Record per Terra Madre – Salone del Gusto, mezzo milione di visitatori in un solo giorno

gusto-58Con il sole a proprio favore, la manifestazione ha abbandonato il Lingotto per esplorare qualsiasi angolo di Torino. Il Valentino, San Salvario, i Murazzi, via Po, piazza Castello, via Roma, piazza San Carlo. Sono stati quattro giorni diversi, ricchi, pieni. E Torino era bellissima

di Giulia Ricci

Quasi un milione e mezzo di visitatori, solamente la domenica. Le stime non sono ufficiali, ma dopo una giornata al Valentino non è difficile crederci. Terra Madre Salone del Gusto, giunta oggi al suo ultimo giorno, è stato un successo.

Sapori, aromi, assaggi, sorrisi, vociare, culture diverse, gusti diversi. 800 espositori da 100 paesi, 5000 delegati di Terra madre, 128 appuntamenti. Il cibo e la sua cultura hanno letteralmente invaso la Città. Con il sole a proprio favore, la manifestazione ha abbandonato il Lingotto per esplorare qualsiasi angolo di Torino. Il Valentino, San Salvario, i Murazzi, via Po, piazza Castello, via Roma, piazza San Carlo. Sono stati quattro giorni diversi, ricchi, pieni. E Torino era bellissima.

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Tutto inizia al Valentino. Porta principale: corso Marconi. Sia a sinistra che a destra del Castello di architettura, una miriade di stand. Dal Piemonte all’Africa, dalla Lombardia all’Oceania. Qua si può assaggiare la radice di ortica, brasato di coniglio in salsa d’agave ecuadoregna, birra piccante o alla canapa, carne di manzo kobe, ostriche giganti. Ogni Paese, ogni regione, ha portato qualcosa di suo, un pezzo del proprio mondo da far conoscere all’altro. E la gente è curiosa, assaggia, sente, ascolta, compra, mangia.gustog

<E’ la prima volta che portiamo le ostriche in Italia>, racconta Barbara Rodenburg, una dei 35 pescatori olandesi del mare di Wadden, in Olanda: <Sono animali particolari, diversi dagli altri. La loro grandezza non ne modifica il gusto. Non per forza, quindi, più grande significa più buona. Anzi>. Olga Rendek, ungherese, vende salame di Mangalica, una razza di maiale con uno particolare pelo lungogusto-e e arricciato. Non mastica molto l’italiano e nemmeno l’inglese, quindi, una donna passata lì per caso, australiana di origini ungheresi, la aiuta a chiacchierare con i visitatori, per spiegare quanto il salame ci metta ad arrivare in tavola – 2 anni – e che dal grasso si fa anche un sapone dal gusto neutro. Il cibo unisce, senza tante domande.

gusto-56E poi ci sono i Murazzi, vuoti giovedì pomeriggio, pieni da venerdì notte. Un fiume di gente a mangiare street food, dal panzerotto pugliese alla focaccia ligure, bevendo birra artigianale. È sembrato di tornare ai tempi d’oro delle serate lungo il fiume. Via Po è la via del gelato, sotto il segno di Marchetti, mentre piazza Castello ospita di nuovo le regioni, come il nostro Piemonte, dove l’assessorato all’agricoltura ha dato vita alla merenda sinoira sul prato: dalle 18 è possibile sedersi su una coperta e assaggiare i prodotti tipici. Agusto57 palazzo Reale protagonisti sono i vini, con 900 etichette italiane: c’era l’imbarazzo della scelta, sotto l’egida dei vini piemontesi. E poi via Roma, anch’essa sempre carica di persone, pronte a degustare e scoprire, con 150 presidi Slow Food italiani, che offrono dalla cipolla bianca gusto-babruzzese al vin santo trentino alla sopressata napoletana. Piazzale Valdo Fusi, animata dai Maestri del Gusto, tra buon cibo e buona birra Baladin, ma anche conferenze nel nuovo centro Lavazza dell’ex Borsa Valori. E infine San Salvario, il salone nel salone, partecipante grazie all’estro e all’inventiva dei suoi abitanti: da San Salvario Emporium a Spiriti Affini, una mostra di liquori del territorio, dal Giardino Ubriaco all’Enoteca Diffusa, etichette magistrali di vini e workshop in giro per i locali.

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Il Salone è stato anche grandissimi nomi. Dal taglio del nastro del ministro Dario Franceschini all’inaugurazione ufficiale col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dagli incontri con personaggi come Giuseppe Culicchia a quelli come Giancarlo Caselli.

gusto-aUn Salone diffuso, niente biglietti d’ingresso, il rischio pioggia a preoccupare. È piaciuto, l’esperimento di Slow Food, Regione e Città ha funzionato. <L’impatto è migliore, non c’è niente da fare: è imparagonabile con la vecchia location>, ha detto Arianna, che vive in California ma ha origini torinesi. E la stessa cosa pensano gli stand. Difetti? Per alcuni la chiusura al Valentino alle 19, obbligata dalla scelta di un luogo così difficile da gestire. E poi il traffico, perché nonostante l’invito a spostarsi con i mezzi potenziati, per alcuni è difficile abbandonare la propria auto.

Oggi è l’ultimo giorno. Alcuni stand, dopo la folla di ieri, hanno dato “il tutto esaurito”, ma qualcosa da vedere, ma soprattutto da mangiare, c’è ancora. E se non l’avete fatto: ne vale la pena.

(Foto: GR / il Torinese)

 

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