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Riverbera il coito di umidi gemiti
Per l’espanso amplesso che dell’universo fu punto primo
Inerme al fascino del suo circostante
Che la pelle iniziò a sentire.
Astrale il moto di quel ventre
Maree nel grembo, flusso di origine del fato
Rimane addormentata sotto una folta chioma
Che i sogni non muoiono annodati.
Socchiusi gli occhi con cui si guarda
L’affanno tace e il corpo trapela
Così traspare
E il sol vedere più non può che essere il restante percepire.
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