Maggio 2016- Pagina 18

Alternanza Scuola Lavoro in cicloturismo al "Bosso Monti"

cicloturismoL’ Istituto Bosso Monti ha avviato un percorso di Alternanza Scuola Lavoro in cicloturismo, una realtà ormai consolidata in altri Paesi ma che fatica ad affermarsi in Italia dove si è quasi agli albori, anche se negli ultimi anni si sono visti notevoli miglioramenti. Recentemente infatti il Governo ha deliberato lo stanziamento del finanziamento per la realizzazione della ciclabile VENTO (Venezia-Torino), considerato che In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che generano un fatturato di 9 miliardi di euro. Nello specifico, siamo di fronte ad un percorso professionalizzante di formazione -lavoro svolto in collaborazione con una nota società già operante nel settore (Anemos dei fratelli Alberto e Paolo Pia). La fondazione San Paolo ha consentito inoltre la partecipazione al bando Erasmus+KA1, in virtù della vittoria del concorso Building Up 2015-2016. Le classi dell’Istituto Bosso Monti (indirizzo turistico), coordinate dal prof. Francesco Ventura, svolgeranno lezioni di pratica in bici con percorsi atti a conseguire dimestichezza nella guida del mezzo, attività in aula per lo studio e la creazione di percorsi ciclabili di carattere artistico e culturale suggeriti dalla prof. Francesca Referza, nonché approfondimenti inerenti alla meccanica e alla manutenzione della bicicletta. Il 30 Maggio, il 1-6-8 Giugno 2016 sono previste uscite in cui studenti, insegnanti e formatori, svolgeranno performance sulle piste delle colline Torinesi. Le classi seguiranno un percorso sulla pista ciclabile lungo il Po. Si delineano all’orizzonte stage di cicloturismo che vedranno gli studenti perfezionare le lingue inglese e spagnolo, secondo il metodo CLIL (Content Language Integrated Learning), approfondendo tutto ciò che riguarda il mondo della bici.

 

Giuseppe Ventura

Anche in Italia esplode il gioco del “paddle”

Una nuova disciplina sportiva nata in Messico nel 1968, a metà tra il tennis e lo squash

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Il paddle è fin dai primi colpi un gioco-divertimento perché è molto facile da imparare. Possono bastare due o tre lezioni per incominciare a giocare a livello amatoriale. E se ci si appassiona, è veloce compiere i primi passi e iniziare a confrontarsi nel circuito dei tornei italiani e magari anche internazionali. Si gioca in quattro persone (come il più conosciuto “doppio” di tennis) in un campo lungo 20 metri e largo 10 e racchiuso da quattro pareti quasi sempre in vetro e da due mezze pareti laterali in rete metallica. Le regole sono prevalentemente quelle del tennis e dello squash, per quanto riguarda l’uso delle pareti; si gioca con racchette più corte e leggermente più pesanti, ma molto maneggevoli. Le palline sono pressoché quelle del tennis. Il campo è diviso da una rete che suddivide il campo in due parti uguali.

Il paddle, inoltre, dal punto di vista economico è meno impegnativo dello squash o del tennis: realizzare un campo da gioco prevede un investimento iniziale, ma è garantita una resa prolungata per anni prima di dover intervenire per la manutenzione. Il paddle si può giocare all’aperto in ameni scenari naturali oppure indoor. In entrambi i casi chi gioca si diverte facendo neanche troppa fatica.

Ma quando e dove è nato il paddle e come è arrivato in Italia e perché solo negli ultimi anni?

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Formalmente il primo campo da paddle è nato nel 1968 in Messico, quando un noto cittadino della buona società decise di sfruttare lo spazio disponibile nella sua residenza per costruire un campo che consentisse di giocare a tennis.

Lo spazio a disposizione era tuttavia più piccolo di quello necessario per costruire un campo da tennis regolamentare ed era per di più limitato da strutture in muratura. Al fine di riuscire ad utilizzare lo spazio, venne creata un’area di gioco limitata rispetto alle dimensioni di un campo da tennis, completamente circondata da un’opportuna combinazione di pareti in cemento e rete metallica, che aveva il compito di impedire alla palla di uscire dal campo. In questo modo si era creato un campo da gioco in cui la palla era sempre in movimento, garantendo intensità e divertimento.

