I confini fra molti States sono netti, rettilinei, inesorabili. Li puoi vedere su una mappa e noti che tagliano in due vallate, laghi, persino città; eppure sovente l’urbanizzazione avvicina nuclei abitati prima ben separati, fino al punto che due cittadine vengono quasi a fondersi a ridosso del confine e non distingui più l’una dall’altra. A sud-ovest del lago Michigan domina Chicago, la cui area metropolitana si estende quasi senza limiti verso sud-est inglobando parchi naturali, riserve e laghi, da Eggers Grove a parte del Wolf Lake, fino a Burnham Woods e al Powder Horn Lake; la vasta area è a ridosso del confine
tra Illinois ed Indiana e, tuttora, sembra che lì attorno “tutto” sia Chicago. Figuriamoci 50 anni fa… Anche allora poteva essere considerato originario della “Windy City” chiunque fosse nato a Calumet City o Hammond, al di là o al di qua del confine. Non facevano eccezione The Omens, band garage “meteora” tra il 1964 e il 1966, formatasi a Hammond (Indiana) eppure a lungo ritenuta originaria di Chicago. Come per molti altri gruppi nascenti, l’età media dei componenti (Don Revercomb, V, chit; Gene Cooper, chit; Larry Allen, b; Tim Jones, batt; Al Patka, org) era attorno ai 17 anni e il raggio d’azione insisteva particolarmente nell’ambito dei teen clubs o delle feste delle high schools della zona. Si esibirono specialmente tra Chicago, Gary, Blue Island, Calumet City, Hammond, Lake Station, Glen Park e Portage; in un concerto a Cedar Lake (Indiana) furono support band degli Yardbirds e in una “Battle of the Bands” ad Hammond affrontarono, senza fortuna, nientemeno che i futuri The Jackson 5. Come nel caso di tante altre bands “meteore” del garage rock, la produzione discografica fu ridottissima (due 45 giri dell’etichetta Cody records di Tom Cleary incisi entro l’autunno 1966), sebbene significativa del suono garage di quegli anni. Non a caso “Searching” [D. Revercomb – L. Allen] (Cody records C007; side B: “Girl Get Away”, luglio 1966) è diventato brano emblematico e quasi archetipico del genere, caratterizzato da un insistente riff introduttivo di chitarra che apre al succedersi di voci frenetiche e screamings, assolo di organo e i tipici effetti di chitarra ottenuti tramite l’allora diffusissimo Gibson Maestro Fuzztone. Non è raro scoprire che proprio in quel periodo nacquero brani “tipici” e caratterizzanti che, indipendentemente dalla notorietà o dalla longevità di una band, ebbero la forza di riemergere anche a distanza di anni, quando ormai di una band “meteora” si conserva a malapena qualche informazione biografica o discografica. L’altro 45 giri targato The Omens di etichetta Cody records, probabilmente inciso poco dopo il precedente, omaggia anche la “British Invasion” (come era d’altronde frequente). La cantante solista è Carol Buehler (allora fidanzata del band leader Don Revercomb) che esegue l’originale “September” [D. Revercomb – C. Provenzano] e la cover di As Tears Go By di Jagger-Richards; l’assenza di numero di catalogo del disco indica la natura essenzialmente promozionale dell’incisione. Dall’autunno 1966 gli impegni, gli studi, il rischio di licenziamento dal lavoro per gli eccessivi permessi e le dolci attese di fidanzate e future mogli chiusero la breve parentesi della band, che tuttavia nell’arco di un biennio seppe movimentare e scuotere il nord-ovest dell’Indiana e buona parte dell’area nord-est del “Prairie State”.
