Novembre 2017- Pagina 26

Un incontro tra scienza e fantascienza

Mercoledì 15 novembre ore 15.30 Aula Magna Liceo Classico M. d’Azeglio – Via Parini 8, Torino

 

Com’è nata la vita all’inizio dei tempi? Esistono altri pianeti con condizioni simili a quelle terrestri? È possibile ricevere segnali da altri mondi? Questi ed altri quesiti saranno il tema di un incontro tra scienza e fantascienza organizzato dall’Unitre Torino per i suoi soci. L’appuntamento con “I segreti dell’universo” è per mercoledì 15 novembre alle ore 15.30 presso l’Aula Magna del Liceo Classico M. d’Azeglio in Via Parini 8 a Torino.

Ne parleranno

Giuseppe Arditodocente Unitre di “Antropologia e biologia umana”

Piero Galeottidocente Unitre di “L’uomo e il cosmo”

Giuliano Giachinodocente Unitre di ” La fantascienza

 

Modererà l’incontro la Professoressa Lucia Cellino, direttrice dei corsi Unitre e docente del corso “Come vivevano…Società e costume”. Si partirà dalle varie teorie che si sono succedute nei secoli circa l’origine della vita, da quelle dell’Antico Egitto a quelle nate con il progresso scientifico: la teoria dell’evoluzione darwiniana, la ricostruzione della struttura del DNA da parte di Watson e Crick e la creazione dei primi composti organici in laboratorio ad opera di Stanley Miller. Si passerà poi alla vita nell’universo e alla ricerca di pianeti, con condizioni simili a quelle terrestri, che potrebbero ospitare la vita. Non mancheranno accenni alla Fantascienza e alle forme di vita completamente diverse da quella biologica-organica. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

La crisi è (quasi) alle spalle. Tra gli artigiani c’è voglia di ripresa e crescono gli ordini

C’è voglia di ripresa tra le imprese artigiane e crescono i nuovi ordini per le esportazioni: +3,54%, così come gli investimenti per ampliamenti (4,38%) e sostituzioni (30,50%) e le previsioni dell’occupazione (7,6%). Così  l’Ansa riporta i dati comunicati da Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, che riguardano la quarta indagine trimestrale congiunturale di quest’anno. Crescono le aziende che intendono assumere apprendisti, che passano dallo 0% all’1,46%. Le stime di regolarità degli incassi aumentano passando  dall’81,20% all’83,78%. L’impressione degli operatori del settore è che  la “peggiore crisi dal dopoguerra” stia rientrando. Le imprese artigiane puntano anche su ”Impresa 4.0”. E’ il  programma che prevede gli investimenti in innovazione e avanzamento tecnologico finalizzati al rilancio economico.

Parco della Salute e trasporti, esempi di immobilismo

Siamo quasi alla fine di questa legislatura regionale ed ancora si discute su che cosa mettere allinterno del Parco della Salute di Torino. In 5 anni rispetto ai due grandi complessi ospedalieri di Novara e Torino messi in campo dal mio governo regionale non si è mossa foglia. Siamo allannuncio degli stanziamenti che sarebbero stati decisi da Roma. Praticamente siamo al punto di prima e di tempo ne è passato, tanto. Il fatto è che nessuno dice niente. Limmobilismo più totale viene vissuto con rassegnazione ed anzi ciascuno si adegua come può, adottando comportamenti conformi. Qualche giorno fa, ad esempio, è arrivato lannuncio dello scioglimento del comitato dei pendolari sulle linee ferroviarie Domodossola- Milano e Arona- Novara. Il Comitato non si scioglie perché sono stati risolti i problemi dei trasporti ,ma perché ,ormai, le proteste non vengono rilanciate da nessuno. Anche in questo caso il clima è quello di una rassegnazione generale. Sono tutti affaccendati ad interpretare la politica come un gigantesco tabloid dove si insegue la polemica del giorno. Allora, difendersi dalle tempeste mediatiche diventa unarte. In questo Chiamparino è maestro: il risultato è un immobilismo assoluto.

