Maggio 2017- Pagina 14

Il maggio dei libri

Anche quest’anno la Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” aderisce alla campagna nazionale Il maggio dei libri, sostenuta dal Ministero per i Beni e le attività culturali per sottolineare il valore sociale della lettura nella crescita personale, culturale e civile.

L’iniziativa, inserita nella programmazione di Salone off, cioè il Salone del libro diffuso, che consiste nel portare libri e autori fuori dai padiglioni fieristici del Lingotto anche dopo la chiusura del Salone del libro, ha preso il via lunedì 22 maggio da piazza Castello, a Torino.

A bordo di un tram storico, che ha attraversato i luoghi più suggestivi del centro cittadino, i passeggeri hanno potuto assistere alla lettura di brani di due volumi editi da piccoli editori piemontesi – “Funky Monkey” di Stefano Garzaro (Pietro Pintore editore) e “Per tutte le stagioni” di Caterina Vitagliani (Associazione Crearte) – letti dall’attrice Patrizia Papandrea.

Il maggio dei libri, che propone una corsa giornaliera della durata di un’ora, si conclude venerdì 26 maggio. La partenza e l’arrivo del tram sono previsti da piazza Castello lato Teatro Regio. Si parte alle 16.30 con ritorno alle 17.30. La partecipazione all’iniziativa è gratuita fino ad esaurimento dei posti disponibili sul tram.

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Librolandia, 30^ edizione da record. Torino stravince su Milano: 165mila biglietti staccati

Un risultato da record: 165.746 biglietti staccati , 25.230 dei quali per le iniziative diffuse in città per il Salone off e gli altri 140.746 per i padiglioni all’interno del Lingotto. Ecco i numeri della  30/a edizione del Salone del Libro di Torino, 38 mila in più rispetto allo scorso anno, allora erano stati 127.596. “La riscossa è stata  possibile grazie a una equipe pazzesca”, dice in conferenza stampa il presidente Massimo Bray. Soddisfatto anche il direttore Nicola Lagioia,  che annuncia: “nel 2018 il Salone del Libro di Torino si svolgerà dal 10 al 14 maggio. E la rassegna si propone per gli anni a venire come laboratorio di democrazia e convivenza civile in Europa”, aggiunge. Poi un messaggio ai grandi gruppi editoriali che non sono venuti e hanno scelto Milano: “li aspettiamo davvero a braccia aperte”.

 

(foto: il Torinese)

Studenti piemontesi ad Auschwitz-Birkenau, la “fabbrica della morte” del nazismo

Un gruppo di 25 studenti – 13 ragazze e 12 ragazzi – provenienti da cinque istituti scolastici delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino parteciperanno dal 25 al 27maggio al viaggio-studio in Polonia, al campo di Auschwitz Birkenau.

Accompagnati da cinque docenti e dallo storico Flavio Febbraro, dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino, gli studenti si recheranno nel luogo simbolo della Shoah, tragico emblema del sistema concentrazionario nazista situato nelle vicinanze di Oświęcim ((in tedesco, Auschwitz), città della Polonia meridionale, a poco più di 60 chilometri da Cracovia. Nel complesso dei campi di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, venne attuata una parte impressionante del progetto di “soluzione finale della questione ebraica” – termine con il quale i nazisti indicarono lo sterminio degli ebrei.

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.” Così scrisse Primo Levi, rammentando a tutti che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. E il simbolo più conosciuto di quanto accadde è la  “fabbrica della morte” di Auschwitz, dove – soprattutto nel “vernichtungslager” (campo di sterminio) di Birkenau- Auschwitz II – persero la vita circa un milione e mezzo di persone, per la maggior parte ebrei, provenienti da diversi paesi d’Europa. Tra le vittime, quasi 150 mila polacchi, soprattutto prigionieri politici, circa 23 mila zingari e 40 mila prigionieri di guerra di varie nazionalità.

Con la visita ad Auschwitz  si concluderanno i viaggi-studio che hanno rappresentato la fase finale della 36° edizione dell’annuale progetto di storia contemporanea, promosso dal Consiglio regionale del Piemonte, tramite il suo Comitato Resistenza e Costituzione,  in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

m.tr.

I Lucani nel mondo si incontrano a Torino

Il 22 maggio ricorre la Giornata dei Lucani nel mondo, che richiama il giorno di approvazione dello Statuto regionale (22 maggio 1971). Per celebrare questo anniversario in maniera nuova e inusuale la Regione Basilicata ha scelto di venire in trasferta a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro che presenta Matera 2019 quale ospite d’onore.

