Bertolt Brecht scriveva: beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi. Noi popolo italiano ora abbiamo bisogno di eroi. Moderni e magari non con grande carisma, eroi moderni, eroi pacati ma pur sempre eroi. Dopo le consultazioni ci possiamo solo appellare al nostro presidente Mattarella. Sperabile che ” tiri fuori dal cilindro il coniglio” per poter fare questo governo. Le nuove elezioni riprodurrebbero una situazione di stallo come l’attuale. Vero che l insieme delle forze politiche non sta dando il meglio di sé… ammesso e non concesso che ci sia, questo meglio. Ora da ex comunista, da chi non ha mai votato e forse non voterà mai Forza Italia, io sto dalla parte di Silvio Berlusconi. Proprio cosi. Le sentenze che lo riguardano non gli impediscono di fare politica. Gli impediscono d essere eletto. E’ un’ altra cosa: non hanno puntato il fucile in testa agli italiani che lo hanno votato. Anche io, se per questo, non capisco quel 33 percento di italiani che vorrebbero Di Maio presidente del Consiglio. Ruolo destinato a chi “conosce” e Di Maio è molto famoso per non conoscere e non sapere. Non sapere di storia, di geografia e di grammatica. Ma e stato votato,
tant’è. I pentastellati rischiano di buttate via questa loro maggioranza relativa, questa loro vittoria. Liberissimi di fare accordi con chiunque ma ricordiamo che per sposarsi si deve essere in due per separarsi é sufficiente uno. La maggiore sfortuna e probabilmente il maggiore limite di Matteo Renzi è di essere un uomo politico non includente, di non accettare mediazioni. O si fa
come dico io o tutti a casa. Appunto, é avvenuto questo e il Pd è passato da partito di governo a partito – almeno per ora – di non opposizione, dimezzando i voti in percentuale ed in valore assoluto. Qui non contano le diversità politiche. Fare politica, questo manca. Un sospetto: magari è voluto? Credo di no. Peggio, molto peggio, gli apprendisti stregoni colpiscono ancora. E un conto è far ridere la gente, un altro governare il paese. Prevedo le possibili critiche. La gente avendone le scatole piene ha votato Salvini e Di Maio e la pochezza di Renzi ha reso tutto possibile. Verissimo. Sottoscrivo pienamente. E poi? Sempre un governo si deve fare. Proprio perché è inutile rivotare. Ecco che ora abbiamo bisogno di eroi. Abbiamo bisogno di Mattarella.

DALLA TOSCANA
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fiume, l’erba si muove sinuosa sotto le carezze ruffiane del vento. Dopo poco tempo troviamo un tavolino con panche di pietra posto vicino alla strapiombo della collina: addento il panino più panoramico che abbia mai mangiato. Finito il pranzo ci rimettiamo in marcia, seguiamo il frastuono dell’acqua che aumenta, oltrepassiamo una piccola chiesetta, chiusa ed abbandonata, fatta di pietroni e cemento; al suo interno si intravvede un affresco, imprigionato dietro delle grosse sbarre che impediscono l’accesso ai visitatori, e a lui di essere restaurato. Il sentiero aumenta l’inclinazione e per poco non inciampo sui miei stessi passi, distratta dal guardarmi attorno; mi ricompongo e finalmente vedo il ponte per cui abbiamo fatto tanta strada.
Lanzo e Torino, e permetteva di non passare attraverso territori all’epoca ostili, come Balangero, Mathi o Villanova, località governate dai principi d’Acaja, e nemmeno da Corio, in cui vigeva la giurisdizione dei marchesi del Monferrato. Nel 1564 venne ordinata, da parte del Consiglio di Credenza di Lanzo, la costruzione di una porta sul ponte, per controllare il passaggio dei forestieri, possibili portatori di peste, morbo che si era diffuso in quel periodo ad Avigliana e nelle zone limitrofe. Lo scorcio che sto guardando è davvero suggestivo, non a caso una ricerca condotta da “La Repubblica” colloca il ponte del Diavolo tra i trenta più belli d’Italia. I raggi del sole cadono a picco nell’acqua, il grigio cangiante dei ciottoli levigati lungo la riva risplende sotto il calpestio dei nostri passi, gli unici altri colori sono il marrone del terriccio e il verde degli alti e magri fili d’erba. Giochiamo a guardarci attorno, ci arrampichiamo per lo stretto sentiero che ci porta attraverso i roccioni limitrofi, quasi interamente ricoperti di lichene, di qui ci affacciamo a guardare le “Marmitte dei Giganti”, allunghiamo in giù il collo, come fanno i gatti quando stanno per fare un salto molto alto.
