Ottobre 2017- Pagina 18

Il Premio Pulitzer Colson Whitehead al liceo Alfieri

Per il ciclo «Giorni Selvaggi»: presenta il suo bestseller “La ferrovia sotterranea”

 

Lo scrittore americano Premio Pulitzer Colson Whitehead è a Torino sabato 21 ottobre 2017 perGiorni Selvaggi, il ciclo d’incontri con grandi autori internazionali organizzato dal Salone Internazionale del Libro e dal Circolo dei lettori in collaborazione con Colti (Consorzio Librai Indipendenti Torinesi), le Biblioteche civiche torinesi, la Scuola Holden e Torino Rete Libri.

 

Whitehead a Torino tiene due incontri: uno alle ore 21 alla Scuola Holden per il pubblico generalista, e uno alle 12.30 espressamente dedicato agli studenti presso l’Aula magna del Liceo Classico Vittorio Alfieri (Corso Dante, 80).

 

Sono già oltre 300 gli studenti prenotati, cui si aggiungono 50 fra genitori e insegnanti. Provengono daquattro istituti scolastici di Torino: l’Alfieri, il Liceo Scientifico Carlo Cattaneo, l’Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino e il Liceo Scientifico Galileo Ferraris.

 

Colson Whitehead, newyorkese classe 1969, è fra gli scrittori americani più importanti di oggi. Il suo romanzo La ferrovia sotterranea è fra le letture consigliate da Oprah Winfrey e Barack Obama, e ha già venduto più di un milione di copie. Per ritmo e colpi di scena ricorda i western pulp di Tarantino. È entrato nella testa delle classifiche italiane ed è il primo, dopo vent’anni, ad essersi aggiudicato nel 2017 i due più prestigiosi premi letterari statunitensi: il Pulitzer e il National Book Award. È la storia di una giovane schiava, Cora; della sua fuga dagli orrori di una piantagione della Georgia; del suo arduo viaggio verso la libertà e delle persone che, organizzate in una rete clandestina, la aiutano e aiutano gli altri schiavi come lei a fuggire dagli Stati del Sud.

 

La formula dell’incontro con gli studenti è quella del Salone Off 365: la classe 2a B dell’Alfieri, nelle settimane precedenti, ha letto La ferrovia sotterranea. Ne ha discusso a scuola in tre incontri con due tutor della Scuola Holden. Alla presentazione i ragazzi saliranno sul palco assieme all’autore, al quale porranno le loro domande e con il quale dialogheranno. Introducono: Marco Pautasso, vice-direttore Salone Internazionale del Libro di Torino, e Marco Cassini, Sur edizioni. I librai del consorzioColti predisporranno un piccolo bookshop con i titoli dell’autore.

Nuovo record alle Molinette: un solo donatore di organi salva 9 persone

Un evento più unico che raro. Addirittura l’équipe di Cardiochirurgia si è divisa e coordinata contemporaneamente su tre sale operatorie limitrofe per trapiantare due polmoni ed un cuore su tre persone diverse

Ieri mattina in poche ore un solo donatore ha salvato ben 9 persone. E’ stata una vera e propria maratona chirurgica su più sale operatorie con ben cinque trapianti di questi effettuati presso l’ospedale Molinette ( senza dimenticare un sesto di fegato da un altro donatore). Un evento più unico che raro. Addirittura l’équipe di Cardiochirurgia si è divisa e coordinata contemporaneamente su tre sale operatorie limitrofe per trapiantare due polmoni ed un cuore su tre persone diverse.

Quando si sviluppa un processo di donazione di organi o tessuti da un donatore deceduto, solitamente a beneficiarne sono 2 pazienti che ricevono i reni ed un paziente che riceve il fegato. Più raramente a questi organi trapiantati si aggiungono il cuore ed i polmoni. Quanto è capitato ieri è davvero particolare: da un soggetto deceduto sono stati prelevati organi di cui hanno beneficiato ben 9 riceventi di trapianto. Com’è possibile? Se per i reni è ovvio che possono beneficiarne 2 pazienti, com’è possibile per gli altri organi? In realtà anche per i polmoni, si può procedere al trapianto del polmone destro in un primo ricevente e di quello sinistro ad un secondo ricevente. E’ poi possibile separare il fegato in 2 parti, una più piccola (il lobo sinistro) a favore di un bambino, e la restante parte ad un adulto. Che tutte queste opzioni capitino insieme è davvero unico. Ma è successo ieri, quando al Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte (coordinato dal professor Antonio Amoroso) è stato segnalato dal centro di rianimazione dell’ospedale della Carità di Novara il decesso – a causa di una emorragia cerebrale – di una donna di 48 anni, di cui i familiari avevano testimoniato la volontà di donare gli organi.Così da questo atto di generosità si sono intrecciati i destini di tanti pazienti in attesa di trapianto, di sesso ed età differenti, di regioni ed origini diverse, tutti accomunati dalla necessità di ricevere in dono un trapianto per poter continuare a vivere (è il caso dei trapianti di cuore, fegato e polmone) o per poter vivere con una prospettiva ed una qualità di vita migliore (come nel caso dei trapianti di rene e di cornea). Così persone diverse si sono ritrovate assieme in un destino comune:

