Si è concluso di recente il prestigioso convegno annuale organizzato dalla Ambrosetti, nota società di consulenza direzionale, e tra i temi caldi trattati c’è stato, inevitabilmente, quello dell’immigrazione che, ormai da anni, vede l’Italia come meta di centinaia di migliaia di africani, apostrofati da alcuni quali migranti, da altri semplicemente come clandestini
Pare accantonato il tema dell’accoglienza, anche a seguito dello stato di emergenza proclamato di fatto dal ministro degli Interni Minniti, in quota PD che, nel dichiarare il pericolo di una “tenuta sociale” del nostro Paese di fronte ad un fenomeno come quello attuale di spostamento stanziale di masse enormi di persone, ha completamente stravolto la logica e l’operato del suo predecessore Alfano, leader del Nuovo Centrodestra.Modificato, quindi nel suo insieme, l’orientamento del mondo politico nell’unione di intenti nel fermare gli sbarchi, ecco i soliti aruspici lasciarsi andare alle peggiori esternazioni, frutto o di una profonda ignoranza o di una demagogia spicciola, che forse non trova successo nemmeno presso un pubblico di bambini delle elementari oggi chiamate primarie (anche se fortunatamente per i pargoli non hanno nulla a che vedere con quelle politiche). Un coro unico proveniente dai principali esponenti di destra e sinistra, seduti comodamente su poltrone di “pelle umana” nella cornice di Villa d’Este in quel del “ramo di Como”, si alza unanime concordando sulla necessità di pagare un qualcuno affinché non faccia arrivare questi disgraziati, impestati di ogni malattia, chiamata superficialmente povertà.
***
E poiché, in natura, secondo Hobbes nel suo Leviatano, a ogni “immaginazione” corrisponde un concetto esprimibile dall’uomo in parola, non scomodiamo supercazzole applicate come se fosse Antani, secondo un assai più modesto pensatore, ma comico di grande livello nella satira contemporanea, quale Ugo Tognazzi, per esprimere il concetto di pagare! Lor Signor non si abusino di espressioni quali finanziare ospedali, welfare, progetti di cooperazione internazionale: chiamiamole stecche, tangenti, pizzo! Quello sono e quello restano! Ma qualcuno forse sarà tentato di alzare il dito della manina nella prestigiosa disquisizione di politica internazionale, seconda solo a quella di Davos, e di ricordare come un tale, un certo Silvio Berlusconi che si autoproclamò in quella circostanza statista di caratura internazionale, a suo tempo avesse già contribuito ad un’iniziativa similea suon di miliardi di Euro, da lui definiti attraverso metodologie assai superate del marketing dei venditori degli anni Settanta in “piccoli contributi”. Ma un soggetto dotato delle medie capacità intellettive della popolazione, espressione assai cara e di moda che si legge nelle sentenze di alcuni magistrati per indicare un uomo caratterizzato da un livello di comprensione alla soglia di un minus habens , non può non rendersi conto, di fronte all’obbiezione di quanto sollevato dal precedente intervento del signore in platea tra le ultime fila che timidamente ha alzato la mano esprimendo una quanto lecita perplessità, della presenza di un vuoto spazio-tempo dal 2009 a oggi, che forse nemmeno la teoria della relatività di Einstein potrebbe colmare.Il beneficiario dei contributi stanziati dal leader per antonomasia di Forza Italia era un certo Mu’ammar Gheddafi, da egli definito come “un suo grande amico” che, come un Goto moderno, riceveva un obolo dalla versione 2.0 dell’Impero Romano, non tanto per prestigio quanto per posizione geografica, affinché si adoperasse nella prosecuzione del mito del re Teodorico a svolgere la funzione di cuscinetto e di tenere lontani i barbari più feroci dai confini della civiltà.Ma se filava così come pare tutto per il meglio che fine ha fatto il povero colonnello libico, resosi così simpatico con la trovata delle ragazze immagine ospitate nella tendopoli romana per lui allestita alle quali commentava il Corano, visto che da beduino quale era non poteva alloggiare in un hotel seppur di lusso? Evidentemente a un certo Sarkozy, che molti ricorderanno più quale marito di una certa Carlà, che per il suo trascorso di ex presidente della Repubblica francese, non garbava il fatto che i confini dell’Europa cristiana fossero difesi dai miscredenti e che, soprattutto, il militare maghrebino stringesse affari con l’Italietta, a discapito di una grande Nazione vincitrice della Seconda Guerra Mondiale, insieme a Stati Uniti e Gran Bretagna.
***
E fu cosi che in un bel pomeriggio del Febbraio 2011 alcuni caccia dell’aviazione francese, senza dire nulla a nessuno, si alzarono in volo per andare a bombardare la Libia così crudele da decenni, nella accondiscendenza di mezzo mondo, della violazione dei diritti umani della popolazione locale. Da quella data funesta sono passati ben sei anni e in quel deserto, così impregnato di petrolio, non solo non regna la pace, tra guerre civili in atto tra un numero non meglio precisato di tribù e Stati riconosciuti e non dall’ONU, ma sembrerebbe che prosperi anche una fiorente attività criminale organizzata, dedita al traffico di esseri umani verso la cara e vecchia Europa, così ricca e prospera e civile da poter ospitare tutti, belli e brutti. Lor Signor alla Ambrosetti dessero meno fiato alla bocca rispettando il pubblico, che consapevolmente non si reca alle urne a votarli praticando l’astinenza, piuttosto che contribuire all’elezione di soggetti oversize che, seduti quali satrapi mediorientali, fanno sfoggio di una preparazione politico-culturale che non padroneggiano. Il vero problema è che, a seguito della fine del colonialismo anglo-francese, sostituito da governi militari manipolati a piacimento dalla politica internazionale, oggi si vorrebbe “esportare la democrazia”, creando i presupposti affinché vengano eletti rappresentanti politici locali finanziati, in modo da fermare con ogni metodo, anche i più cruenti, nel silenzio della stampa internazionale, il fenomeno degenerato dell’emigrazione verso Nord da parte dei subsahariani, e, allo stesso tempo, tutelare gli interessi economici di Stati Uniti, Francia e Inghilterra, q discapito di una Italietta e di una Cina che, nel silenzio complessivo, ha comprato mezza Africa e installato enormi basi militari un po’ ovunque, al di sotto del Mediterraneo. Qualcuno diceva: “finché c’è guerra c’è speranza”, contenti loro…
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE