Aprile 2018- Pagina 14

Domenico Buratti, magnifici quei ritratti

FINO AL PRIMO MAGGIO

Un’altra “piccola mostra preziosa”. La retrospettiva dedicata, nelle Sale 11 e 12 della “Pinacoteca dell’Accademia Albertina” di Torino, a Domenico Buratti (Nole Canavese 1881 – Torino 1960)   rappresenta il secondo appuntamento del ciclo “Dalla scuola di Grosso”, curato da Pino Mantovani e da un Comitato Scientifico formato da Francesco De Caria, Angelo Mistrangelo e Donatella Taverna. La mostra di Buratti segue quella di Venanzio Zola tenutasi nel mese di marzo, mentre per maggio è già in programma la terza incentrata sull’opera di Bartolomeo Baggio. Tre rassegne da Wunderkammer che vogliono ricordare tre eccellenti artisti operanti in Accademia nel ‘900 e formatisi alla Scuola di Pittura di Giacomo Grosso. Figlio di un falegname “stipettaio” e pittore di originale talento, ma anche illustratore di libri di poesie e poeta egli stesso, nonché – intorno agli anni Trenta – editore con il fratello Tino (insieme al quale, dopo averla rilevata, prosegue l’attività dell’“Editrice Fratelli Ribet” fino al 1932), Buratti entra giovanissimo all’“Accademia Albertina”, dove segue in modo particolare i corsi di Disegno di Giacomo Grosso e stringe forte amicizia con i coetanei Felice Carena, Cesare Ferro, Anton Maria Mucchi e Mario Reviglione. Inizia ad esporre nei primi anni del ‘900, allorché sue opere, di netta impronta simbolista, vengono presentate alla “Promotrice” di Torino. Messa bene in testa, negli occhi, nelle mani e nel cuore, la grande lezione di Grosso, Domenico Buratti “è, prima di tutto – scrive Pino Mantovaniun disegnatore; anche quando lavora di pennello, di colori smaltati e velature, di lacche e vernici”. E nulla, più del disegno, è in grado, secondo lo stesso artista, “di far diventare il corpo trasparente come acqua e leggero come l’aria”. Nell’attuale mostra alla “Pinacoteca dell’Albertina” (poco più di trenta le opere esposte e realizzate in gran parte fra il 1904 e il 1910), troviamo anche una decina di piccoli “paesaggi” raccolti sotto il titolo significativo di “Impressioni”; opere decisamente gradevoli giocate sul tratto rapido del colore nella ricerca di sintesi narrative che paiono scivolare spesso oltre la rigida sintassi del segno e delle forme. Una sorta di “bizzarria” pittorica, pur accompagnata da grande mestiere. Poiché la “vera pittura” per Buratti è rigore, è puntigliosità, è attenzione scrupolosa al segno che “prepara, imposta, sviluppa e conclude i processi delle arti visive”. Per questo l’indimenticato Marziano Bernardi recensendo, nel ’40, una sua mostra alla Galleria “Martina” scriveva: “Le sue più intime gioie Buratti deve averle godute nello scoprire come si dipinge un bel quadro piuttosto che nel contemplare il suo bel quadro dipinto”. Opere di grande scuola e perfezione accademica oltre che di trascinante forza introspettiva sono quindi, e soprattutto, i Ritratti, gli Autoritratti e le Scene di corale umanità che troviamo ben esposte in rassegna. Dai “Ribelli”, olio austero del 1904 che segna l’avvicinamento – anche attraverso l’impronta simbolista di Leonardo Bistolfi – a quel Socialismo umanitario che aveva improntato il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo a quell’autentico capolavoro di maestria pittorica che è “Il gregge”ancora incentrato sui temi della denuncia sociale, acquistato nel 1905 alla “Promotrice” da Arturo Toscanini e andato purtroppo disperso dopo la morte del grande direttore d’orchestra. In mostra troviamo però esposti il bozzetto e otto imponenti disegni preparatori realizzati a matita su carta: disegni così perfetti e analiticamente studiati nella trascrizione drammatica di quel “gregge di bambini”, impietosamente curvi e deformi sotto la spinta degli adulti aguzzini, da rappresentare opere compiute e “in se’ concluse”. Notevoli, di stupefacente bellezza i ritratti e gli autoritratti. Al 1910 risale “Il babbo e la mamma”, posteriore di quattro anni a “La madre”, che tanto piacque a Grosso per le “ricerche di colore – ambiente” e a Bistolfi perché “concepito come una scultura nelle pieghe soprattutto delle vesti grigio-pietra”. Di sontuosa rinascimentale armonia è ancora “Il manto viola”, ritratto del ‘22 di grande formato della moglie Vittoria Cocito, anche lei pittrice allieva del Ferro e rappresentata con un mazzo di primule fra le mani; accanto un imponente “Autoritratto” della stessa Vittoria di cui attrae il bianco candore del lungo abito e l’atmosfera di solenne ieraticità. E infine i vari “Autoritratti” di Domenico. Giovane, appena ventiseienne in quello dal “berretto rosso” del 1907 fino all’“Autoritratto con paesaggio invernale” del ’50. Buratti era allora prossimo ai settanta e in una sua poesia, malinconico controcanto letterario al dipinto, così scriveva: “Ci somigliamo alle fattezze/ o inverno, scabre, alle cortezze grezze/ fra turni di sonno e turni/ di sogno, lungo giorni notturni…”.