  • Per il cuore: a beneficiare del trapianto è stata una donna di 41 anni piemontese, in attesa di trapianto a causa di una cardiopatia restrittiva.
  • Polmone sinistro: un maschio di 62 anni della Sardegna, affetto da fibrosi polmonare
  • Polmone destro: una donna di 54 anni della Sardegna, affetta da bronco-pneumopatia polmonare cronica ostruttiva (BPCO)
  • Fegato sinistro: è stato trapiantato su un bambino, presso l’ospedale di Bergamo
  • Fegato destro: un maschio di 67 anni della Campania, con una cirrosi epatica
  • Rene sinistro: una donna di 47 anni nata in Nigeria e residente in Piemonte, in dialisi a causa di una nefrosclerosi ipertensiva
  • Rene destro: un maschio di 47 anni della Sicilia, che ha ricevuto un secondo trapianto di rene in seguito alla perdita di funzione di un precedente trapianto, presso l’ospedale di Novara
  • Cornee: le 2 cornee sono state avviate alla Banca delle cornee, che provvederà a valutarne l’idoneità e ad assegnarle a 2 pazienti in attesa di trapianto.

Tutti i trapianti sono stati effettuati presso le sale chirurgiche dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (con un notevole sforzo organizzativo e di personale per poter eseguire tutti questi trapianti possibilmente in contemporanea), ad eccezione del lobo sinistro di fegato trapiantato nel centro trapianti epatici dell’ospedale di Bergamo ed il rene destro nel Centro trapianti di rene dell’ospedale di Novara. E come se non bastasse in contemporanea l’équipe dei trapianti di fegato ha eseguito un prelievo di fegato ad un donatore di 83 anni deceduto a Perugia per trapiantarlo a Torino su un ricevente piemontese di 57 anni, affetto da cirrosi epatica.

 

(foto: il Torinese)

 

I lunedì pomeriggio della prevenzione e della salute

La nostra Associazione che da tre anni organizza Incontri e Conferenze finalizzate a promuovere la prevenzione delle malattie, in particolare   cardiovascolari e tumorali, ha il piacere di presentare il programma del 2° ciclo di conferenze 2017 che si terranno nei mesi di novembre e dicembre presso il Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino in via Nizza 52. Nel 2016 e nel 2017 (1° ciclo) si é verificato un costante incremento di interesse e di partecipazione da parte dei Cittadini nei confronti degli Incontri proposti e perciò l’Associazione “Più Vita in Salute” ha ritenuto utile proseguire “I Lunedì pomeriggio della Prevenzione e della Salute“.  

 

Tale iniziativa è finalizzata a diffondere informazioni e consigli preziosi per incrementare la durata e la qualità della vita e per mantenersi giovani nonostante il trascorrere degli anni e le difficoltà che ne conseguono. Le prossime conferenze forniranno, come sempre, indicazioni essenziali per scegliere un’alimentazione sana e corretta e per praticare un’attività fisica efficace, sfruttando le risorse del contesto ambientale in cui viviamo.   Riteniamo che sia importante e necessario conoscere i segnali che vengono inviati da un qualsiasi organo del nostro corpo, in quanto possono rappresentare dei campanelli di allarme di una malattia. Il nostro corpo negli anni subisce dei cambiamenti che dobbiamo interpretare e monitorare e se necessario contrastare con interventi corretti e migliorativi.   Inoltre rammentiamo che la salute è più una scelta che un destino e la prevenzione è più un dovere che una scelta, pertanto applicarne le regole è doveroso e irrinunciabile. Ricordiamo alcuni dei molti e importanti messaggi che spesso emergono dagli incontri: Prevenire di più per curare di meno – Dobbiamo rimanere sani nonostante l’epidemia di malattie croniche – Recuperare le sane tradizioni nell’alimentazione quotidiana – Adottare il movimento per godere dei suoi effetti benefici sul fisico – Con la prevenzione si ottiene più salute e più benessere – Conoscere: come affrontare menopausa e andropausa – L’alimentazione corretta può proteggere anche l’apparato digerente – Prevenire l’infarto, e saperne riconoscere i sintomi – Fisioterapia e riabilitazione: il corretto trattamento procura molti benefici – Ricorrere in modo adeguato all’assunzione dei farmaci. Gli Incontri saranno tenuti come tradizione il Lunedì pomeriggio, con orario dalle 16,30 alle 18,30 presso la sede del Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino sita in Via Nizza al n°, 52.