Roberto Cota

Orwell, il Marchese del Grillo e la buona fede

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Uno spirito aleggia tra i pentastellati, almeno quelli torinesi. E’ lo spirito del Marchese del Grillo (Beppe?), che diventa punto di riferimento politico – ideologico del raggruppamento: “Io so’ io e voi siete niente”. Così dopo aver promesso di ridurre i costi della politica hanno aumentato i portaborse in Comune.  Ma si sa, loro possono dove per gli altri sarebbe un errore imperdonabile  Ora un’ altra “moda”, ritoccare  foto di repertorio cancellando chi è diventato loro indesiderato. Come per Giordana (del resto salvato dall’ Appendino e collocato ad altro ufficio) che viene coperto dall’ attuale addetto stampa. L’impressione è che i grillini  pensino: “la realtà la modifichiamo come e quando vogliamo”. Noi suggeriamo loro una proficua e gradevole lettura: La fattoria degli animali. Il suo autore, Orwell, è stato volontario al fianco dei Repubblicani nella guerra civile spagnola. Il libro è una allegoria.Gli animali si liberano della dittatura del Fattore. Poi, nottetempo, i maiali per diventare i padroni della fattoria modificano le tabelle della legge che rendeva tutti gli animali uguali e con gli stessi diritti.  L’autore si riferiva all’ Urss con la relativa degenerazione della rivoluzione in dittatura e basta. Degenerazione che partiva dalla falsificazione della storia della rivoluzione. La nostrana falsificazione delle foto sarà anche paesana e all’ acqua di rose. Ma resta pur sempre una mistificazione della realtà. Dal MoVimento si schermiscono precisando che  nel loro sito web possono postare chi vogliono. Vero, ma sarebbe stato più elegante rimuovere la foto “incriminata”. Saper o voler governare è anche una questione di stile, non dimostrato da quei pentastellati.  E poi io non mi fido. Non mi fido di chi altera la verità, seppur solo quella di una immagine. Nessuno dai piani alti pentastellati ha obiettato sulla vicenda del fototarocco. Anche qui  ritorniamo alla sindrome del Marchese del Grillo. Loro possono fare qualcosa che gli altri non possono fare. Prima credevo (almeno) nella loro buon fede, ora non ne sono più convinto.
Patrizio Tosetto

Salvata da un tumore al seno come ringraziamento raccoglie fondi e dona un ecografo

Una gran bella storia di buona sanità e di generosità a lieto fine per l’ospedale Mauriziano di Torino. La protagonista è la signora Stefania Vergnano, una giovane donna che due anni fa scopre di avere un tumore della mammella e viene operata al Mauriziano proprio l’ultimo giorno dell’anno. Pur nel momento difficile, si instaura un ottimo rapporto con il chirurgo ginecologo senologo, anche perché entrambi hanno in comune la passione per la musica: Stefania canta ed il chirurgo suona da anni le tastiere in una band. Chiacchierando sulle necessità della Breast Unit del Mauriziano (diretta dalla professoressa Nicoletta Biglia) e sulla difficoltà ad ottenere in tempi brevi alcune attrezzature, nasce l’idea di iniziare una raccolta fondi da proporre durante eventi musicali in giro per il Piemonte ed anche mediante la pubblicizzazione dell’iniziativa sui social. Un progetto di ricerca dedicato alle donne ad alto rischio eredo-familiare di tumori della mammella e ginecologici, settore in cui la Breast Unit del Mauriziano è da anni molto attiva ed esperta, consente di ottenere fondi da una casa farmaceutica e, attraverso il passaparola tra i colleghi, che conoscono Stefania, sono stati raccolti fondi dall’Associazione dei Dipendenti UniCredit NOI – Nord Ovest Insieme Onlus -, fondi che UniCredit Foundation ha duplicato. Infine, arrivano alcune donazioni private effettuate da famiglie e dagli amici in memoria dei loro cari. Dopo un anno e mezzo è stata raggiunta la cifra di euro 24.877,50 e grazie all’integrazione della cifra mancante da parte dell’Amministrazione del Mauriziano, si è riuscito a raggiungere il primo obiettivo con l’acquisto di un ecografo a sonda lineare ad alta frequenza. E’ da sottolineare, al di là della soddisfazione di disporre della nuova strumentazione, la generosa e spontanea partecipazione di tante persone che in un modo o nell’altro hanno attraversato momenti di dolore personale o familiare ed hanno deciso di dedicare una parte del loro tempo e dei loro beni al miglioramento delle possibilità di cura di chi si sarebbe trovato in futuro ad incontrare la malattia e tutte le difficoltà che questo evento comporta. La raccolta di fondi continua perché molti progetti sono ancora da realizzare, nell’ambito della formazione di personale dedicato che possa seguire con continuità e competenza le donne nel faticoso percorso dalla diagnosi a tutte le fasi di trattamento del carcinoma mammario per il miglioramento della qualità di vita dopo il tumore.

