Incisori olandesi del Seicento alla Sabauda

 Musei Reali 8 novembre 2016 – 17 aprile 2017

Il “secolo d’oro” delle incisioni raccontato attraverso le opere dei grandi maestri olandesi raccolte nelle collezioni della Galleria Sabauda: le acqueforti di Rembrandt, Both, Waterloo, Du Jardin, Berchem, van Ostade e altri ancora sono le protagoniste della mostra L’occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento, a cura di Giorgio Careddu, che si svolge presso i Musei Reali di Torino da martedì 8 novembre 2016 fino a domenica 26 febbraio 2017. Un’esposizione che mira a dare spazio le straordinarie collezioni dei Musei Reali, spesso poco conosciute al grande pubblico, e ora oggetto di attività di valorizzazione specifiche. L’arte olandese del Seicento è conosciuta come “il secolo d’oro” per la grandezza e l’abbondanza della produzione figurativa che accompagna l’ascesa della giovane repubblica dei Paesi Bassi settentrionali. Con il distacco dalle provincie fiamminghe dominate dalla Spagna (1585), in Olanda prende vita un mercato artistico sostenuto dal ceto borghese, per lo più dedito al commercio, intraprendente, colto e amante dell’arte. Le incisioni a stampa hanno in questo periodo un campo di diffusione molto vario: calendari, libri illustrati, vedute di città, paesi, castelli, navi, costumi, ritratti e riproduzioni di dipinti celebri, stemmi e fregi. La mostra presenta 32 fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni dei generi più diffusi, ma anche la capacità di osservazione e di descrizione attenta della realtà, ciò che un grande scienziato inglese del tempo, Robert Hooke (1635-1703) definì il frutto di “una Mano schietta e un Occhio fedele”.

Il percorso si sviluppa in quattro tappe:

 

  1. Il paesaggio: Rembrandt van Rijn e Jacob van Ruisdael

La pittura olandese del Seicento è ricca e varia nell’osservazione della realtà, domestica e accattivante nei suoi soggetti. È qui che il genere del paesaggio si afferma come visione pura, come restituzione fedele di un frammento di mondo reale, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o dalla storia. Guardando le vedute di Rembrandt, sentiamo che lo spazio rappresentato potrebbe continuare all’infinito, placidamente sereno come in un qualsiasi giorno. L’attenzione di Ruisdael si posa invece sulla descrizione degli alberi e delle nuvole, che avvolgono come onde inquiete la silente vita degli uomini.

 

  1. Scene di vita: Adriaen van Ostade

Le case e le taverne sono un soggetto molto frequente nella pittura olandese del Seicento. Lo sguardo si appunta su momenti di vita familiare, su musici o viandanti, o anche su piccole scene aneddotiche di ubriachi e di prostitute. Sempre, le piccole azioni quotidiane degli uomini si accompagnano alla descrizione accurata del mondo che li circonda, fatto di innumerevoli oggetti d’uso e anche di animali raffigurati nei loro peculiari momenti di vita, come un maiale che si abbandona al sonno nel sole.

 

  1. La campagna di Paulus Potter

Pittore di paesaggi e di animali, Potter lavorò ad Amsterdam, dove morì a soli ventinove anni. La sua opera più celebre è Il toro (1647), esposto al museo Mauritshuis dell’Aia. Un dipinto di grandi dimensioni, dove l’artista mette a frutto anni di studi e di ricognizioni intorno al mondo animale. Le sue mucche, affacciate sugli orizzonti di una placida campagna, documentano la cura dell’arte olandese per la descrizione del reale, ma suggeriscono anche un’atmosfera sognante e sospesa, una sorta emblematica meditazione sul mondo, attraverso lo sguardo delle sue creature più umili.

 

  1. Gli animali

La raffigurazione di mucche, cavalli, asini, pecore e cani costituisce un filone particolarmente apprezzato della pittura olandese del Seicento e uno dei modi con cui gli artisti documentano la varietà del creato, attenti a riportare lepeculiarità delle razze ela diversità delle posture.

 

 

La visita de L’occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento è inclusa nel biglietto dei Musei Reali.

 

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