La partecipazione del pubblico é libera ed è consentita sino ad esaurimento dei posti.

Come indicato nei file allegati, l’evento é patrocinato da diversi Enti pubblici, è realizzato grazie al supporto di alcune strutture pubbliche e private, con la collaborazione dello SPI 8 e soprattutto grazie alla preziosa disponibilità e collaborazione da parte degli illustri Relatori. La prima Conferenza si terrà lunedì 6 novembre 2017 alle ore 16,30. Nel ringraziare per l’attenzione e per la cortese collaborazione alla diffusione degli eventi, porgiamo un cordiale saluto.

 

Roberto Rey

Giovanni Bresciani

 

I Francescani da otto secoli in Medio Oriente

FOCUS  di Filippo Re

“Come Francescani, leggiamo questi otto secoli di vita come una manifestazione della Provvidenza, della fedeltà e della bontà di Dio nei nostri confronti, perché ha scelto uno strumento ecclesiale semplice e povero e talvolta anche un po’ disordinato quale siamo noi, per portare avanti, non la nostra, ma la Sua storia, che è sempre storia di salvezza”. C’è aria di festa nel santuario torinese di Sant’Antonio da Padova dove anche i frati francescani locali celebrano gli 800 anni di presenza dell’Ordine religioso in Terra Santa in cui si recano più volte durante l’anno. Una festa particolarmente sentita e vissuta in questi giorni soprattutto a Gerusalemme con seminari e conferenze. Le celebrazioni sono iniziate a giugno quando i frati si sono recati in uno speciale pellegrinaggio commemorativo a San Giovanni di Acri, sulla costa settentrionale di Israele (oggi Akko), dove i primi religiosi francescani sbarcarono nel 1217 guidati da frate Elia da Cortona. Due anni più tardi, nel 1219, li avrebbe raggiunti Francesco d’Assisi. Da allora il saio francescano è presente in Terra Santa dove i frati si dedicano alla custodia dei luoghi della cristianità e aiutano la popolazione più povera. Scortati da frate Elia, un primo gruppo di frati arrivò nel porto crociato di Acri dove ancora oggi turisti e pellegrini possono visitare le rovine del porto dell’antica città dal quartiere medievale “pisano”. Qui, frate Elia ha accolto Francesco, partito da Ancona, secondo una tradizione storicamente accertata. Ad Acri si trovano due chiese francescane ma la più importante è quella che si trova davanti alle mura antiche della città sferzate dalle onde del Mediterraneo. É una piccola chiesa bianca intitolata a San Giovanni Battista, di cui si scorge il semplice e basso campanile, che nasconde sottoterra una splendita cripta d’epoca crociata, al livello del mare. I francescani padre Raffaele, padre Simon e suor Giuseppina svolgono qui le loro attività da parecchi anni fino al giorno in cui torneranno in Italia per lasciare il posto ad altri Frati Minori. La cripta è stata appena restaurata dopo anni di lavoro e ospita mostre e incontri tra studiosi. Le chiese medioevali erano talmente belle che venivano apprezzate anche dai musulmani che ogni tanto ne portavano a casa qualche pezzo, come accadde per la chiesa crociata acritana di Sant’Andrea, il cui portale fu staccato da un sultano mamelucco e portato al Cairo per abbellire la sua tomba. Dopo un breve soggiorno ad Acri Francesco avrebbe proseguito il suo viaggio per mare lungo la costa palestinese verso Damietta, sul delta del Nilo in Egitto dove sarebbe arrivato nell’estate del 1219 mentre infuriava la Quinta Crociata. Dalla tragedia della battaglia di Hattin il 4 luglio 1187 e della caduta di Gerusalemme il 2 ottobre 1187 il Regno Latino di Gerusalemme contava solo più su alcune città ancora ben fortificate e su qualche fortezza sulla costa della Palestina e del Libano. Frate Egidio di Assisi fu in realtà il primo frate a mettere piede in Terra Santa nel 1215 e a visitare il Santo Sepolcro a Gerusalemme in un periodo in cui, per i cristiani, era assai difficile arrivarci e i religiosi cristiani vivevano trincerati nelle fortezze crociate. Anche tra i Francescani non mancano esempi di martiri in Terra Santa, uccisi dai musulmani, come frate Filippo di Le Puy, martirizzato ad Ashdod (località sulla costa meridionale di Israele) nel 1288. I festeggiamenti dei francescani non si fermano qui perchè il vero obiettivo della Custodia di Terra Santa è quello di realizzare una serie di iniziative anche nei prossimi due anni, per arrivare a commemorare l’incontro tra San Francesco e il sultano Malek-El-Kamel a Damietta in Egitto nel 1219. E’ dalla visita di Francesco nel Vicino Oriente che inizia quel legame speciale e intenso tra i Francescani e la Terrasanta che continua ancora oggi con profondi valori sia umani che culturali.

