicemente ha lasciato fare perché non sapeva cosa fare.Comunque risultato ottenuto. Tutta Torino contro. Persino i leghisti hanno aderito. Non le resta che fare le valige e raggiungere la sua carissima amica Raggi nell’oblio della sconfitta politica. Poi se proprio proprio non è convinta può sempre indire un referendum consultivo. Questa piazza mi sembra che non abbia paura della Democrazia. Gente meravigliosamente normale. Gente arrabbiata con Chiara Appendino ma non livorosa, persone ben vestite. Ognuno con il suo stile.  Dalla giacca e cravatta alla gonna, allo sportivo, vista anche la pioggia. Di tutte le età. Non solo le ” zitelle salottiere “, anche tanti giovani. Non sicuramente la maggioranza, ma giovani. Partita vinta tre a zero dai Sì Tav. In fondo non c’era partita. Tra reddito di cittadinanza e lavoro a Torino vince il lavoro, non l’assistenza. Osservatori qualificati come Giancarlo Caselli e meno qualificati come Il no Tav storico Perino, ovviamente in incognita.O gentili  giovani che distribuiscono gadget. C’ erano le forze politiche tradizionali? C’erano, c’erano. Magari defilate ma c’ erano. Lo stesso Bartolomeo Giachino é un politico di lungo corso, del resto lo avevano chiesto espressamente gli organizzatori.  Ma bastava aspettare il defluire della massa per capirne di più.  In piccoli gruppetti quelli del PD.  La famiglia Sitaf da una parte, Gallo e Quagliotti. Anna Rossomando come Nadia Conticelli, l’ ineffabile Giuseppe La Ganga che trova in questa manifestazione la conferma del suo riformismo liberal democratico. O Giorgio Ardito che non vuole sentirsi dire: perché il Pd è a traino? Sono anni che sostengo che avremmo dovuto noi organizzare. E la sinistra non si ferma qui. Roberto Placido che precisa: non c’entro niente con Fratoianni o Grimaldi. Poi quelli di Forza Italia raggianti. Sono contenti anche gli ex. Così Roberto Rosso e Il gigante Buono Crosetto che fanno le prove generali di un accordo per le amministrative . Ma i veri vincenti e sornioni sono i leghisti, unico partito di lotta e di governo della terza o quarta Repubblica. Sorridono e rincuorano: non vi preoccupate la Tav si finirà. Ai pentastellati ci pensiamo noi. Hanno bevuto tutto é continueranno a bere. Loro sono fatti così. Non sono cattivi. Si agitano un po’ e poi si adattano. Chi non scherza è Forza Italia e Fratelli d Italia. Bernini e Meloni in prima fila, politica s’ intende, nel dire Torino e sì Tav per tutta l’Italia. E i ” grandi capi ” del Pd renziano?Avevano in testa altro. Dopo la manifestazione le reazioni. In testa la sinistra sbrindellata che  punta il dito sui manifestanti: “Sono solo dei prezzolati”. Ma diciamocelo fino in fondo: sono decenni che non ne azzeccano una. I No Tav patetici e ridicoli che cercano nei numeri dei partecipanti e dei loro presunti interessi il limite oggettivo del loro si. È la nostra Chiara Appendino che vuole parlare e discutere. Tardi e soprattutto inutile sulla Torino-Lione. Tra No e Sì non ci può essere mediazione. In particolare sulla Tav. O si conclude o si interrompe, non ci sono vie di mezzo. Alla Sindachessa una sola altra scelta: o sta con i centri sociali , sinistra sbrindellata ed anarcoidi o sta con sindacati dei lavoratori e degli imprenditori.  Su quale sviluppo si vuole realizzare. Non se bisogna realizzare lo sviluppo. Insistiamo. Il lavoro si crea non per decreto legge o per volontà moralistiche, ma con investimenti. La marcia dei 40mila determinò una svolta. E oggi, questa manifestazione? Difficile che rimanga tutto come prima. Molti del popolo hanno sostenuto: abbiamo votato Appendino e pentastellati ma ci siamo pentiti  Difficile dunque pensare che li rivoteranno. Questo popolo vuole un presidente di Regione che vuole la Tav. Indubbio. Ma a Destra, scusate, nel centro destra, si comincia nel mormorare: Marco Boglione sarebbe un ottimo Sindaco per Torino. Un imprenditore non nuovo a queste proposte ma per la prima volta è possibile. Non se la gioca solo Torino. Dopo le europee ed amministrative la resa dei conti è tra Salvini e Di Maio. Si accettano scommesse su chi vincerà. 
(foto: il Torinese)
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