Gian Marchisio
Ascolta il brano: https://www.youtube.com/watch?v=FViWdhKvC-U
Sembra quasi di trovarsi davanti all’arazzo di Bayeux visitando la mostra su Carlo Magno a Palazzo Madama ma al posto della conquista normanna dell’Inghilterra dell’XI secolo narrata per immagini in un famoso tessuto ricamato lungo 70 metri scopriamo invece pitture murali del Trecento
Ottanta per motivi conservativi e dopo un meticoloso restauro sono esposti da allora al Museo di
Chambery. Nonostante alcune parti mancanti, cancellate dal tempo e dall’incuria, le pitture murali emergono in tutto il loro splendore. Nel ciclo non si vedono tanto le campagne militari di Carlo Magno ma piuttosto episodi tratti da una popolare Chanson de geste, il Girart de Vienne di Bertrand de Bar-sur-Aube, composta nel 1180 e dedicata alle avventure di un cavaliere della corte di Carlo Magno, tra banchetti a corte, combattimenti tra cavalieri, cerimonie di investiture feudali, galoppate di messaggeri, accampamenti e città assediate. Un grande poema cavalleresco che si snoda a Palazzo Madama in pitture che
ricostruiscono idealmente, grazie a uno scenografico allestimento, la decorazione del salone aulico del castello di Cruet. Oltre alle raffigurazioni esposte, la mostra presenta al pubblico una cinquantina di opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama, da Moncalieri, Mondovì, San Vittoria d’Alba e Quart (Aosta), con pezzi esposti per la prima volta. Codici miniati, ceramiche, vasellame, cofanetti, cassaforti, monete, sigilli, spade, avori e sculture documentano i molteplici aspetti dell’arte di corte e della cultura dell’epoca. Si vedono anche speroni, punte di freccia e di lancia e altri armi per ricordare le corazze dei cavalieri impegnati in guerre, tornei e battute di caccia al cervo e al cinghiale, oggetti preziosi e giochi come gli scacchi, bambole in terracotta, poemi e romanzi cavallereschi con pagine miniate, pergamene che illustrano le spese
rafforzare le relazioni istituzionali in una Europa unita dalla cultura, di cui Carlo Magno è stato un antesignano. La mostra è aperta al pubblico a Palazzo Madama fino al 16 luglio con orario da lunedì a domenica 10.00-18.00, chiuso il martedì.
L’Italia è come un malato terminale che non sa di esserlo e non si cura, oppure, sapendolo, ci rinuncia perché tanto tutto è inutile.
i Cinque stelle, forse, i voti sarebbero stati minori, ma è anche vero che chi non li ha votati si è spaventato di un programma tanto mirabolante. Per il Centro destra, invece, i voti sono stati condizionati da un Silvio Berlusconi che non ammalia più, mentre per il PD perché il risultato è stato addirittura migliore delle previsioni perché Matteo Renzi non si è fatto mancare niente per affossarlo. Eppure è stato il politico al quale gli italiani avevano dato un consenso immenso, successivamente sprecato e fautore di una riforma costituzionale, idealmente giusta, che è stata farcita da incongruenze vistose che l’hanno resa invisa alla Gente. Nel frattempo, gli italiani hanno smesso di votarsi a Sant’Arcore, ma anche a Santa Maria Goretti. In attesa che spunti qualche altro santo, gli italiani dovrebbero farsi un esame di coscienza (come per la 104 che è una legge giusta
applicata in modo insano, incivile e scandaloso). Se gli italiani sono questi, i politici possono essere meglio? Ebbene sì, i politici, gli imprenditori dovrebbero dare l’esempio di equità, lungimiranza, di buona fede e correttezza e di meno furbizia. Come diceva Eleanor Roosevelt, “le grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”. Se invece l’obiettivo è giocare al più furbo, come si uscirà dalla crisi che ci attanaglia e sta portando all’estinzione dell’Italia? C’è speranza? Concludiamo con un inno alla vita, facendo nostro l’aforisma di Karl Barth: “nessuno può tornare indietro e incominciare un nuovo inizio, ma chiunque può partire oggi e creare un nuovo finale”. Auguri Italia!


Intesa Sanpaolo è la prima banca a finanziare le richieste di APE (Anticipo finanziario a garanzia pensionistica) dei lavoratori che, compiuti 63 anni e con un minimo di 20 anni di contributi, vogliano uscire anticipatamente dal lavoro usufruendo di un reddito ponte che li accompagni alla pensione.
previdenza complementare alla tutela della propria salute e dei propri cari con soluzioni assicurative mirate”. Il finanziamento si configura come un reddito ponte con una durata massima di 43 mesi, che Intesa Sanpaolo verserà al richiedente fino a quando non inizierà a percepire la pensione di vecchiaia. L’importo mensile viene stabilito dal richiedente in funzione di quella che sarà la sua futura pensione. Il tasso, fisso dal momento dell’erogazione, è uguale per tutto il sistema bancario: è regolamentato dall’accordo quadro e viene aggiornato ogni due mesi dall’ABI. L’APE prevede una detrazione fiscale fino al 50% della quota interessi e della copertura assicurativa. Quest’ultima è obbligatoria e viene prestata da una Compagnia terza tutelando gli eredi in caso di premorienza dell’intestatario. La durata del prestito è fissata in 20 anni, ma è possibile richiederne l’estinzione anticipata parziale o totale.
