“La decisione di altri dieci Comuni della provincia di Torino di voler dare il proprio via libera alle registrazioni omogenitoriali, così come già fatto dal Comune di Torino nei giorni scorsi, è una scelta che ci vede nettamente contrari poiché si tratta di una palese violazione della legislazione oggi in vigore”: lo affermano in una nota il deputato di Forza Italia e Coordinatore provinciale di Torino Carlo Giacometto e il Consigliere regionale Andrea Tronzano (nella foto).
“Posizioni considerate da alcuni di avanguardia sono per me le posizioni di una minoranza di retroguardia – commenta Tronzano – che vuole dare il proprio avallo all’utero in affitto, un vero crimine contro le donne, e alle adozioni omogenitoriali, andando contro la legge. I registri dello stato civile non sono un feudo del primo cittadino! Sono certo, pertanto, che la Prefettura non potrà far altro che annullare eventuali atti pubblici che vadano in quella direzione”.
Prosegue Giacometto: “Stiamo parlando di ufficiali di Governo, perché questa è la funzione dei sindaci nel momento in cui si occupano della tenuta di quei registri, che si prendono la libertà di violare la legge, o che annunciano di volerlo fare, ben sapendo che le modalità e i limiti di iscrizione alle anagrafi comunali non dipendono dal loro libero arbitrio, ma da una legge dello Stato che loro hanno semplicemente l’obbligo di applicare. Certamente, come in tutte le questioni che riguardano l’estensione dei diritti individuali, anche su questo argomento non ci si deve arroccare su posizioni pregiudiziali. Tuttavia, mi pare corretto ricordare che, indipendentemente da queste fughe in avanti che rispondono più che altro all’esigenza di avere un titolo sui media, i diritti personali del neonato resterebbero gli stessi di oggi. Niente di più rispetto all’odierna possibilità di accedere a tutti i servizi da parte di ogni istituzione pubblica, a cominciare dalla sanità. Il dibattito sul tema deve certamente essere il più aperto possibile, ma personalmente ritengo che la tutela dei diritti dei bambini sia prioritaria rispetto a quella degli adulti”.
“Resta il fatto che, comunque, ci vorrà una legge del Parlamento per eventualmente modificare l’attuale situazione e, pertanto, la nostra posizione sul tema è molto chiara e lineare: per ciascun sindaco vale prima di tutto il rispetto della legge, indipendentemente dalle proprie sensibilità politiche su materie che comunque non sono di sua competenza. Avere ideali solidi e vederli applicati è per noi la politica con la P maiuscola, ma nessuno deve pensare di avere la verità in tasca, come invece pare abbiano i sindaci grillini e di sinistra. Noi vogliamo realmente rappresentare il sentimento profondo delle nostre comunità e quindi rispondiamo alla provocazione di alcuni sindaci, resa operativa e pubblica senza neppure un dibattito nei rispettivi Consigli comunali, con un’ulteriore provocazione: promuovere una consultazione aperta a tutti i cittadini di quei Comuni, in cui le posizioni ideologiche dei loro primi cittadini possano essere dibattute e, magari, confutate. Certamente non imposte, in spregio alla legge vigente” – concludono Giacometto e Tronzano – “Per questo proponiamo che i Comuni interessati indicano un referendum consultivo che consenta alle loro comunità locali di esprimere la propria opinione sul fatto che un bambino possa vedersi registrato all’anagrafe come figlio di due papà o di due mamme”.
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