 

Dopo 50 anni è ancora mistero fitto sull’omicidio della bella Martine

Il corpo senza vita di Martine Beauregard, una escort di lusso di quei tempi,  venne ritrovato il 18 giugno 1969 in un fosso vicino all’’ippodromo di Vinovo. Il medico legale verificò la presenza di numerose bruciature, lividi e tagli sul corpo della ragazza, come se fosse stata torturata: soffrì molto prima di morire . Poi, alcuni testimoni dissero che la 25enne venne uccisa in una villa del Pinerolese da un uomo che la soffocò mentre un altro la teneva bloccata. Ora il cold case si riapre dopo 50 anni per iniziativa del pm Andrea Padalino.

Infatti un anno fa la moglie di un imprenditore edile ha detto alla polizia che il marito,  prima di morire, le aveva confessato che lo zio era coinvolto nel lontano omicidio della giovane. Dopo il ritrovamento del cadavere della giovane prostituta,  in effetti l’uomo lasciò  l’Italia per andare in Sud America. Del delitto si accusò Carlo Campagna, figlio di un  industriale a quei tempi molto affermato che operava nel settore delle  macchine calcolatrici. Venne chiamato in causa da una collega di Martine che lo riconobbe come l’uomo che aveva caricato il corpo della ragazza in macchina. Ma la prova non venne ritenuta valida, e l’uomo, dapprima autoaccusato si ma che poi ritrattò dicendo di essere ubriaco al momento della confessione,  fu scagionato. Pochi giorni fa si riapre il sipario su quella misteriosa vicenda e Annalisa Girardi, ex moglie di Carlo Campagna, è stata sentita in procura a Torino, per parlare dei rapporti con il marito: era violento  con lei?  Durante una delle udienze della separazione della coppia, alcuni testimoni dissero allora che la donna fu costretta a rinchiudersi in bagno, per sfuggire al marito che aveva intenzione di farle del male scottandola con la sigaretta e poi legandola. Campagna ha sempre smentito l’episodio ammettendo di aver scottato il braccio della moglie inavvertitamente con la brace della sigaretta. Dopo il delitto vennero arrestati prima Ugo Goano, il compagno e protettore di Martine e poi Carlo Campagna, ma  furono poi ritenuti estranei all’omicidio. Pochi giorni fa Campagna è stato ascoltato in procura, ma ha detto di non avere mai conosciuto Martine e di essere innocente e di  “essere stato rivoltato come una frittella dalla polizia in tutti questi anni” senza che mai venisse trovato nulla. Il mistero, dopo mezzo secolo, è ancora fitto.

E alla fine… arriva SuperMario!

Tutte le foto su www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

E alla fine… SuperMario risolve tutto, la Juve rimonta e porta a casa un risultato davvero importante. Ma non è stata proprio una bella Juve, diciamo la verità! Dominio sì,ma tanta fatica e anche qualche sbavatura evitabile

Allegri per la sfida di Champion’s torna al collaudatissimo 4-2-3-1 lasciato in soffitta sabato sera contro la Lazio: difesa a quattro, Pjanic e Khedira a centrocampo, Higuain là davanti con Dybala, Mandzukic e Cuadrado subito dietro.

La Juve però, nonostante le quattro punte, fatica in attacco e pasticcia in difesa, risultato è che al 12′ i lusitani passano grazie ad un goffo doppio errore di Alex Sandro che prima “liscia” il pallone regalando l’opportunità a Bruno Fernandes e poi, non pago, spedisce nella sua porta dopo il rimpallo nato dalla parata di Buffon sul tiro di Gelson Martins.

