Balbo di Vinadio alla presidenza della Fondazione Fico

Torinese, 63 anni a luglio e socio fondatore dello Studio Legale “Balbo Vinadio e Associati”, con sede al civico 17 di corso Matteotti a Torino, è il noto avvocato Emanuele Balbo di Vinadio il nuovo Presidente della Fondazione Ettore Fico. Balbo di Vinadio succede a Ines Sacco Fico, moglie del grande pittore di Piatto Biellese, nonché presidente della stessa Fondazione (creata per sua volontà nel 2009) e del MEF- Museo Ettore Fico aperto in memoria del marito nel 2014 in via Cigna (in quell’area di Barriera di Milano nota come “Spina 4”), fino al 14 dicembre scorso, giorno della sua scomparsa all’età di 91 anni. Alla vicepresidenza, il Consiglio di Amministrazione ha nominato Beatrice Ramasco. Consiglieri: Renato Alpegiani, Andrea Busto, Marco Ciani, Lucia Fico, Giuseppe Galimi e Massimo Mao.

Queste le prime dichiarazioni del nuovo Presidente: “Da appassionato d’arte e collezionista, è con entusiasmo che mi appresto ad affrontare questa nuova avventura. Auspico di essere in grado di raccogliere l’importante eredità della compianta signora Ines Fico, la quale per prima mi ha dato l’opportunità di partecipare attivamente alla Fondazione come consigliere, permettendomi altresì di mettere al servizio di quest’ultima e del Museo Ettore Fico le competenze e le conoscenze giuridiche acquisite in ormai oltre trent’anni di esperienza professionale forense. Ho la fortuna di poter collaborare con una squadra competente, dinamica e appassionata, grazie alla quale sono sicuro che saremo in grado di avviare una nuova fase della Fondazione. Proseguiremo il lavoro sinora condotto dalla precedente Presidente e ci impegneremo  affinchè la Fondazione Fico operi come una realtà viva e attiva nel panorama torinese. Lo scopo che vogliamo raggiungere è quello di creare, in sinergia con il nostro splendido Museo, un nuovo polo di riferimento per la città, in grado di coniugare arte e cultura, con iniziative rivolte a un pubblico di tutte le età e con l’obiettivo di dimostrare ancora una volta che l’arte può essere di tutti e alla portata di tutti”.

g. m.

 

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