Una proposta contro il degrado urbano

Le foto scattate dal vicepresidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale riguardano gli ex mercati generali  del Lingotto, la presenza dei senza fissa dimora in piazza San Carlo e la sporcizia in via Roma.
Si tratta di soli tre esempi del degrado che caratterizza molti luoghi di Torino, abbandonati all’incuria assoluta. Una situazione che riguarda non solo il capoluogo, ma molti centri del Piemonte ed  è spesso collegata alla presenza di senza fissa dimora. “Una realtà – commenta Tronzano – che vede come primi danneggiati gli stessi senza tetto, ai quali la società, attraverso le istituzioni , non riesce evidentemente a garantire diritti e dignità”. “I casi si degrado urbano comportano non solo implicazioni sociali – osserva il consigliere regionale- ma anche  problemi di sicurezza. Poi, naturalmente, non è’ trascurabile l’impatto negativo che i turisti riscontrano nel vedere giacigli improvvisati nelle piazze e sotto i portici storici cittadini”.
Per Tronzano “le questioni decoro e sicurezza non vanno disgiunte. Per dare risposte alle problematiche relative agli homeless si inizi dal coordinare realmente ogni azione attraverso una regia tra le istituzioni, il mondo del volontariato, delle associazioni caritatevoli. Ma non solo: si interessi anche il mondo del privato,  delle imprese e dei costruttori per cercare soluzioni tecniche e abitative in accordo con le istituzioni, si razionalizzi l’uso degli edifici del demanio per trovare spazi per i senza tetto”
A Torino nel 2010 risultavano senza fissa dimora  699 persone di cui 25 donne e nel  2011, secondo i dati della Fondazione Rodolfo Debenedetti erano circa 1400 . In Piemonte si occupano degli homeless per il 39,2% organizzazioni private, per il 37,3% organizzazioni private finanziate con fondi pubblici, il 23,5% dal pubblico che è tra le quote più alte in Italia.
” Torino ha sperimentato l’uso della vecchia stazione di Porta Susa per accudire i senza dimora nel periodo invernale – dice Tronzano – e ha proposto la sperimentazione di un contributo mensile per chi ospita in casa a i senza tetto. Non dico si tratti di scelte inutili, ma sono un palliativo. Il fenomeno è da esaminare in modo organico grazie  ad un confronto più ampio con tutti i soggetti potenzialmente coinvolti. In alcuni casi, non escluderei l’arresto per evitare che qualcuno muoia al freddo o per ragioni di salute pubblica.”
“L’approccio al problema è spesso quello emergenziale – aggiunge il vicepresidente del gruppo di Forza Italia – mentre necessitano soluzioni organizzative definitive e, aspetto non meno importante, una azione preventiva che intercetti situazioni di disagio sociale ed economico, anticamera della perdita di una casa. In questa direzione sarebbe importante dialogare con le altre Regioni, per un confronto sulle politiche dell’emergenza abitativa e sui casi si criticità sociale”.
“Per quanto riguarda la Regione, essa ha il compito di sviluppare  progetti nel campo della sicurezza e forme di collaborazione con le forze di polizia, considerando che spetta all’ente regionale istituire la Conferenza regionale sulla sicurezza integrata, sede di valutazione e di confronto in merito alle politiche locali per la sicurezza integrata. E proprio in riferimento alla legislazione piemontese sulla sicurezza integrata – conclude Tronzano – suggerisco alla giunta regionale di predisporre un Regolamento che valga per Torino ma anche per i centri delle città piemontesi, che tenga in conto delle questioni legate al decoro urbano, alla sicurezza dei cittadini e ad una dignitosa assistenza ai senza tetto. Il regolamento regionale, che dovrà prendere spunto dalla legge 48/2017, avrà tra i suoi punti cardine anche quello di sancire la responsabilità oggettiva ( per esempio: paga chi è colpevole di deturpare il decoro urbano)”.
Ecco alcuni degli aspetti più significativi che dovrebbero essere contenuti nel regolamento regionale proposto da Tronzano:
– un maggiore coordinamento tra regioni e enti locali per la promozione della sicurezza integrata, che comprende la riqualificazione urbana e il decoro, utilizzando la polizia locale che tra l’altro avrà un aggiornamento professionale costante
– patto tra prefetti e sindaci con accordo sancito in conferenza Stato- città e autonomie locali; il patto contiene prevenzione e sicurezza nelle aree a maggior degrado per dissuadere da ogni forma di condotta illecita e di turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici
– nel regolamento ci sarà spazio anche per i sensori del territorio come gli amministratori di condominio e i volontari 
– individuare nel regolamento anche le aree urbane che devono essere tutelate
– ordinanze per situazioni di grave incuria e degrado e vivibilità urbana
 “All’interno del regolamento  – conclude Tronzano – saranno comprese anche le sanzioni che non sono più di natura penale ma multe per chi imbratta i muri. Il modello è il ripristino a cura dell’ente e la fattura a chi è stato beccato o si è reso responsabile di un fatto. Il tema è  dunque quello della responsabilità oggettiva: chi imbratta deve pagare i danni.” 
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