 

Gianni Milani

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“Domenico Buratti”

Pinacoteca dell’Accademia Albertina, via Accademia Albertina 8, Torino; tel. 011/0897370 – www.pinacotecalbertina.it  – Fino al primo maggio – Orari: tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 10 alle 18

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Nelle foto

– “Ribelli”, 1904
– Bozzetto de “Il gregge”, 1905
– “Il manto viola”, 1922
– “Autoritratto con il berretto rosso”, 1907
– “Autoritratto con paesaggio invernale”, 1950

In cassa integrazione 5.800 addetti di Mirafiori

Fca collocherà in cassa integrazione ordinaria 5.799 addetti su di un totale di 6.400 degli Enti Centrali di Mirafiori, nelle giornate del 18, 25, e 28 maggio. La Fiom  spiega che tali fermate fanno seguono quelle di dicembre 2017, marzo 2018 e aprile 2018, per complessivi 11 giorni di cassa integrazione e a quelli di inizio gennaio, con i permessi individuali. Il sindacato evidenzia inoltre la scarsità di nuovi progetti. Incertezza dunque per gli stabilimenti italiani e del polo del lusso torinese in particolare, con il dubbio che eventuali nuovi modelli non siano imminenti.

 

(foto: il Torinese)

In Virginia dissero no

Avete presente la C.I.A.? Tranquilli, non si parlerà di servizi segreti, controspionaggio o verità nascoste… Dal 1961 circa, le aree a sud e ad ovest di Washington (DC) oltre il fiume Potomac diventarono zone-fulcro di comando di alto livello. Al di là del confine, in Virginia, al preesistente Pentagono (contea di Arlington) venivano ad aggiungersi i C.I.A. headquarters a Langley, località appartenente al census-designated placed di McLean. Fortunatamente negli anni Sessanta a McLean e dintorni non gravitavano solo dipendenti della C.I.A. o del cosiddetto”apparato”, ma anche musicisti di belle speranze. Fu così che verso la fine del 1963 si costituì la band The Apollos, che ebbe come nucleo originario i fratelli Dave e Don Harney (chit) e Jim Price (b); a questi si aggiunsero, dopo alcune sostituzioni, Wayne Groves (batt), John Parisi (org) e Tom Vorhauer (V). Le esibizioni coprirono soprattutto l’area nord-est della Virginia e la zona di Washington; fra le venues si segnalano “Mac’s Pipe and Drum”, la “Firehouse” di Fairfax e la famosa “Roller Rink” di Alexandria (qui The Apollos furono support band di gruppi quali The Vogues, The Mad Hatters, The British Walkers). Un’affermazione ad una “Battle of the Bands” locale consentì, presso gli Edgewood Studios di Washington, la registrazione di una demo di 4 brani; due di questi erano originali (scritti da Vorhauer-Parisi e Don Harney) e sarebbero poi stati il materiale del primo 45 giri. “That’s The Breaks” [T. Vorhauer – J. Parisi] (Delta MM 183; side B: “Country Boy”, 1965) uscì con etichetta Delta [Music Company] e con la produzione del manager della band, Bill Mosser. Il brano divenne presto una hit locale, ma diede visibilità anche ad ampio raggio, tanto che la MGM records si fece avanti per acquisire i diritti del pezzo; The Apollos tuttavia rifiutarono la proposta, in quanto scettici sulla convenienza di cedere subito i diritti del brano che li aveva fatti emergere con tanta rapidità.