L’Aula di Palazzo Lascaris ha così accolto un convegno sul tema dell’emigrazione storica italiana e lucana in particolare, seguito dall’Assemblea delle associazioni dei Lucani in Italia.

“Oggi stiamo celebrando un inno all’identità, quella realtà viva che si articola fra continuità e cambiamento e che ci riporta a una realtà passata senza il ricordo della quale non si può guardare al futuro. Il progetto per Matera 2019 dimostra che gli amministratori stanno facendo un ottimo lavoro per valorizzare le peculiarità e le ricchezze della Basilicata e noi Lucani nel mondo ci candidiamo a esserne ambasciatori nel mondo. Nella gestione dell’immigrazione per tutti noi politici oggi è indispensabile relazionarci con dignità verso coloro che lasciano la loro terra, abbiamo la responsabilità di guardare aldilà della semplice gestione della logistica, con un’ottica culturale di lungo termine”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

Il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca è intervenuto con un’ analisi sociale sul primo grande esodo migratorio nel periodo post-unitario in Italia, mentre Pierangelo Campodonico, direttore del Mu.Ma. di Genova ha effettuato una riflessione sull’emigrazione lucana attraverso il contesto storico italiano.

Sono intervenuti anche Vincenzo Laterza, presidente della Federazione delle associazioni e circoli lucani del Piemonte, Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2019, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata e un consigliere regionale della Basilicata.

A moderare i lavori del convegno è stato Luigi Scaglione, coordinatore Centro Lucani nel mondo “Nino Calice”, che ha sottolineato come il Piemonte sia stato una terra d’accoglienza che ha saputo riconoscere le capacità di molti emigrati lucani.

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Venaria, il bilancio dell’Anno Accademico dell’Unitre

L’ Università della Terza Età, nota anche come Unitre, è nata nel 1986 con volontà di rendere protagonista un’esperienza che valorizzasse la potenziale ricchezza del volontariato, attivando risorse organizzative ed umane significative,  rivolgendosi  ai cittadini non solo della terza età, ma di ogni fascia di età, promuovendo la formazione, il dialogo intergenerazionale, la crescita civile e culturale.

Queste finalità sono riportate nello statuto che definisce l’Unitre come associazione di promozione sociale, senza scopo di lucro, basata sul volontariato, a cui si può aderire senza distinzione di etnia, di religione, di condizione sociale, di convinzione politica, nel pieno rispetto dei principi di democrazia, apartiticità ed aconfessionalità .

L’Unitre è amministrata da un Consiglio Direttivo composto da 15 membri che, tra gli altri, ha l’obbligo di approvare il rendiconto annuale. Negli anni l’associazione è cresciuta sia nel numero di aderenti sia nell’offerta di corsi e laboratori.

Nel corrente anno accademico sono stati svolti 86corsi e laboratori che hanno compreso corsi di lingue, di educazione alla salute, di storia, arte e di cultura varia; i laboratori, alcuni di durata triennale, hanno riguardato maglieria, ricamo, taglio e cucito, trucco, bricolage, espressione artistica, informatica, fotografia, musica e spettacolo. Quest’anno l’Unitre ha raggiunto il ragguardevole risultato di ben 780 iscritti.

Dal 2015 l’Unitre ha sede in Via Nazario Sauro 18, nella ex Casa Omni, edificio concesso in comodato dal Comune di Venaria Reale.

L’Unitre è ormai una grande e consolidata realtà del territorio; negli anni migliaia di cittadini vi hanno trovato la possibilità di soddisfare interessi culturali pregressi  e/o di crearsene di nuovi, stimolati da un corpo docente che non solo ha passione nel proporre corsi e incontri, ma che ha anche competenze tecniche ed umane per aggregare le persone.

 

Il presidente Giuseppe Filippa ed il Consiglio Direttivo, nel promuovere l’incontro con i docenti, intendono ringraziarli per la loro costante ed apprezzata collaborazione. Attraverso le lezioni settimanali  essi  fanno sì che il patrimonio di conoscenze individuale si trasformi in bene comune, a disposizione di tutti coloro che frequentando i corsi vogliono arricchire la loro cultura, incontrare e conoscere nuove persone.

