Di Patrizia Polliotto *
Parcheggio a pagamento, proviene da Fondi, paese in provincia di Latina, una sentenza che potrebbe rivoluzionare il rapporto degli automobilisti con il famigerato parchimetro.
Il fatto prende le mosse da un verbale di 41 euro elevato a una praticante di uno studio professionale della cittadina laziale: il motivo? Aveva lasciato l’auto in sosta a pagamento senza esporre il documento di parcheggio comprovante l’avvenuto pagamento. La protagonista del fatto, che ha citato in tribunale il comune luogo del fatto, ha spiegato ai giudici di non aver potuto pagare il ticket perché priva di monete. In più, il parchimetro non accettava nemmeno banconote, né dava possibilità di poter versare l’importo con il bancomat. Lo scorso inverno, il Giudice di Pace di Fondi, Giovanni Pesce, si è pronunciato a suo favore: si legge, nel testo della sentenza, che “in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati”. A confermare tale orientamento giurisprudenziale, vi è anche la Legge di Stabilità del 2016: essa dispone infatti che “dal primo luglio (2016) le macchinette per l’erogazione dei ticket del parcheggio siano predisposte al pagamento tramite POS. ll fine della norma è quello di incentivare i pagamenti elettronici e prevede l’estensione ai dispositivi di controllo di durata della sosta l’obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito”. Per una volta tanto, ad avere la meglio sulle amministrazioni comunali, sono stati i cittadini.
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* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori
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