Fca ottiene risultati economici ottimi, lo conferma l’amministratore delegato Sergio Marchionne
“Sono stati raggiunti o superati tutti i principali obiettivi finanziari in ognuno dei cinque anni del piano – ha sottolineato – e per quanto riguarda i prodotti abbiamo accresciuto la nostra competitività con diversi lanci significativi di modelli”.
“Torino non ha mai pensato a una candidatura con Milano”. Così la sindaca Appendino a proposito dei Giochi
Raccontava Hugo Pratt in un’intervista rilasciata all’Europeo all’inizio degli anni ‘70: “A Venezia studiavo, andavo a scuola, dimostravo di essere abbastanza dotato per il disegno, ma il mio scopo principale era di attraversare l’intera città da un tetto all’altro
maggior parte delle centinaia di ponti e calli nei rioni di Venezia dove, tra le ombre umide delle case strette sui rii silenziosi o sotto le logge dei grandi palazzi signorili, si svelano le trame di storie e racconti vecchi d’ogni epoca, vicina o lontana. secoli di storia. Come se tutto ciò non bastasse, Hugo Pratt si è divertito un mondo ad inventare nomi per i luoghi frequentati dal suo marinaio. Seguendo questa toponomastica fantastica si scopre che il “Ponte della nostalgia” è il ponte Widmann, nei pressi della Chiesa dei Miracoli, a Cannaregio o che il “Sotoportego dei cattivi pensieri” in realtà corrisponde al Sotoportego dell’Anzolo che dà sulla Calle Magno, verso l’Arsenale, nel sestiere di Castello. Il “Campiello de l’arabo d’oro” è in Corte Rotta a San Martino, nelle vicinanze di Campo Do Pozzi, la “Corte del Maltese” equivale a Corte Buello nei pressi di Corte Nova e la “Calle dei Marrani” è in Salizada Santa Giustina, vicino a Campo San Francesco della Vigna, tutti in Castello. La famosa e già citata “Corte Sconta detta Arcana” è la Corte Botera , che deve il proprio nome ad una bottega dibotteri, cioè di fabbricanti di botti, nei pressi della basilica dei Santi Giovanni e Paolo (detta San Zanipolo in dialetto veneziano) mentre nel citato racconto Pratt scelse l’abitazione di Tiziano come domicilio di Corto Maltese, nella corte che porta il nome del pittore, a Cannaregio. Pratt, negli ultimi suoi anni, ricordava con un velo di tristezza il
suo legame con la città sulla laguna, quasi parafrasando – inconsapevole o meno – il testo di quella bella e triste canzone che Guccini ha dedicato alla città (“ Venezia che muore,Venezia appoggiata sul mare, la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi,Venezia, la vende ai turisti, che cercano in mezzo alla gente l’ Europa o l’ Oriente..”). Quindi, per finire, è necessario far parlare ancora il maestro: “..vado e vengo per il mondo, quasi senza meta. Ma a Venezia ci torno sempre. Cammino per le sue calli, attraverso i canali, mi fermo sui ponti e osservo che sulle rive non ci sono più i granchi che al pomeriggio se ne stavano pigramente a prendere il sole. Non ci sono più da tanti anni. Cerco i posti di quando ero bambino ma molte volte non li riconosco. La scala matta non c’è più e non più neppure la signora Bora Levi. Le finestre della sua casa sono murate, la fisionomia del luogo è cambiata. Quando chiedo non mi sanno rispondere. Gente giovane che non sa, oppure qualche vecchio che non vuole ricordare”.
Addio a Sauro Tomà, superstite del Grande Torino, scomparso martedì a 92 anni.