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Quasi in parallelo si presentarono anche due talent scouts della Paramount Artists, che sollecitarono più volte la band per un contratto, ma a patto che fosse rimosso il manager Bill Mosser. Anche in questo caso The Apollos respinsero la proposta, ma ne pagarono presto le conseguenze; la Paramount disse che “i ragazzi si sarebbero pentiti di non aver firmato il contratto” ed ebbe inizio una specie di boicottaggio pilotato che li condannò ad una sorta di black list. John Parisi lasciò e venne sostituito da Dwight James. La band, entro un breve lasso di tempo, vide i propri brani disertati dalla programmazione delle radio nazionali e le proprie incisioni rifiutate dai negozi di dischi. L’onda negativa raggiunse il secondo single 45 giri, inciso con etichetta Montgomery: “Target Love” [Mosser-Harris] (Montgomery 0011-12; side B: “It’s a Monster”, 1966), nonostante il buon livello, ebbe scarso riscontro nelle classifiche e purtroppo scomparve presto dai radar. Dopo l’estate 1966 Vorhauer, Price e Groves dovettero lasciare per motivi personali e di studio; subentrarono Doug Collis (V) e Wayne Goubilee (batt), che con i fratelli Harney cercarono di proseguire un’avventura ormai già segnata da un mercato musicale non più favorevole. La parabola de The Apollos si chiuse probabilmente entro l’inizio del 1967; tuttavia non ha impedito agli Harney, a Price, Vorhauer e Groves di incidere nel 2013 un album celebrativo del cinquantennio e di organizzare nel 2017 un’ultima reunion a Hot Springs in Arkansas, ricordando ancora le origini a McLean e Falls Church e le feste alla George C. Marshall High School.

 

Gian Marchisio

Anfov, Uncem e Anci per il futuro della comunicazione

Un successo il convegno sul futuro della comunicazione, sui servizi, sulle aggregazioni virtuose di realtà a favore dei cittadini, raccontati dalle aziende che applicano idee e progetti grazie a Iot e Bul. Idea per un Catasto delle migliori idee d’innovazione a livello nazionale

Nella Sala delle Colonne del Comune di Torino, gremita da operatori, imprenditori e amministratori pubblici, si è svolto, martedì 17 aprile, il convegno di Anci Piemonte, ANFoV e Uncem “Banda Ultralarga e Internet of Things: le imprese rispondono”, appuntamento che rappresenta l’avvio di una campagna nazionale d’informazione e formazione sulle nuove tecnologie di comunicazione e le loro possibilità. La necessità di connessione, l’aggregazione su interventi innovativi – già disponibili grazie alle possibilità della rete ad alta velocità/redditività e alla connessione attiva tra oggetti e apparati grazie alla rete (IoT), – e la possibilità di superare le barriere anche territoriali contro l’isolamento, sono i punti fermi di un interesse molto vivo da parte delle amministrazioni locali, anche le più piccole, che è stato pienamente soddisfatto dagli approfondimenti, nei campi della salute, della sicurezza, della sorveglianza, dell’agevolazione e velocizzazione di gestione di alcuni servizi offerti ai cittadini, svolti dalle cinque aziende che hanno raccontato, nel convegno, l’applicazione pratica di Iot e Bul. A introdurre il pomeriggio di lavori sono stati Marco Bussone, vicepresidente Uncem Piemonte, Michele Pianetta, vicepresidente Anci Piemonte e Stefano Ciccotti, consigliere ANFoV e anfitrione del convegno.