Dal primo “campetto” improvvisato in Messico, il paddle si è diffuso in Spagna e, durante gli anni ’80, è divenuto un vero e proprio sport espandendosi anche in altri paesi come Argentina, Francia, Stati Uniti e Brasile. Pur avendo avuto origine in Messico, è tuttavia in Spagna che il paddle si è sviluppato in maniera capillare. Ciò avvenne grazie all’iniziativa personale del principe Hohanlohe che, affascinato dalla realizzazione del suo amico messicano, fece costruire il primo campo da paddle per gli ospiti del suo sofisticato albergo di Marbella per consentire loro di giocare e di conoscere questo nuovo gioco.

Contemporaneamente ad iniziative come queste, il paddle prese piede anche negli Stati Uniti, quando alcuni turisti americani decisero di esportare tale disciplina nel loro paese ove costruirono diversi campi da gioco.

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Ad oggi i migliori giocatori sono gli spagnoli, gli argentini ed i brasiliani ed in questi paesi si annoverano già milioni di appassionati.

In Italia la Federazione Italiana Gioco Paddle (FIGP) è nata nel febbraio del 1991, grazie al contributo di alcuni amatori che volevano promuovere questo sport nel nostro paese.

A promuovere la nascita della Federazione furono alcune associazioni sportive di Bologna e dintorni e fin dall’inizio la scelta fu quella di adottare gli stessi regolamenti del CONI.

Nel maggio del 1991, il paddle venne formalmente presentato in Italia con un’esibizione presso la Fiera di Bologna fra le rappresentative di Spagna, Argentina ed Italia. “Il debutto in società” riuscì magnificamente e lo sviluppo avvenne velocemente tanto che nell’estate del 1991 si svolsero i primi due tornei ufficiali ai fini della classifica nazionale.

Nel 1994, l’Italia partecipò alla fase finale del Mondiale di paddle in Argentina ottenendo il nono posto. A livello europeo continuava a comandare la Spagna, ma l’Italia conquistò il secondo posto; nel 1996 iniziava la Coppa delle Nazioni, formula a cinque incontri tipo Davis Cup del Tennis, dove l’Italia venne inserita nel Gruppo B assieme alla Francia, agli Stati Uniti, al Messico e al Canada.

Nel 1999, presso il Waterloo Tennis in Belgio, si giocò il 3° Campionato Europeo di paddle. La squadra maschile raggiunse il terzo posto, dietro a Spagna e Francia, mentre quella femminile si qualificò quarta, dietro a Spagna, Francia e Belgio.

Nel 2001 la Nazionale italiana ottenne il miglior risultato finora raggiunto, diventando vice campione d’Europa a Sabadell in Spagna, battendo Austria, Belgio e Francia. Nel 2002 la Nazionale maschile conquistò il sesto posto assoluto nel Campionato Mondiale a squadre, disputato a Città del Messico. Nel 2003, ad Aix-en-Provence in Francia, le Nazionali maschili e femminili ottennero il terzo posto nel Campionato Europeo a squadre, mentre in Argentina al Campionato Mondiale, nel 2004, le nostre squadre confermarono le posizioni di seconda fascia (ottavo posto per la nazionale maschile e settimo per quella femminile).

Ed ancora nel 2006, quando il Mondiale di paddle si giocò a Murcia, in Spagna, l’Italia femminile si qualificò al sesto posto e l’Italia maschile ancora al nono; nel 2007, al Campionato Europeo a Siviglia, l’Italia si qualificò al terzo posto, mentre nel 2008, al Campionato Mondiale che si giocò a Calgary, in Canada, l’Italia maschile mantenne il nono posto.

L’aprile del 2008 costituisce una data fondamentale per lo sviluppo del paddle in Italia. Finalmente è stato ottenuto il riconoscimento dal CONI, attraverso l’inserimento del Settore paddle nell’ambito della Federazione Italiana Tennis (FIT).

Nonostante le tante attività e gli sforzi fatti dal 1991 ad oggi, il paddle in Italia è ancora all’inizio rispetto a paesi come Spagna, Argentina e Brasile. Ma le recenti azioni promosse dalla FIT in questi due ultimi anni hanno incominciato a dare i primi risultati: i campi da gioco sono quintuplicati e nati in molte regioni italiane ove il paddle era completamente sconosciuto, come la Sicilia o il Piemonte; il numero di giocatori e di tornei agonistici della FIT sono aumentati e organizzati strutturalmente come i tornei di tennis; e dal punto di vista della formazione, l’Istituto Superiore di Formazione “Lombardi” della FIT ha attivato i primi corsi da Istruttore di I° e II° grado di paddle.Ma forse il miglior risultato raggiunto è stata la grandissima partecipazione avvenuta quest’anno al Campionato nazionale di serie B con ben 55 squadre. Solo continuando su questa strada, risolvendo alcune sovrapposizioni tra le competizioni di tennis e quelle di paddle e dando incentivi -anche economici- per lo sviluppo e la promozione del paddle, anche in Italia potremo raggiungere i risultati agonistici già raggiunti in altri paesi. Le qualità tecniche non mancano, occorre solo aumentare il numero di competizioni e di giocatori.

Manuela Savini

 

Ikea a Torino sostiene il futuro

IKEA Italia ha presentato oggi presso il punto vendita di Torino Collegno il 10° Report di Sostenibilità, che celebra l’impegno dell’Azienda nell’ambito della responsabilità ambientale, sociale e delle risorse umane. Focus dell’incontro sono stati i risultati raggiunti dal negozio di Collegno (Torino), raccontati attraverso le voci dei suoi protagonisti e i progetti realizzati per il territorio

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La sostenibilità è diventata un tema sentito e centrale sia per le strategie di crescita delle Aziende sia nella vita quotidiana delle persone. Lo testimonia una recente indagine condotta dall’Istituto Eumetra Monterosa in collaborazione con LifeGate che fotografa la consapevolezza e l’interesse degli italiani su questi temi, soprattutto dopo EXPO Milano 2015. Dalla ricerca emerge come i 2/3 degli italiani ritengano il tema della sostenibilità come prioritario rispetto a quello della crisi economica. Inoltre, gli italiani si rivelano virtuosi nelle abitudini di ogni giorno: l’86% degli intervistati dichiara di fare sempre la raccolta differenziata, il 61% utilizza lampadine a LED nella propria abitazione e il 47% predilige prodotti provenienti dall’agricoltura biologica.

Come dimostrato dal Report di Sostenibilità, giunto ormai alla sua 10° edizione, IKEA Italia da anni ha sviluppato strategie di sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto derivante dai processi produttivi e dare vita ad un circolo virtuoso e duraturo, in grado di generare anche valore economico.

 
IKEA TORINO PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

Energia  Nello store Torino Collegno, in cui sono stati istallati impianti di produzione fotovoltaica per un totale di 8.200 pannelli, la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili ha raggiunto nel 2015 quota 98%, con un indice di Efficienza Energetica pari a 123 kWh/m2. Inoltre, il consumo di acqua è stato ridotto a 1 litro per visitatore (erano 2 litri nel 2014).

Rifiuti: riuso e riciclo – Nel 2015 il punto vendita di IKEA Torino ha raggiunto quota 80% di raccolta differenziata (dal 78% nel 2014). Attraverso l’azione del Reparto Recovery dello Store, il rapporto tra rifiuto evitato e merce riparata si attesta invece su una percentuale del 57,2%.

Legno e cotone, le materie prime fondamentali per IKEA Italia – Nel 2015 oltre il 50% del legno utilizzato proviene da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council, lo standard internazionale che garantisce la corretta gestione forestale). Nello scorso anno è stata raggiunta quota 100% di cotone proveniente da fonti più sostenibili: un risultato reso possibile dalla partnership con WWF e l’adesione alla BCI (Better Cotton Initiative).

Mobilità – Per incentivare una mobilità a impatto ridotto, il negozio IKEA Torino mette a disposizione di clienti e dipendenti colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, che nel 2015 hanno registrato 190 ricariche. Inoltre, tutti i dipendenti possono usufruire del Bonus Mobilità, con sconti per l’utilizzo dei mezzi pubblici e incentivi per l’acquisto di veicoli sostenibili.

Food – Nei negozi IKEA Italia, e quindi anche a Collegno, il 25% del cibo acquistato è costituito daprodotti biologici certificati ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale), il più importante ente italiano di certificazione biologica. 

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IKEA TORINO PER IL SOCIALE

Nel corso del 2015 IKEA Torino ha sostenuto numerose iniziative di solidarietà, dando il proprio contributo sia attraverso campagne di raccolta fondi sia mettendo a disposizione il proprio know how e i propri prodotti.

