LE POESIE DI ALESSIA SAVOINI
Arrampica sul fango arricciato
più in alto delle fronde che tengono umida la terra
infilando le dita nelle ferite della roccia.
Gli occhi socchiudono la corporea esistenza
in un trapelato palpito in accelerazione
senza toccarsi.
L’ambigua fonte di quel tepore
incatenò ad adesso il non accadere
per non tradir sé stesso, un momento più tardi
quando i corpi avrebbero finto di essersi respinti.
Quel che rimane,
la sospensione delle circostanze,
è il limite delle scelte
che ad ogni incontro di sguardi
qualcosa smuove.
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