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Marco Bussone (Uncem) ha tenuto a sottolineare come la “necessità di velocità e snellezza nei processi delle amministrazioni, soprattutto nei rapporti con le aziende, abbiano un naturale riscontro nelle tecnologie di comunicazione e di rete ad alta velocità. Opportunità che è necessario conoscere e cogliere, per i 1200 comuni del Piemonte, uscendo dalla polarizzazione dei grandi centri anche grazie alle convergenze di obbiettivi”.

 

Michele Pianetta (Anci) ha ribadito la necessità di formazione dei sindaci anche dei piccoli comuni per “comprendere al meglio quali siano i reali vantaggi, anche economici, dell’utilizzo di queste tecnologie, che possono creare un movimento virtuoso di idee verso l’innovazione con il coinvolgimento dei privati. Bisogna dare gambe – ha detto Pianetta – alle forme associative dei comuni su partite chiave come queste, anche con il coinvolgimento della Regione, e grazie alla divulgazione e alla conoscenza”.

 

Stefano Ciccotti, dell’Associazione per la Convergenza dei servizi di Comunicazione ANFoV, invece, ha sottolineato come “l’idea sia quella di usare l’Associazione come raccordo e traino per le esigenze delle pubbliche amministrazioni di mettersi in contatto con le aziende che progettano e rendono pratica l’innovazione con Bul e IoT. Ciò anche grazie alla diffusione della cultura della Rete in Italia, aumentando la conoscenza e la consapevolezza delle potenzialità, verso un futuro di innovazione che può cambiare il territorio, aumentando i servizi per i cittadini. Un’idea è arrivare ad una sorta di catasto delle migliori idee su questo tipo d’innovazione, a livello nazionale, che possa diventare appetibile come modello da esportare a livello internazionale”.

Sono seguiti gli interventi delle cinque aziende, associate ad ANFoV, che hanno presentato le loro innovazioni rese possibili da Iot e Bul.

 

Cidimu, con Ugo Riba, ha parlato della nuova “piattaforma informatica che cambierà la medicina”, l’americana Saluber Md, grazie alla quale, tramite uno smartwatch che monitora i dati medici della persona, e a una App, sarà possibile contattare un medico, avere prescrizioni, avere ricette per esami, essere aiutati in necessità di salute, ovunque ci si trovi nel mondo. Grazie, infatti, alla possibilità di traduzione in 36 lingue differenti, l’App sarà utilizzabile, h24, in ogni luogo del pianeta.

 

DBA Progetti, con Mariagiovanna Gianfreda, ha spiegato un interessante progetto di monitoraggio ambientale chiamato “Ismael”, grazie al quale, con una serie di sensori che rilevano diversi dati tra cui, aria, acqua, meteo, traffico, è possibile realizzare predizioni statistiche sugli impatti di una determinata decisione sull’ambiente o su di un sistema. Tale progetto è attivo, ad esempio, a supporto delle decisioni di movimentazione al porto commerciale di Bari.

 

Mauro Moioli di Gemino ha spiegato come, grazie alle piattaforme che permettono la comunicazione tra apparati e oggetti teconologici già esistenti, si possano sviluppare progetti di grande utilità per le pubbliche amministrazioni, sia per quel che riguarda i servizi ai cittadini, sia per quel che riguarda la gestione di processi decisionali sulle programmazioni da mettere in atto per una comunità.

 

Marco Torrero di Intecs Solutions ha dimostrato come, grazie alle capacità del progetto di audio sorveglianza “Dionisio”, si possa aumentare la sicurezza di una specifica zona, di un edificio o di un luogo particolarmente sensibile (ad esempio una stazione, uno stadio o un plesso scolastico). Attraverso l’utilizzo di avanzati microfoni miniaturizzati geolocalizzati, che comunicano tra loro, si possono individuare rumori particolari (spari, urla, avvicinamento animali, panico…) per far scattare un allarme e un conseguente intervento.