L’incubo della partita di sabato torna negli occhi e nel cuore dei tifosi allo Stadium, la Juve si sveglia, mette pressione ai portoghesi e crea qualche palla gol senza però riuscire a pareggiare su azione. Al 29′ ci pensa allora Pjanic con una gran punizione dal limite, palla in rete e partita raddrizzata. Da questo momento i bianconeri cominciano seriamente ad attaccare mettendo finalmente davvero in pericolo la porta avversaria.

All’intervallo 1-1 con anche un palo su tiro di Higuain.

La ripresa parte più lenta con la Juve che comunque sembra comandare il gioco, ma lo Sporting comunque tiene bene il campo e cerca pure qualche pericolosa sortita offensiva. Quando ormai sembra che il pareggio sia consolidato Allegri ha l’intuizione giusta e azzecca la mossa perfetta: dentro Douglas Costa per Sturaro, il brasiliano va a sinistra, riceve il suo primo pallone, crossa in maniera impeccabile e… gol di Mandzukic, 2-1 per la Juve e fantasmi che finalmente si dissolvono. Ancora qualche piccolo rischio nel finale ma risultato che va in porto, contro una squadra comunque rognosa e Juve che ora andrà a Lisbona con la consapevolezza di poter anche giocare per il pareggio… anche quest’anno il passaggio del primo turno sembra davvero a portata di mano!

Ecco le formazioni e il tabellino della gara:

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Sturaro (39’ st Douglas Costa), Benatia (1’ st Barzagli), Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Khedira (17’ st Matuidi); Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain          Allenatore: Massimiliano Allegri

SPORTING LISBONA (4-2-3-1): Rui Patricio; Piccini, Coates, Mathieu, Coentrao (32’ st Silva); Carvalho, Battaglia (42’ st Doumbia); Gelson Martins (31’ st Joao Palhinha), Bruno Fernandes, Acuna; Dost           Allenatore: Jorge Jesus.

Reti: 12′ aut. Alex Sandro, 28′ Pjanic, 84′ Mandzukic.

(tutte le foto di Claudio Benedetto su www.fotoegrafico.net)

Torino Factory per la creatività dei giovani filmaker

I cittadini, le associazioni e le imprese di quartiere, la città stessa diventano tutti soggetti attivi in modo inclusivo e partecipato, di questa iniziativa che prende il via con un CONTEST per lo scouting di talenti del videomaking

È stato presentato TORINO FACTORYun nuovo progetto cinematografico che vuole accogliere e sviluppare la creatività dei giovani filmmaker under 30 mettendoli in rapporto con il tessuto urbano torinese, promosso da Città di Torino – Direzione Servizi Culturali e Amministrativi nell’ambito di Tutta mia la città con il sostegno di Fondazione per la Cultura Torino, realizzato da Associazione Piemonte Movie in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, Torino Film Festival e Moving TFF – Associazione Altera. I cittadini, le associazioni e le imprese di quartiere, la città stessa diventano tutti soggetti attivi in modo inclusivo e partecipato, di questa iniziativa che prende il via con un CONTEST per lo scouting di talenti del videomaking, con scadenza 31 dicembre 2017. I lavori iscritti saranno proiettati nella rassegna di cortometraggi Too Short to Wait (7-11 febbraio 2018), che anticipa la 17^ edizione del gLocal Film Festival (7-11 marzo 2018). Tra i partecipanti, 8 video saranno selezionati dal regista e direttore artistico del progetto Daniele Gaglianone, entrando prima a far parte del programma del gLocal Film Festival, e poi messi alla prova sul campo, in una fase produttiva che prenderà forma parallelamente alla raccolta fondi in atto con enti pubblici e privati. I LABORATORI DI QUARTIERE, da aprile a settembre 2018, vedranno la produzione di cortometraggi girati nei quartieri torinesi, realizzati dalle troupe selezionate da Daniele Gaglianone, affiancate da registi professionisti che li accompagneranno fino alla proiezione in ANTEPRIMA in una nuova sezione del Torino Film Festival 2018. L’obiettivo di Torino Factory è sostenere il fermento che anima Torino e dare ulteriore slancio a questa fucina di professionisti del cinema, proponendo alle troupe selezionate un grande set cinematografico in ogni circoscrizione, in cui ambientare il proprio cortometraggio, avvicinare i giovani talenti alle diverse fasi dell’industria cinematografica e creare un dialogo tra addetti ai lavori e spettatori, per riportare il cittadino al centro del circuito culturale.