L’Unitre propone alcuni incontri di chiusura dell’anno accademico: mercoledì 24 maggio alle ore 20,45 la “Serata di chiusura dell’anno accademico 2016/17”, che si terrà  al Teatro della Concordia. Il  27 e 28 maggio la mostra degli elaborati dei corsisti in sede, Via Nazario Sauro 18 e l’apertura nuovo anno accademico, venerdì 6 ottobre 2017, con la presentazione dell’ormai famoso libretto verde col programma dei nuovi corsi. L’assessore alla Cultura, Associazionismo e Volontariato, Antonella d’Afflitto «Ringrazio i docenti per la competenza e passione con cui svolgono i corsi e accompagnano i corsisti nello splendido viaggio della conoscenza. L’Unitre è una realtà di volontariato che contribuisce a rendere migliori tutti noi, ampliando la nostra cultura, in un ambiente di armonia e condivisione. Ringrazio anche il nuovo consiglio direttivo dell’Associazione e il presidente Filippa per la collaborazione e l’impegno dimostrato nel voler rinnovare la loro proposta formativa. Si chiude un anno accademico denso di soddisfazioni, l’augurio è per un nuovo anno ancora più ricco di proposte, nel nuovo programma dei corsi, che sarà presentato al pubblico il prossimo autunno».

La Torino-Lione si avvicina: migliaia di imprese e di lavoratori occupati

Mentre all’esterno i no tav lanciavano uova sulla polizia, nelle sale dell’ Unione industriale di Torino si discuteva della realizzazione della Torino-Lione, che avverrà – è emerso dal convegno – grazie a 81 bandi di gara articolati su 12 cantieri operativi che impiegheranno  migliaia di lavoratori, diretti e indiretti, mentre gli appalti lanciati tra il 2017 e il 2019 hanno un valore di 5.5 miliardi di euro.Il convegno torinese è stato la prima tappa del roadshow europeo promosso da Telt, la società incaricata di costruire e gestire la linea ferroviaria ad alta velocità. La presentazione sotto la Mole è stata organizzata da Telt, Unione Industriale, Ance – Collegio Costruttori di Torino, Confindustria e Ance Piemonte.

Pet Therapy, ora anche per pazienti con SLA

Il primo progetto scientifico di Pet Therapy per pazienti con SLA nasce da un’idea di Mondovicino Outlet Village in collaborazione con la Fondazione Vialli e Mauro Onlus. E’ il primo progetto di Pet Therapy in grado di dare benefici fisici e psicologici ai malati affetti da SLA e malattie neuromuscolari. I risultati emersi al termine della fase sperimentale di “Confido: quattro zampe in corsia”, sviluppata dal Centro Clinico NeMO di Arenzano (Genova), verranno proposti al Congresso mondiale della Sla a Boston. L’iniziativa verrà presentata ai giornalisti

 

Mercoledì 24 Maggio – Ore 11

Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana

Via Montebello, 20/A, 10124 Torino

 

Interverranno

 

Giacomo Caramelli Direttore Marketing Mondovicino Outlet Village

Massimo Mauro Vice Presidente Fondazione Vialli e Mauro Onlus

Alberto Fontana Presidente Fondazione Serena – Centro Clinico NeMO

Manuela Vignolo Medico Fisiatria responsabile del progetto.

Centro Clinico NeMO Arenzano – Ospedale Colletta

Clotilde Trinchero PhD, Medico Veterinario, Etologa, Presidente di A.S.SE.A. ONLUS®

 

Rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male

Il problema del sovraindebitamento e delle conseguenze sociali da esso prodotte ha radici storiche   risalenti, da individuarsi, già nell’antichità classica – spiega l’Avvocato Marco Porcari del Foro di Torino – e, in   particolare, nella crisi   agraria che colpì   la Grecia nel   VI secolo a.C. . Aristotele, nella sua Costituzione degli Ateniesi, riferisce che in quel periodo Solone adottò delle misure per cancellare i debiti dei piccoli produttori agricoli che, ridotti in schiavitù a causa dell’inadempimento dei debiti, venivano   venduti e successivamente affrancati per essere reinseriti nella vita sociale di Atene come dei liberi cittadini. Il nostro legislatore, con la legge numero 3 del 2012 sul cosiddetto sovraindebitamento, sembra evocare il noto passo della preghiera che, non solo i cattolici, ma anche i laici, sicuramente conoscono: “rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione”. Inutile spiegare che la “tentazione” in cui potrebbe incorrere il soggetto sovraindebitato, consiste nello “spogliarsi” dei propri beni per non renderli aggredibili da parte dei creditori, senza tenere conto che quando uno dei creditori è il “fisco”, che vanta debiti scaduti e relative sanzioni per oltre 50 mila euro, l’operazione consistente nello “spogliarisi dei propri beni” configura il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte prevista e disciplinata dall’art.11 del d.lgs. n. 74 del 2000. La norma citata punisce chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o dell’IVA e relativi interessi e/o sanzioni amministrative per un ammontare complessivo superiore a cinquantamila euro, “aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”. Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, il reato di pericolo in esame “non presuppone come necessaria la sussistenza di una procedura di riscossione coattiva, essendo, invece, sufficiente l’idoneità, con giudizio ex ante, a rendere in tutto o in parte inefficace l’attività recuperatoria dell’Amministrazione finanziaria”; vale a dire che, ai fini dell’integrazione di questo reato non è necessario che la procedura di riscossione abbia già avuto inizio e, anzi, la configurabilità della fattispecie criminosa prescinde da (incerte e future) iscrizioni a ruolo del debito tributario, eventuali notifiche di atti impositivi e persino dalla definitiva conclusione di un’attività di verifica fiscale.