 

Ultimo tra le aziende è stato l’intervento di Giorgio Di Bella di Staer Sistem, che ha presentato un progetto di “Smart tower”, sviluppato per Terna, che prevede l’utilizzo dei tralicci dove passa l’elettricità (sono 280mila in Italia soprattutto nelle zone rurali, con un’altezza dai 20 ai 50 metri), i quali dotati di particolari sensori possono creare una rete di controllo e monitoraggio utile ad esempio contro i dissesti idrogeologici, contro il bracconaggio, o di supporto agli studi sui fenomeni sismici, sull’agricoltura di precisione, non escludendo possibilità relative alla sicurezza delle persone.

 

Molto seguito anche l’intervento di Marco Balagna, della Regione Piemonte, sul tema dei finanziamenti pubblici a disposizione per l’innovazione, che ha sottolineato come quest’ultima vada a braccetto con l’unione virtuosa dei comuni: “Perché l’unione è il soggetto ideale per fare sperimentazione, grazie alla maggiore elasticità e ai minori vincoli amministrativi di cui può godere. L’innovazione è un metodo per far lavorare insieme territori omogenei”.

 

Infine l’Assessore Regionale all’Innovazione, Giuseppina De Santis, ha sottolineato come “la trasformazione digitale e i progetti per la sua realizzazione, sono passi necessari e non rimandabili. Pur se il Piemonte, per ora, è ancora un po’ indietro rispetto ad altre realtà, come la Lombardia. La sfida è investire in queste tecnologie e fare in modo che le pubbliche amministrazioni mettano in rete non le informazioni ma i servizi, ossia ciò che davvero conta per i cittadini. Senza mai, però, dimenticare la necessaria attenzione alla gestione dei dati personali e della privacy”.

 

Sull’importanza della tutela della privacy è intervenuto anche l’Assessore al Commercio e al Lavoro del Comune di Torino, Alberto Sacco, che ha sottolineato come “la tutela dei dati personali deve essere la prima cosa, senza dubbio. Questo delle reti e della comunicazione ultraveloce, che permette la realizzazione di progetti importanti, è un futuro inderogabile, anzi dovrebbe essere già l’oggi. Ci sono applicazioni infinite sui servizi ai cittadini e anche sulle condizioni di vita, pensiamo ad esempio all’inquinamento e alle azioni più incisive se guidate da dati più precisi e puntuali ricevuti da sensori più avanzati”. Per significare la necessità di cambiamento ha poi citato il caso di Torino, candidata italiana alla sperimentazione delle auto a guida autonoma.

L’appuntamento, che a Torino ha messo in contatto aziende, operatori e amministratori pubblici per aumentare la conoscenza e la consapevolezza su Iot e Bul, vedrà nei prossimi mesi altre tappe sul territorio regionale e nazionale.

 

Per tutti gli aggiornamenti su questi argomenti e sui prossimi appuntamenti si possono visitare i siti: www.anci.piemonte.it ; www.anfov.it. ; www.uncem.piemonte.it

 

Per contatti e informazioni:

anci.piemonte@comune.torino.it

anfov@anfov.it

uncem@cittametropolitana.torino.it

Fiori e cucina

Danze del gruppo Historia Subalpina showcooking con gustose ricette ai fiori eduli

Al castello di Pralormo, in compagnia di migliaia di tulipani, narcisi, rose, violette e margherite, la possibilità di trascorrere una domenica con un ricco calendario di appuntamenti organizzati da Messer Tulipano. Il tema di quest’anno è “… e il parco si tinge di rosa”: passeggiando nel parco e nelle dépendences del castello si potrà scoprire un mondo dedicato al colore e alla regina dei fiori.

 

Domenica 22 aprile alle ore 11 il tema della rosa sarà sviluppato anche in un coinvolgente showcooking dal titolo “Fiori eduli: la rosa in cucina”, a cura di Mùses – Accademia Europea delle Essenze per il progetto Alcotra Antea – DISAFA Università degli Studi di Torino. Protagonista dell’evento sarà la Scuola di Cucina La Maggiorana di Rivoli, fondata da Erica maggiora e ora da lei condotta con la figlia Camilla. Il pubblico sarà sedotto e deliziato con la preparazione di una tartellette di mandorle ed essenza di rose con crema chantilly alle fragole e decorazione di fiori eduli, di una rosa croccante con farcitura di formaggi di latte vaccino e di capra con erbe aromatiche, asparagi e fiori eduli e di bicchierini di mele renette al rosmarino e miele al rododendro, decorati con fiori del rosmarino. I fiori eduli, selvatici e commestibili, che hanno un intrinseco valore decorativo e importanti caratteristiche nutrizionali, saranno forniti per l’occasione dal vivaio Gramaglia di Collegno. Lo showcooking avrà una durata di 40 minuti.