 

Razzismo sul bus, si cerca l’uomo che ha insultato la ragazza

I carabinieri di Grugliasco stanno cercando di identificare l’uomo che nei giorni scorsi si è reso protagonista di un episodio di razzismo nei confronti di una ragazza di origine africana. A bordo di un bus, il 63, che collega la cittadina della cintura torinese al capoluogo, la giovane è stata apostrofata da un uomo sui 60 anni che l’ha anche urtata al ginocchio muovendosi sul bus, urlandole “torna al tuo paese”. La ragazza ha avuto la solidarietà della sindaca Chiara Appendino.

“The Broken Key”. Alla ricerca del Sacro Graal

Il 14 novembre prossimo al cinema Ideal anteprima del nuovo film del regista torinese Louis Nero. Nel cast di eccezione Franco Nero e Rutger Hauer 

 

 

Dopo aver esplorato i segreti di Dante nel docufilm intitolato “Il mistero di Dante”, il regista torinese Louis Nero è tornato dietro la macchina da presa, immergendosi nuovamente nei misteri della storia italiana e scegliendo, ancora una volta, una città ricca di esoterismo e di radici mitiche quale Torino. Lo ha fatto con il suo ultimo film dal titolo The Broken Key, che vanta un cast di tutto rispetto, con attori quali Christopher Lambert, Rutger Hauer (l’attore in Blade runner, protagonista del monologo “Ho visto cose che voi umani. ..”), Geraldine Chaplin, William Baldwin, Michael Madsen, Franco Nero, Kabir Bedi e Maria De Medeiros. Il film, che uscirà nelle sale dal 16 novembre prossimo, verrà presentato in anteprima in una serata speciale per il pubblico martedì 14 novembre prossimo, con proiezione alle 21.30 al cinema Ideal di Torino, in corso Beccaria 4. ” The Broken Key – spiega il regista Louis Nero – vuole rappresentare la ricerca del Sacro Graal, che si concentra nella chiave spezzata. Il protagonista, il ricercatore inglese Arthur J. Adams, viene spinto a compiere questo percorso avventuroso dal suo mentore, il professor Moonlight.

La sua ricerca del frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus, risulta ostacolata da una serie di misteriosi omicidi legati ai sette peccati capitali. Uno di questi, l’accidia, è impersonato dall’attrice Geraldine Chaplin, che è anche il guardiano del paradiso celeste, con sede nella Mole, punto centrale di tutto il film”. “Sono tuttavia molte le location che ho scelto per girare il film – aggiunge Louis Nero – tra cui alcune delle più belle piazze torinesi, quali piazza Castello e piazza Statuto, carica di esoterismo, alcuni palazzi prestigiosi come Palazzo Cisterna, dove ho collocato l’abitazione del professor Moonlight, il Palavela, dove ho girato alcune scene sul tetto, la galleria di Diana della Reggia di Venaria, il Museo Egizio e la Sacra San Michele, sede del paradiso terrestre”. “Il protagonista del mio film – conclude Louis Nero- dovrà anche addentrarsi nei meandri di una metropoli del futuro, una Torino del 2033, specchio della sua anima, dove circoleranno soltanto più quali auto delle Jaguar degli anni Settanta, ma riattualizzate in versione elettrica e con I Pad sul cruscotto, e sarà lì che riuscirà a ritrovare il pezzo mancante della chiave e a salvare l’umanità”.

 

Mara Martellotta

 

Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura

FINO AL 18 FEBBRAIO 2018 San Secondo di Pinerolo (Torino)