***

INFORMAZIONI www.piemontemovie.com – torinofactory@piemontemovie.com

Sei riders vogliono lavorare e fanno causa a Foodora. Prima azione legale del genere in Italia

È la prima causa del genere  in Italia  quella iniziata a Torino, intentata da sei riders – i ciclisti che portano il cibo a domicilio – contro la società Foodora. I fattorini sono tutelati dagli avvocati Sergio Bonetto e Giulia Druetta. La loro richiesta è di  essere reintegrati nel posto di lavoro. A seguito della mobilitazione dello scorso anno, l’azienda non avrebbe più fatto lavorare i sei riders, anche se questi avevano dato la disponibilità. Scrive l’Ansa che, secondo i legali,  il tentativo di conciliazione sarebbe fallito e l’impresa avrebbe escluso  possibilità di reintegro. E’ anche la prima azione legale in Italia nei confronti di Foodora. Questa sorta di licenziamento verbale, secondo i ricorrenti è illegittimo.

PumpHeat: la UE con Iren per la ricerca

E’ partito,  con il primo incontro a Torino, PumpHeat, l’ambizioso progetto europeo che si propone di introdurre soluzioni innovative per aumentare la flessibilità dei grandi impianti di generazione elettrica a favore delle rinnovabili

 In particolare, verranno studiate e implementate soluzioni per rispondere in modo sempre più efficace alle fluttuazioni delle produzioni rinnovabili non programmabili per aumentarne l’integrazione e la diffusione.Il progetto è stato proposto ad un bando europeo Horizon 2020, ricevendo una valutazione estremamente positiva da parte della Commissione Europea. Il finanziamento che verrà erogato al partenariato per la ricerca è pari a 5,9 milioni di Euro.Il progetto ha l’obiettivo di studiare l’abbinamento di soluzioni innovative, quali pompe di calore ad alta temperatura e sistemi di stoccaggio di calore a cambiamento di fase, a impianti a ciclo combinato, di tipo cogenerativo e convenzionali.Nello specifico, presso la Centrale di Moncalieri (TO), verrà realizzato un pilota nel quale verranno testate le tecnologie studiate e sviluppate nel corso del progetto. L’impianto attualmente alimenta la rete di teleriscaldamento di Torino, la più estesa d’Italia. Grazie alla cogenerazione (di calore e energia elettrica) Iren risparmia annualmente circa 305.000 tonnellate equivalenti di petrolio, evitando le emissioni di CO2 che produrrebbero circa un milione di automobili in un anno. Grazie alla nuova tecnologia sperimentale che verrà sviluppata da Iren con i 14 partner (provenienti da 8 diversi Paesi europei), gli impianti cogenerativi potranno ulteriormente aumentare l’efficienza di produzione (di calore e di energia elettrica) e il grado di flessibilità per rispondere alle esigenze di regolazione delle reti elettriche messe a dura prova dalla variabilità delle fonti rinnovabile non programmabili. Iren dimostra nuovamente la sua vocazione all’innovazione e alla continua ricerca di soluzioni in grado di rispondere alle esigenze del mercato e di avviare politiche industriali orientate alla sostenibilità ambientale.

 

 

 

 

“Luci e ombre” tra moda e solidarietà

“Luci e ombre”. Questo il titolo della sfilata di moda che si terrà oggi pomeriggio dalle 18.30 al Teatro Educatorio della Provvidenza in corso Govone 16. Sarà una preziosa occasione per coniugare un evento di stile come una sfilata con un’occasione benefica, sostenuta dalla Banca Mediolanum Private Banking Ufficio di Torino a favore della Mensa del Povero della Parrocchia di Sant’Alfonso. Diverse le firme del mondo della moda torinese che parteciperanno la pellicceria Elren, Maria Aleci per la maglieria, la sartoria Francesca Fasano, le collane sono di Enny Monaco, le scarpe Savoie e le acconciature curate da “Testa tua”. Accanto a loro la pittrice Anna Carla Frau. Ognuna delle firme, insieme ad alcune componenti esterne, metterà in palio un premio, che verrà estratto a sorte alla fine della sfilata di moda. Alle 19, poco prima della sfilata, verrà presentata la Mensa del Povero della Parrocchia di Sant’Alfonso. Saranno presenti alla sfilata anche allieve della coach Style Chiara Prele.

 

Mara Martellotta