L’iniziativa rientra nel progetto Antea mirato allo sviluppo e ottimizzazione della filiera emergente del fiore edule, mediante attività innovative volte a valorizzare gli aspetti legati a tutto il processo: produzione, qualità, sicurezza d’uso, trasporto, conservazione, logistica, contatti e marketing. Un esempio tangibile di questo processo è l’esistenza del giardino dei fiori eduli presso l’Antico Orto dei Padri Somaschi a Cherasco che fa parte della rete dei Giardini delle Essenze**in allegato anche il comunicato stampa di Terre dei Savoia sul progetto Antea e i fiori eduli

 

Sabato 21 aprile si potranno invece ammirare le tipiche danze del Gruppo Historia SubalpinaDurante il weekend si potrà partecipare alle degustazioni a cura dei Maestri del Gusto di Torino e Provincia. A disposizione dei bambini la zona ludica a cura di New Holland con trattorini a pedali, insieme ad altre animazioni per i piccoli agricoltori. Per trascorrere una divertente e rilassante giornata all’aperto, il parco offre panchine per riposarsi e fare picnic, una caffetteria ristorante e, per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e veri e propri dog bar. Messer Tulipano è aperto anche in caso di pioggia!

Piazza San Carlo, depositate le 16mila pagine degli atti

AGGIORNAMENTO  “Se qualche singolo ha tenuto comportamenti anomali rispetto al suo ruolo, questo io non lo posso sapere e mai ne sono stata informata”. Così dichiarò a verbale la sindaca a proposito dell’organizzazione della serata in Piazza San Carlo del 3 giugno 2017 ai pm che la interrogarono il 20 novembre come indagata.

Depositati in Procura  gli atti su piazza San Carlo, più di 16 mila pagine relative al filone principale dell’inchiesta, per il quale alcuni giorni fa è stato notificato l’avviso conclusioni indagini, spesso “propedeutico” al  rinvio a giudizio, a 15 persone che organizzarono la sfortunata manifestazione. Tra loro la sindaca  Appendino,  il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il direttore Paolo Lubbia e la collaboratrice Chiara Bobbio, l’ex questore Angelo Sanna con due dirigenti, i responsabili e collaboratori di Turismo Torino, azienda municipale che curò la proiezione sul maxi-schermo della finale di Champions durante la quale il panico causò oltre 1.500 feriti e la morte della 38enne di Domodossola  Erika Pioletti. Il secondo filone d’ indagine è sfociato nell’arresto di giovani nordafricani, sospetti rapinatori  con bombolette di  spray urticante, possibile causa del panico.

Presentato a Palazzo Lascaris il primo libro di approfondimento sull’anateismo

Il libro “Anateismo Contemporaneo” è stato presentato a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte.
L’anateismo si colloca quale strada di mezzo tra l’essere atei e l’essere incondizionatamente credenti: traendo spunto dal termine “ateismo” che indica una assenza del concetto di Dio o di credenza religiosa, il sociologo Richard Kearney ha coniato la parola “ana-teismo” per indicare, con la preposizione greca “ana“, la “salita verso” o il “ritorno verso” il teismo, verso l’Essere Supremo. 
Edito da Pacini a cura di Luigi Berzano, il libro rappresenta il primo lavoro di approfondimento sul tema introdotto da Kearney.
Grazie alla collaborazione tra la Chiesa di Scientology, il Centro d’Informazione Buddhista e l’Osservatorio sul Pluralismo religioso è stato possibile coinvolgere un gran numero di ricercatori e studiosi che hanno analizzato nel panorama sociale contemporaneo, il modo di vivere la relazione con Dio, che non può più essere suddiviso semplicemente tra religiosi e atei. 
La presentazione è stata animata dai saluti di Giampiero Leo, vice presidente del Comitato Regionale Diritti Umani e dagli interventi di Bruno Portigliatti (Centro d’Informazione Buddhista), Giuseppe Cicogna (Chiesa di Scientology), Claudio Torrero (Interdependence), Fabrizio d’Agostini (comitato organizzatore del convegno Forme dell’Ana-teismo Contemporaneo) e Luigi Berzano (Università di Torino).
Secondo il Professor Berzano “questa pubblicazione rappresenta un lavoro scientifico molto importante, poiché apre ampi spiragli e alimenta speranze concrete nel superamento di barriere ideologiche e culturali, che vanno abbattute se si ambisce ad una società più pacifica e costruttiva.”