La sua prima mostra, ospitata nel 1935 alla Galleria “Il Milione” di Milano, dove espose opere di pura “astrazione musicale”, fu impietosamente stroncata nientemeno che dall’allora futurista Carlo Carrà, che le dichiarò “opere intelligenti, ma non sculture”. Troppo spigolose, troppo essenziali, prive di pathos. Troppo astratte (e per di più con quella strana declinazione al “musicale”) per essere allora comprese nella loro intima cifra stilistica ed emozionale. Si dovrà arrivare del resto agli anni Sessanta – con Calder o con Giacometti, solo per fare qualche nome – per concedere anche alla scultura quell’“audacia concettuale” già in precedenza sperimentata senza grossi inciampi interpretativi in campo pittorico. Certo, per l’allora trentaquatrenne Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986), dovettero rappresentare un boccone piuttosto amaro le dure parole riservate da cotanto maestro alla sua opera, dove “la musica– scriveva l’artista – mi ha richiamato, disciplinando con le sue leggi, distrazioni e divagazioni in un discorso equilibrato”. Ma non per questo allentò la forte passione e la voglia di ricerca tesa alla realizzazione della “forma pura” su cui per anni aveva lavorato a Torino nello studio di Pietro Canonica e poi all’Accademia di Brera a Milano come allievo di Adolfo Wildt e fianco a fianco con Lucio Fontana con cui strinse un lungo importante sodalizio, aderendo anche al “Kn”, il Manifesto di Carlo Belli, che Kandinsky definì come il “Vangelo dell’arte astratta”, così come al movimento parigino “Abstraction-Création”. Per non dimenticare la convinta partecipazione, insieme al gruppo degli astrattisti milanesi, alla prima mostra collettiva di arte astratta tenutasi nello studio di Casorati e Paulucci a Torino. Ingegnere per formazione (si laureò al Politecnico di Milano nel 1924, diplomandosi nello stesso anno anche come pianista professionista) ed artista per vocazione, a Melotti – che alla giusta notorietà arriverà alla fine degli anni Sessanta con due grandi personali meneghine alla “Toninelli” e a “Palazzo Reale” seguite da un’altra dedicatagli dal “Forte Belvedere” di Firenze, affermandosi come uno dei massimi esponenti dell’arte del Novecento – la “Fondazione Cosso” dedica, nelle sale del Castello di Miradolo, una bella retrospettiva dal titolo esemplare, “Quando la musica diventa scultura”, tesa anche a festeggiare (anniversario nel 2018) i primi dieci anni di attività della Fondazione. Artista poliedrico, Melotti fu insieme scultore, pittore, ceramista, scrittore e grande appassionato di musica. Della sua ricerca creativa, la mostra, curata da Francesco Poli e da Paolo Repetto, vuole sottolineare i due principali aspetti: da un lato i temi connessi alla sua profonda ispirazione musicale (con sculture che ricordano partiture musicali, perfino nei titoli che vanno da “Preludio” a “Contrappunto piano” così come a “Tema e Variazione” o a “Scala Musicale”), dall’altro quelli con valenze “più narrative, mitiche e favolistiche”. Il tutto attraverso un percorso espositivo contraddistinto da oltre ottanta opere – dalle note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e ai dipinti, in prevalenza tecniche miste su carta o su pannelli in gesso – esposte in quattordici sale del Castello, dov’ è possibile apprezzare anche la bellezza e la singolarità dei suoi “pensieri” e “aforismi”. Di grande interesse anche la sezione centrale della rassegna “Assonanze”, dove le opere di Melotti sono poste a “dialogare” con quelle di grandi artisti che ne influenzarono la produzione o con i quali si legò di profonda amicizia. A cominciare da Fortunato Depero, anche lui roveretano e frequentato nella città capoluogo della Vallagarina, insieme all’architetto Gino Pollini – fra i fondatori del razionalismo italiano – al compositore Riccardo Zandonai e soprattutto al nipote prediletto, il celebre pianista Maurizio Pollini, del quale incoraggiò la carriera; per proseguire con Arturo Martini, Giorgio De Chirico, via via fino a Giorgio Morandi, Paul Klee, Vassili Kandinsky, Joan Mirò, Alexander Calder, Lucio Fontana per finire con Osvaldo Licini, Atanasio Soldati ed Ezio Gribaudo. A fare da suggestivo corollario all’esposizione, anche un’inedita installazione sonora di Roberto Galimberti (progetto artistico “Avant-dernière pensèe”), sulle note della rara partitura “44 Harmonies from Apartment House 1776”, composta da John Cage nel 1976 e presentata nella versione per quartetto d’archi di Irvine Arditti. E, in conclusione una particolare novità: la rassegna prevede infatti uno speciale allestimento per i più piccoli, per le scuole e le famiglie, dal titolo “Da un metro in giù”, con spazi espositivi che si compongono di pareti tattili e sensoriali, di quadri luminosi e pavimenti trasformati in scacchiere, mondi di narrazioni e personaggi immaginari.

