Educazione sentimentale contro la violenza

“Educazione sentimentale ed esercizio del pensiero dialogante” è un’iniziativa pilota, intrapresa per la prima volta in Italia, promossa dal Consiglio regionale del Piemonte attraverso la sua Consulta regionale dei giovani

Conferenza stampa di presentazione del progetto Educazione sentimentale. Nella foto da sx: Ercolani, Molinari, il Presidente del consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti, Mieli

L’obiettivo è quello di contrastare la violenza e la discriminazione dell’altro, in un’ottica preventiva, promuovendo una “rialfabetizzazione emotiva” di ragazzi e ragazze affinché, nell’era dei social network e del nascondimento di sé dietro maschere virtuali, imparino invece a vivere sane relazioni sentimentali e sociali in maniera consapevole e costruttiva, nel rispetto di sé e dell’altro. Il corso non prevede l’introduzione di una nuova materia obbligatoria nel curriculum di studi, bensì offre un’opportunità formativa di tipo seminariale, libera e facoltativa, a cui potranno aderire gli istituti superiori della regione. “Questo progetto è un’iniziativa pilota, che viene sperimentata per la prima volta in Italia e che già altre regioni e istituzioni hanno preso a modello per la sua portata innovativa”, afferma il consigliere segretario Gabriele Molinari, delegato alla Consulta regionale dei Giovani. “L’obiettivo primario è quello di contrastare la violenza e la discriminazione. Siamo infatti convinti che temi delicati come la parità di genere, il rispetto di sé e dell’altro, la valorizzazione delle differenze, la non discriminazione abbiano una valenza universale, che richiede di essere diffusa e condivisa proprio fra gli adolescenti, come essenziale tappa di crescita per la formazione di adulti equilibrati, sereni e responsabili. L’idea iniziale del progetto nacque proprio in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, nel novembre scorso, quando il Consiglio regionale avviò una campagna sociale sul tema, riconoscendo l’importanza della prevenzione per combattere i comportamenti devianti”. Il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti ha sottolineato il fatto che “nei paesi che hanno la più alta qualità di vita come la Norvegia, Finlandia, Danimarca, l’educazione sentimentale si insegna nelle scuole ed è alla base del rispetto e della convivenza”.

Il corso si rivolge agli studenti delle classi quinte degli istituti di istruzione secondaria di II° grado del Piemonte. Le scuole hanno tempo fino a mercoledì 31 ottobre per aderire all’iniziativa.

Il progetto sarà strutturato in modo organico attraverso una serie di incontri di tre ore ciascuno condotti dal professor Paolo Ercolani, docente di filosofia dell’educazione dell’Università di Urbino e dalla dottoressa Giuliana Mieli, filosofa e psicoterapeuta. Ampio spazio sarà dedicato al dibattito e al confronto con gli studenti.

I principali temi affrontati saranno:

  • Storia e critica del pregiudizio misogino
  • La condizione della donna nella storia
  • Le differenze di genere da un punto di vista biologico
  • I giovani di oggi, le relazioni adulte di domani

L’intento è quello di instaurare un dialogo continuativo e dinamico con i ragazzi, cercando di stimolare una nuova maturità per affrontare le questioni nodali della contemporaneità in campo sentimentale. “Quella che abbiamo di fronte, ci dicono gli studi, è una generazione apparentemente felice con le loro smorfie buffe su snapchat, i sorrisi e le feste su Instagram o su Facebook. Ma basta approfondire un po’ la questione per scoprire che, in realtà, abbiamo a che fare con la generazione sull’orlo della più grave emergenza di salute psicologica giovanile da decenni a questa parte”, dichiara il professor Paolo Ercolani, professore in Filosofia dell’educazione dipartimento di Scienze dell’uomo Università degli studi di Urbino. “Anche se in superficie va tutto bene, anche se all’apparenza la loro vita è piena di amici, relazioni e interazioni, questi ragazzi si rivelano delle vere e proprie solitudini comunicanti, in preda a un sostanziale analfabetismo emotivo e relazionale. In questo senso, l’educazione sentimentale si rivela un momento necessario per provare a contenere o addirittura rimuovere quella che va considerata a tutti gli effetti come un’emergenza sociale”.

“Dal momento del concepimento fino all’età adulta, che secondo Organizzazione mondiale della sanità si raggiunge a 24 anni, l’individuo ha bisogno di essere guidato per raggiungere un’adeguata maturazione affettiva”, spiega la psicoterapeuta Giuliana Mieli. “Il progetto ha il pregio di  mettere in luce questo aspetto, riconoscendo l’importanza del mondo delle emozioni e della dialettica fra due modalità affettive fra loro complementari, attinenti alla sfera maschile e a quella femminile, che devono interconnettersi per favorire l’emancipazione della persona. Nella storica separazione fra mondo della ragione e mondo naturale l’ambito dei sentimenti è stato ingiustamente dimenticato, riscoprirlo gioverebbe non solo agli adolescenti, ma anche agli adulti e alla qualità delle loro relazioni”.

 

cs – www.crpiemonte.it

 

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