Credo sia arrivato il momento di provare a riflettere su dove siano arrivati i principali mercati azionari internazionali e quello italiano, anche a fronte degli ultimi movimenti dei prezzi e degli scenari politici.
Partiamo da un grafico.
Quello dell’indice che racchiude in se l’andamento di tutte le Borse del mondo.
Come si evince dopo anni di ampi rialzi, pare che ora ci siano i primi segnali di scricchiolamento o inversione del trend rialzista primario che parte da inizio 2009. Si può vedere come la base che lo ha sempre supportato (linee blu) sia stata rotta durante l’ultimo mese.
Inoltre, per chi mastica un po’ di analisi tecnica, si è presentata una figura di doppio massimo, accompagnato anche da un “divergenza” sull’ultimo massimo dell’indicatore (RSI a 14 periodi). Il secondo massimo sui prezzi si è realizzato in concomitanza di un massimo più basso da parte dell’indicatore; tipico segnale di indebolimento del trend in essere! Tuttavia non si può escludere un leggero recupero nel breve periodo, che però potrebbe rappresentare non una ripartenza del trend rialzista di lungo periodo, ma solo un rimbalzo all’interno di un nuovo trend ribassista che potrebbe essere in fase di formazione (nella peggiore delle ipotesi); o una correzione più ampia del trend rialzista secondo una ipotesi meno pessimista. In ogni caso, in ottica di medio periodo, la discesa non parrebbe essere terminata, spingendoci ad assumere posizioni prudenti sul comparto azionario internazionale. L’indice, dagli attuali 1537, potrebbe scivolare prima verso le 1350 ed in seguito (qualora fosse violato anche questo livello) in direzione delle 1200.
Passiamo ora ad analizzare alcuni dei principali indici Europei.
Per capire se l’analisi di cui sopra trova conferme o smentite.
Iniziamo dall’indice Dax che rappresenta l’andamento della Borsa Tedesca.
Anche qui vediamo che il trend rialzista è stato “segnato” (rottura della linea blu sottile).
Anche qui si sta completando una figura di Testa e Spalle ribassista.
Anche qui, al di là di un possibile rimbalzo dei prezzi nel breve periodo (verso le 11700/900), appare probabile una continuazione della discesa nel medio periodo verso la fascia di prezzo 9000/8000. Prezzi attuali 11200
Passiamo ora all’Indice EuroStoxx 50.
Purtroppo né durante il 2015 né durante il 2017 l’indice è riuscito a spingersi sopra la linea rossa spessa che rappresenta la congiunzione dei massimi del 2000 e del 2007. Evento che avrebbe fornito un ulteriore deciso segnale di forza, permettendo la continuazione del trend rialzista partito dai minimi del 2011/2012. Viceversa i corsi si sono spinti sotto la linea blu sottile fornendo, anche su questo indice, un nuovo segnale di debolezza. Obiettivo del movimento (sempre al di là di possibili recuperi di breve periodo), sono prima l’area 2650/2550 ed in seguito l’area 2000 (prezzi attuali 3134 e possibili recuperi di breve periodo verso le 3300/400).
Terminiamo l’analisi degli indici internazionali con un grafico della Borsa Statunitense, l’indice S&P500.
Su questo grafico mi limito a dire che si commenta da solo.
L’ultima analisi la facciamo sul mercato azionario italiano attraverso l’indice FTSEMib
Tra i mercati analizzati, per assurdo, è ancora quello che non ha dato un vero e proprio segnale di debolezza di medio periodo. Ma non facciamoci ingannare, è anche quello che è salito meno negli anni passati, oltre alle decise perdite delle ultime settimane, dopo il buon recupero messo a segno tra metà 2016 e l’inizio del 2018.
L’indice pare intrappolato all’interno di un ampio movimento laterale compreso tra le due linee Blu di area 24000 e 18400, livello testato proprio venerdì 26 ottobre!
Il test e per ora la tenuta delle 18400 rafforza la possibilità di un nuovo recupero nel breve periodo. Recupero che potrebbe anche spingersi verso l’area 20000.
Viceversa nuove discese sotto le 18400 potrebbero aprire la strada ad ulteriori indebolimenti prima verso le 16000/15000 ed in seguito in direzione dei minimi del 2009 e del 2012 a 12300, vanificando tutto il rialzo espresso da tale data a maggio 2018.
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Conclusioni:
1) non possiamo non considerare gli ampi recuperi messi a segno dai principali mercati internazionali negli ultimi anni. Evento che, di per se stesso, potrebbe avere come conseguenza una correzione del tutto fisiologica degli stessi.
2) il mercato statunitense ha amplificato tali recuperi, portandosi in una condizione di possibile eccesso.
3) le turbolenze politiche, sotto gli occhi di tutti, nell’area Euro.
4) importanti fattori di incertezza che si avranno nel 2019: fine del QE da parte di Draghi, sua sostituzione alla guida della Banca Centrale Europea, elezioni politiche europee.
5) un’eventuale disgregazione dell’area Euro per ora non la voglio considerare. Direi che i primi 4 punti già possono bastare.
Al di là delle analisi puramente tecniche evidenziate sopra, sono tutti fattori che dovrebbero spingere ad una decisa prudenza! Fermo restando che, in ottica di più breve periodo e dopo le non trascurabili recenti discese, non si possano escludere rimbalzi tecnici che, per il momento, sarebbero da interpretare più come occasioni di vendita che di vero recupero.
Andrea Savio
(Trader indipendente e formatore)
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