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Fatta questa doverosa premessa, sottolinea Marco Porcari come la legge definisce il “sovrandebitamento” come “una situazione di perdurante squilibrio   tra le obbligazioni assunte e il patrimonio   prontamente liquidabile per   farvi fronte, nonchè   la definitiva incapacità   del debitore di   adempiere regolarmente le proprie obbligazioni” In altre parole il “sovraindebitamento” è la situazione in cui un soggetto,   non fallibile – a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie ci cui all’art. 1delle della legge fallimentare sia   esso o meno “consumatore” ha in carico troppi debiti rispetto alle sue   possibilità di farvi   fronte con il   proprio patrimonio “prontamente liquidabile”, a cui si   aggiunge l’impossibilità per   lo stesso di   ripagare, con costanza   e regolarità, le eventuali rate all’uopo contratte. “Con la disciplina introdotta dalla legge n. 3 del 27 gennaio 2012 – spiega Marco Porcari – il legislatore   ha affrontato la   tematica delle situazioni   di sovraindebitamento non soggette né assoggettabili a procedure concorsuali   già vigenti (fallimento concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, ecc.).

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Il debitore, con l’assistenza di un legale, presenta istanza al Presidente del Tribunale di competenza per la nomina di un Professionista abilitato, che cura la proposta di accordo o il piano di rientro del debito. L’accordo può essere chiesto da tutti i soggetti di cui sopra, con la precisazione che sono previsti due tipi di procedura: quella cui ha accesso il consumatore e quella a cui hanno accesso gli altri soggetti, sempre non fallibili che consumatori non sono.

La differenza – che diversamente da quanto possa sembrare ha suscitato non poche perplessità in giurisprudenza – deve essere riferita alla natura dei debiti per i quali si chiede l’accesso alla procedura:

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1) il consumatore è colui che ha contratto debiti per esigenze personali, si pensi al soggetto che non ha mai svolto attività imprenditoriale e che si trova ad essere debitore nei confronti di altri soggetti (Banche, assicurazioni, società finanziarie) per rate non pagate o magari anche nei confronti degli enti di riscossione (per esempio Equitalia Spa per contravvenzioni stradali non pagate per anni);

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2) non è consumatore il soggetto – non fallibile, a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie di cui all’art 1 della legge fallimentare – che si trova ad essere debitore nei confronti di privati, fisco, banche, enti di riscossione per debiti contratti durante lo svolgimento dell’attività d’impresa.

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Al consumatore è riservata una corsia preferenziale; infatti allo stesso, per beneficiare dell’istituto, non occorre ottenere il consenso dei creditori affinchè il giudice approvi il piano; diversamente, per il debitore che non ha qualifica di consumatore, è richiesto il consenso del 60 % dei creditori (maggioranza che si calcola per quote di credito e non per teste).

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Le procedure, conseguentemente, sono due:

  1. a) l’accordo di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti sulla base di un piano proposto dal debitore;
  2. b) il piano del consumatore, inteso al medesimo risultato senza necessità di accordo con i creditori.

Sia la proposta di accordo di ristrutturazione dei debiti, sia il piano del consumatore non comportano necessariamente la liquidazione dell’intero patrimonio del debitore.

Per l’accesso alla procedura è necessario rivolgersi ad un legale esperto in materia, affinchè valuti preventivamente le presenza dei requisiti per presentare la domanda al giudice competente e fornire allo stesso, affinchè possa procedere ad una valutazione preventiva della sussistenza dei requisiti per l’ammissione, i seguenti dati e documenti: alcune informazioni dettagliate.