sua totalità-, la realizzazione del ponte fu molto difficoltosa, tanto che esso crollò due volte e la soluzione a tali problemi non veniva trovata. Fu il Diavolo ad intervenire. Egli promise che avrebbe costruito il ponte nel trascorrere della notte in cambio dell’anima del primo che lo avrebbe oltrepassato; alle prime luci del mattino il collegamento tra le due sponde era stato eretto e per non venir meno ai patti, il capomastro, decise di far oltrepassare il ponte ad un ignaro cagnolino. Il Diavolo si infuriò per essere stato ingannato, sbatté forte le sue zampe nel terreno e formò le ora caratteristiche “Marmitte dei Giganti”. Il sole sta calando e anche il fragore del fiume pare tranquillizzarsi, la giornata sta per volgere al termine ed è ora di andare via. Penso all’ingenua bellezza delle storie antiche, penso che mi piacciono sempre e che vorrei conoscerle tutte. Penso a chissà quanti altri luoghi che ho visitato hanno in sé storie che non conosco. Penso che un po’ di fantasia non può far male e scelgo di credere alla seconda versione di questa storia.Penso che, se il detto ha ragione, probabilmente a sovrintendere i lavori, sarà stata una donna.

L’Associazione Ulaop Onlus di Fondazione CRT promuove una raccolta benefica di prodotti per l’igiene dei neonati e dei bambini domani, sabato 14 aprile,
può in effetti considerare un’arte e l’arte una preziosa medicina dell’anima, Tiziana Inversi incarna perfettamente la sintesi tra queste due discipline, apparentemente lontane tra loro. Non a caso diverse sue opere si interrogano sulla natura dell’uomo, del mistero del parto e di quello dell’umanità stessa. Appassionata di pittura sin dall’età più giovane, l’artista ha avuto la possibilità di coltivare l’arte anche durante gli impegnativi studi di medicina e di beneficiare dei preziosi insegnamenti del maestro Marco Seveso a Torino. Nel 2015, anno in cui è diventata socia della Promotrice delle Belle Arti, ha partecipato alla 13esima Esposizione alla Promotrice con l’opera dal titolo ” Liberi al galoppo”, che ha ricevuto anche diverse menzioni, tra cui quella su Piemonte Arte.
umile ma nobile, meno noto ma reale compiere un gesto inaspettato quanto unico in un campo di gioco. Siamo in un momento concitato della partita di domenica scorsa tra FIAT TORINO e Milano di serie A di Pallacanestro. Dopo un’azione confusa il pivot avversario cade a terra (senza fallo e senza colpi né situazioni di pericolo) e Valerio Mazzola (ala-pivot di Torino) invece di correre verso l’area avversaria per avvantaggiarsi della situazione, si ferma e solleva l’avversario prima di tornare a giocare con i suoi compagni. Molti diranno “scemo, perché non ne hai approfittato” e varietà di questo
genere di improperi. Ma il campione va oltre il momento, ha il cuore nella testa e non approfitta dell’avversario caduto, e l’istinto dell’uomo gentile e nobile non calpesta tutto in nome di una vittoria. E l’educazione morale è qualcosa che supera il risultato e va oltre quello che la gente pensa. L’animo nobile non si guadagna con i soldi, il rispetto non lo si compra urlando, e il prestigio non nasce grazie a degli improperi. Ma sono i piccoli gesti, quelli che nessuno ormai più considera a fare la differenza: quel silenzio assordante del gesto buono che nasce dall’istinto e da una educazione
che ormai sembra di altri tempi. E tutto questo non ha un eco, non rimbomba e non rimbalza, ma vale più di una vittoria. E se tutti insieme, invece solo di inveire, lottassimo nella vita quotidiana come Valerio accettando gli avversari e aiutandoli se necessario, forse faremmo tutti un salto di qualità. Io stesso come tifoso ho quasi inveito contro un gesto di insana generosità: e poi ci ho ripensato. E’ grazie a gesti come questi che lo sport non è ancora morto, a persone come Valerio Mazzola che al primo posto hanno l’educazione e una morale. Ruvide gomitate e lotta allo sfinimento: ma insulti e scorrettezze no, non fanno per chi vuole pensare che lo sport sia scuola di vita oltre che macchina da soldi per pochi. Grazie Valerio Mazzola, grazie della lezione: un applauso dal cuore di tutti i tifosi dello sport del basket e non solo.