Il forte di Casale, simbolo storico ed architettonico del Marchesato del Monferrato sorto nel 1352 ad opera di Giovanni II Paleologo, rimaneggiato nei secoli successivi ma che conserva i resti originari della torre merlata e del cammino di ronda a ponente, da tempo aveva bisogno di un maquillage delle mura esterne invase da una infestante vegetazione. Vi hanno provveduto una ottantina di alpini volontari della Protezione civile, provenienti dall’intero Piemonte, che hanno aderito all’operazione “Castello pulito e sicuro” organizzata dalla società Cosmo con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Il faticoso lavoro svolto per estirpare le piante ramificate tra i mattoni ha reso visibile l’imponenza delle mura portando alla luce alcuni particolari, prima invisibili, come la fenditura che serviva alle
catene dell’antico ponte levatoio. Molti gli apprezzamenti del presidente della Sezione Ana di Casale Gian Luigi Ravera, sempre vigile ed attivo in ogni evenienza, e del sindaco Titti Palazzetti, in visita al cartiere, nel ringraziare i volontari dell’unità coordinata da Mauro Barbano e gli specialisti alpinisti alla guida tecnica di Luca Pedroni che coraggiosamente hanno scalato le mura.
Giuliana Romano Bussola













Per raccontare la biodiversità con la primavera è ritornato l’Orto Urbano di Torino, e prosegue fino al 24 settembre. Nell’anno di Terra Madre Salone del Gusto 2018, Or-TO è dedicato ai semi e alla biodiversità urbana
in questo modo un luogo collettivo in cui la cura della natura e dell’ambiente diventa anche cura dell’anima. Le sementi usate sono quelle di “Seminiamo la biodiversità”, progetto promosso da Eataly, Slow Food, Università degli Studi di Palermo e Arcoiris, per sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza dei semi. I semi, infatti, sono il primo anello della catena alimentare, base della sopravvivenza del pianeta, selezionati e prodotti da 10.000 anni dalle comunità contadine di tutto il mondo e per questo non possono essere proprietà esclusiva di pochi (nell’UE il 95% del mercato delle sementi da ortaggio è controllato da cinque compagnie), ma devono essere considerati un bene comune. Sono state così selezionate varietà tradizionali, prodotte con il metodo dell’agricoltura biologica da Arcoiris, unica azienda italiana che commercializza esclusivamente semi biologici e biodinamici. Il cavolo nero di Toscana, il pomodoro tondino maremmano, la zucca trombetta di Albenga: queste e tante altre varietà autoctone crescono nei cassoni di Or-TO. I terricci sono l’“OrtoXmille” e la “TerraMediterranea” di Harpo verdepensile, leader nella produzione di soluzioni innovative per l’edilizia green. Si tratta di substrati pensati
specificamente per gli orti urbani, naturali ed ecologici. A rallegrare l’Orto, infine, quest’anno ci sono anche gli 800 bulbi di tulipano di Messer Tulipano, direttamente dal Castello di Pralormo. Dichiara Alberto Unia, Assessore alla Politiche per l’ambiente della Città di Torino: «In un’ottica condivisa di rigenerazione urbana, sosteniamo il progetto Or-To quale momento aggregativo e di divulgazione delle buone pratiche nel contesto agro-ambientale.
rispettare le tradizioni, soprattutto quando come in questo caso tengono insieme un territorio che si prende cura del proprio territorio», commenta Davide Ricca, Presidente del Consiglio della Circoscrizione 8. Grazie a Or-TO, tutti potranno sperimentare la bellezza della filiera produttiva a km 0: tante le attività in programma, rivolte sia ai grandi che ai più piccoli, dedicate alla produzione sostenibile. Si inizia sabato 14 aprile con “L’Orto in cassetta”: tutti i sabati mattina appuntamento fino a fine maggio per imparare a curare e mantenere un orto anche sul proprio balcone di casa (per maggiori informazioni e prenotazioni: 011 19506801, www.eataly.it). Or-TO sarà dunque, grazie anche alla collaborazione con la Condotta Slow Food Torino Città, luogo di incontro e scambio inter-culturale e inter-generazionale tra le persone, per parlare di biodiversità e ambiente. Teniamo i piedi per terra!



