Anche la Confederazione italiana agricoltori del Piemonte esce delusa dal tavolo del latte convocato dall’Assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte. Colpa degli industriali, che, come osserva il delegato regionale dell’Organizzazione sindacale Davide Rosso, “continuano a rifiutare qualsiasi proposta della parte agricola, anche quando questa è condivisa da tutte le rappresentanze allevatoriali”.
«Nella nostra regione – rileva Rosso – si fa riferimento a più di dieci tabelle di qualità, che in Lombardia, dove si produce il 40 per cento del latte nazionale, sono appena due. E’ chiaro che bisogna aggiornare e allineare i parametri di pagamento regionali, che peraltro sono vecchi di dieci anni. Le istanze sono cambiate, la qualità è al centro del mercato. Finché i caseifici respingeranno questa logica, si sarà costretti a guardare al passato, anziché al futuro».
Sul tema interviene anche il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini: «Nonostante dal mercato giungano notizie che fanno moderatamente ben sperare circa la richiesta e i consumi di latte e formaggi – sottolinea Carenini -, a preoccupare gli allevatori resta la indisponibilità della parte industriale a rivedere la tabella qualità, in modo da rendere i nostri parametri maggiormente omogenei con quelli di altre realtà regionali. La Cia del Piemonte invita la parte industriale a dimostrare senso di responsabilità ed a valorizzare il lavoro degli allevatori che ogni giorno conferiscono il latte e contribuiscono così alla buona riuscita dei loro prodotti e dei loro bilanci aziendali. Rafforzare la collaborazione tra le parti, é nell’interesse di tutta la filiera».
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