Nuove famiglie, Appendino: “Forzare la mano per i diritti”

Sul tema delle nuove famiglie, la sindaca Chiara Appendino ha scritto un lungo post su Facebook: “L’amore di una famiglia è un diritto che va oltre a qualsiasi categoria o definizione socialmente imposta. Questo semplice principio, che da sempre guida la nostra azione politica, vogliamo ribadirlo in questi giorni con rinnovata forza. Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli”. La prima cittadina interviene sulle nuove forme di genitorialità dopo il caso del bambino con due madri, concepito con la procreazione assistita, non registrato dall’anagrafe torinese. Prosegue Appendino: “Oggi l’Italia non è ancora pronta a riconoscere legalmente queste famiglie e ci si trova davanti a ostacoli burocratici tanto fastidiosi nella loro forma quanto difficili da superare. Tuttavia la nostra posizione politica è chiarissima. Lo è sin da quando all’inizio del nostro mandato, insieme all’Assessore ai Diritti, Marco Alessandro Giusta, abbiamo dato un segnale scegliendo di cambiare la forma stessa degli atti del Comune, modificando nei dispositivi il termine “famiglia” con il plurale “famiglie. Oggi ribadisco questa posizione, dichiarando la ferma volontà di dare pieno riconoscimento alle famiglie di mamme e di papà con le loro bambine e i loro bambini. Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l’auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”. La sindaca conclude ringraziando  il Coordinamento Torino Pride GLBT, “da sempre promotore di modernità su questi temi, insieme a tutte le cittadine e tutti i cittadini che li sostengono”.

 

(foto: il Torinese)

La Juve punta su Mandzukic e Pjanic

Mandzukic e Pjanic hanno preso parte oggi a Vinovo all’allenamento in gruppo, con una temperatura vicina a 30 gradi. Dunque l’attaccante croato e il centrocampista bosniaco potrebbero essere disponibili  per lo scontro-scudetto di domenica con il Napoli. Allegri ha puntato soprattutto sulla tattica e domani alle 12 terrà la sua conferenza stampa.

GARIGLIO (PD): “NELLE PROSSIME ANNUALITA’ VENGANO PREMIATI I COMUNI VIRTUOSI”

L’ultima legge di Bilancio ha previsto uno stanziamento di fondi per interventi di messa in sicurezza degli edifici  pubblici e del territorio a valere sul triennio 2018-2020. Quest’anno, in base ai criteri utilizzati per la ripartizione, sui circa 6.000 progetti ne sono stati finanziati 146, quasi tutti presentati da Comuni in grave stato di disavanzo finanziario. L’Anci Piemonte ha chiesto una verifica in sede utile al fine di riequilibrare la situazione.

“Concordo con le perplessità manifestate da Anci Piemonte sul fatto che i fondi per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici, per l’anno 2018, siano stati ripartiti con criteri che penalizzano molti Comuni piemontesi e, in generale, tutti i Comuni virtuosi” ha dichiarato l’onorevole Davide Gariglio del Partito Democratico.

“Mi impegnerò, insieme ai colleghi parlamentari – ha proseguito Gariglio – perché, per le prossime due annualità, vengano modificati i parametri affinché possa essere riequilibrata la situazione e possano essere privilegiati gli enti meritevoli”.