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  1. iscrizione alla CCIAA o attestazione conseguimento partita iva (non occorre per il consmatore);
  2. tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute (in particolare i debiti IVA e IRPEF differenziati dagli altri debiti);
  3. eventuali atti di disposizione di beni immobili o di bani mobili compiuti negli ultimi cinque anni;
  4. dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;
  5. elenco di tutti i beni di proprietà (immobili, mobili registrati e mobili);
  6. elenco dei creditori muniti di privilegio pegno o ipoteca;
  7. indicazione della composizione del nucleo familiare corredata del certificato dello stato di famiglia;
  8. elenco delle spese correnti necessarie al sostentamento suo e della famiglia;
  9. attività svolta da famigliari conviventi;
  10. eventuali titolari di crediti impignorabili (crediti alimentari);
  11. la proposta di accordo ai creditori e le modalità di pagamento, ed eventuali pagamenti o garanzie prestati da terze persone;
  12. eventuali limitazioni all’accesso al mercato del credito al consumo, all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico a credito e alla sottoscrizione di strumenti creditizi e finanziari”.

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“In conclusione, si comprende quanto sia apprezzabile – sottolinea Marco Porcari – la disciplina succintamente decritta,   la quale ha la finalità non solo di “rimettere” i debiti a tutti quei soggetti che in precedenza non avevano alcuna possibilità di “ripulirsi” dalla propria posizione debitoria, ma permette allo stesso tempo di evitare che gli stessi soggetti, proprio perché privi di chance, siano indotti nella tentazione di compiere atti che, come si è visto, in presenza di determinati requisiti, possono assumere conseguenze gravissime sotto il profilo non solo civilistico ma anche penale.

C’è doverosamente da chiedersi infine, in considerazione della scarsa applicazione che allo stato la disciplina sta incontrando nella prassi, se la legge sul sovraindebitamento sarà o meno in grado di “liberarci dal male !”.

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Avvocato Marco Porcari

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Nessun ritiro forzato per i Granata

I granata probabilmente mercoledì saranno alla Sisport per prepararsi  all’ultimo appuntamento della stagione, domenica allo stadio Grande Torino contro il Sassuolo. Dunque nessun ritiro forzato ad oltranza, al quale ha rinunciato, dopo averlo promesso, l’allenatore Mihailovich. Oggi riposo per il Toro dopo lo scambio di opinioni molto vivace avvenuto ieri al Marassi, dopo la sconfitta,  tra i calciatori  e il tecnico  che era davvero furioso per le’sito della partita.

Forto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net

Marino: no al divieto, per gli eletti nei comuni, di svolgere attività professionali negli altri enti locali della provincia

“Come sottolineato già dall’UNCEM e da molti comuni italiani, la previsione, inserita nel decreto legislativo 24 aprile 2017, numero 50, atta a vietare al detentore di cariche elettive comunali, qualsivoglia tipologia di incarico conferito da pubbliche amministrazioni della provincia o nell’area metropolitana di elezione, rappresenterebbe il configurarsi di una situazione insostenibile”. Ad affermarlo il Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che prosegue: “Comprendo il senso e i timori di fondo del legislatore nel prevedere tale normativa, che giunge anche dopo alcune interpretazioni, potremmo definire forzate, da parte della Corte dei Conti; ma seguire questa strada porterebbe a limitare oltremodo, soprattutto nei piccoli comuni, l’elettorato passivo, a discapito di quei professionisti, come architetti, ingegneri e geometri, che vedrebbero de facto l’impossibilità di continuare a praticare la propria professione se eletti. Non occorre dimenticare, inoltre, come già esista una normativa puntuale e precisa sull’incompatibilità rispetto alle cariche elettive, per quelle fattispecie che potrebbero creare gravi conflitti di interesse o distorsioni del sistema. Soprattutto con riferimento ai comuni sotto i 10 mila e i 30 mila abitanti – continua il Presidente Marino – si tratta di realtà nelle quali la carica elettiva è esercitata per passione e per senso del bene pubblico e in cui l’indennità, quasi simbolica, non può permettere in alcun modo l’autosostentamento. Per tali motivi – conclude Marino – mi sono impegnato perché potesse essere presentato, al testo in esame alla Camera, un emendamento correttivo della situazione: è importante che il Parlamento sia consapevole della problematica e intervenga quanto prima per apportare i dovuti correttivi”.