Gianni Milani

“Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura” – Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (To), tel. 0121/376545 – www.fondazionecosso.com Fino al 18 febbraio 2018 – Orari: ven. 14/18,30; sab. dom. e lun. 10/18,30 tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione

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Nelle immagini:

– Fausto Melotti: “Scultura n. 11”, gesso, 1934

– Fausto Melotti: “Preludio II”, ottone, 1961

– Fausto Melotti: “Contrappunto piano”, ottone, 1973

– Fausto Melotti: “Kore”, ceramica, 1950

– Fausto Melotti: “Scultura n. 16”, 1935

La ripresa esiste, ma…

Quando chi governa la smetterà di fare propaganda e di raccontare un Paese che non esiste, oppure di scaricare le responsabilità dei propri insuccessi su quelli che c’erano prima, sarà sempre troppi tardi. Questa é una delle ragioni, tra le tante del crescente distacco tra la politica e i cittadini

I numeri sull’andamento della nostra economia dovrebbero essere oggetto di una riflessione preoccupata da parte delle autorità di governo del nostro Paese, non per negare una ripresa che esiste, ma per individuarne i limiti e per selezionare gli interventi necessari per “irrobustirla” in occasione della discussione sulla Legge di Stabilità. In Europa è  in atto una ripresa vera dicono sia la Commissione Europea che Draghi, che qualcuno in queste ore  cerca di delegittimare, ma l’italia è l’ultima in classifica. Insisto: l’ultima; quindi tutti crescono più  di noi. Non è la prima volta che questo succede, ma è un dato che dimostra come le scelte di politica economica compiute in questi ultimi tre/quattro anni siano state sbagliate e/o  inadeguate. Nel 2017 la crescita sarà stata dell’1,5% ,ma nei prossimi due anni scenderà?all’1,3% il prossimo anno, per attestarsi all’1% in quello successivo. Sono previsioni naturalmente che, in quanto tali, lasciano il tempo che trovano, ma è di questo bisognerebbe discutere anziché di una Legge di Bilancio che sembra pensata in funzione dei tornaconti elettorali che si sperano di ricavare alle prossime elezioni politiche. Se le prospettive dovessero essere queste c’è poco da stare allegri sia per quanto riguarda l’occupazione che l’andamento dei conti pubblici. In questo quadro andrebbe fatto un discorso di verità sulla occupazione alla luce del fatto che i posti di lavoro che sono stati prodotti sono per lo più precari. Si sono destinate quote crescenti del bilancio pubblico per sviluppare la domanda interna e per favorire con forti incentivi ” il tempo indeterminato ” ma poi si scopre che a farla da padrone è stata la precarietà ; una precarietà che rende impossibile realizzare qualsiasi ” progetto di vita”. Lo scambio avrebbe dovuto essere il seguente: noi vi togliamo un po’ di diritti ( anziché estenderli a coloro che non li hanno ) ma la tipologia di contratto prevalente diventerà ” il tempo indeterminato” e avrete un salario dignitoso. Non è stato cosi! Per non parlare del rischio che terminati gli incentivi quei lavoratori possano perdere il loro posto di lavoro. Per le statistiche un contratto di 1 giorno equivale ad un posto di lavoro in più. Se poi quel lavoratore viene assunto sempre per un giorno altre due volte, i posti di lavoro diventano tre. Quel lavoro dura in tutto tre giorni, impegna sempre la stessa persona che poi continuerà a  rimanere disoccupata per gli altri 362 gg dell’anno , ma questa verità viene taciuta. Aveva ragione quel mio amico che mi aveva spiegato che le bugie sono di tre tipi: le grandi bugie, le piccole bugie e le statistiche.  Il problema naturalmente non sono le statistiche ma chi le interpreta a propri o uso e consumo. 
Wilmer Ronzani
(foto: il Torinese)

Omaggio a Ceronetti

A Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino (via Maria Vittoria, 12), avrà luogo l’OMAGGIO A GUIDO CERONETTI, TORINESE FUORI ORDINANZA. UN POETA CONTRO IL CONFORMISMO ED IL CONSUMISMO


L’omaggio a Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista, drammaturgo, che ha compiuto 90 anni l’agosto scorso, indagherà i multiformi aspetti del “genio” dell’autore, ad esempio, come traduttore dei classici latini e della Bibbia, come poeta anticonformista contro il consumismo imperante, come autore ed animatore del “Teatro dei Sensibili”, come assertore della scelta vegetariana.

Relazioni di: GUIDO DAVICO BONINO, storico del teatro; GIUSEPPE BIONDI, Ordinario di Lingua e Letteratura Latina; SARA KAMINSKI, Docente di Ebraico Moderno; VALTER VECELLIO, giornalista; CARMEN NICCHI SOMASCHI, Presidente nazionale dell’Associazione Vegetariana Italiana; GIOVANNI RAMELLA, critico letterario. Verrà inoltre proiettata la video intervista a Ceronetti realizzata dalla giornalista Vinicia Tesconi nella sua abitazione a Cetona. Coordinerà Marina ROTA.