IKEA Torino ha sviluppato progetti autonomi legati al sostegno di realtà locali, fortemente legate al territorio. Una particolare attenzione è stata dedicata dallo store a progetti legati alla tutela dei minori, tramite importanti collaborazioni con Save the Children e l’Associazione ETA BETA, le cui attività mirano al reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di ragazzi con precedenti penali. Alle protezione di donne vittima di violenza è invece dedicata la partnership con l’Associazione Donne e Futuro, a cui sono stati devoluti i ricavi della raccolta fondi proveniente dalla vendita della collezione HEMTRAKT, i cui prodotti sono stati realizzati da artigiane indiane grazie al supporto di IKEA.

Il negozio torinese ha inoltre avviato, in collaborazione con il Comune di Collegno, il progetto Learn&Earn rivolto all’inserimento di giovani provenienti da famiglie in difficoltà nel mondo del lavoro.

Il punto vendita ha, inoltre, aderito ad alcuni importanti progetti sostenuti dall’Azienda a livello nazionale: “Illuminiamo il futuro” di Save the Children a favore dei bambini italiani in condizione di povertà, “Compostiamoci bene” donando al WWF 2€ per ogni albero di Natale restituito, “Milioni di Passi” in collaborazione con Medici senza Frontiere in sostegno ai rifugiati e infine le donazioni al F.A.I. tramite la vendita delle candeline Glimma.

RISORSE UMANE: VERA E PROPRIA RISORSA DELL’AZIENDA

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Sono 368 i collaboratori diretti del punto vendita, con una presenza femminile pari al 60% (le donne che ricoprono ruoli manageriali sono il 48%). Il 95% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato. Nel 2015 il negozio IKEA di Torino Collegno ha continuato ad investire sulla qualità delle competenze con 3.562 ore di formazione e nella crescita interna (7 avanzamenti di carriera).

 

QUALCHE NUMERO

 

Nel 2015, sono stati 2.999.074 i visitatori di IKEA Torino, mentre sono 38.334 i soci di IKEA Family e 5.581 quelli di IKEA Business.

 

CICLABILE PIAZZA BERNINI –PIAZZA STATUTO: LA PAURA CORRE SULLA PISTA

ciclabile biciTorino e la sua amministrazione si vantano di avere una rete ciclabile invidiata in tutta Italia. Oltre 100 km di piste si snodano nella nostra città rendendola una delle più attrezzate dell’’ intero scenario nazionale

Ma questa medaglia appuntata al petto di una amministrazione, che mai si dimentica di ricordarci quanto dovrebbero essere felici i ciclisti torinesi, è d’’oro, d’’argento o di legno? Partiamo da questa premessa che più che altro è un dato di fatto: è vero, le piste ci sono! Ma è anche vero che chi le ha progettate o non è mai andato in bici in vita sua oppure, se ci è andato, era nel momento della pianificazione della rete sotto l’’effetto di qualche sostanza psicotropa o alcolica. Da cosa si può dire che una pista ciclabile sia ben fatta? Direi dalla sua sicurezza e manutenzione, innanzitutto, poi dalla sua ubicazione rispetto alla strada, infine dalla speranza in una partenza e in un arrivo senza sorprese, il che vuol dire, per esempio, che la pista non si interrompa in un punto morto senza preavviso.

Ecco, se cercate una pista che non rispetta nessuno di questi tre parametri potete percorrere il tratto che va da Piazza Bernini a Piazza Statuto. E sì che potenzialmente era quella che avrebbe potuto dare maggiori soddisfazioni ai ciclisti, visto che è stata costruita ex novo durante la risistemazione di corso Francia alla vigilia delle Olimpiadi 2006, ma, quando si affida la progettazione a qualcuno la cui unica esperienza di biciclette è quella con le rotelle alla età di tre anni, non si può chiedere di più.

Ma veniamo a noi. La pista inizia in Piazza Bernini in direzione Piazza Statuto e subito notiamo l’’obbrobrio: pista ciclabile incastrata tra il marciapiede, molto largo, e il controviale, molto stretto. La cosa potrebbe ancora essere accettabile se: 1) il marciapiede fosse un marciapiede e non una autostrada 2) la pista ciclabile non fosse metà del marciapiede 3) se la pista ciclabile fosse separata dal controviale da dei “funghi” o da un rialzo 4) se il controviale non avesse le stesse dimensioni del marciapiede e non fosse delimitato a sinistra dal parcheggio a lisca di pesce nel viale alberato.

Qual è l’’effetto combinato di questa schifezza? Basta che una sola automobile sosti non negli spazi adibiti, ma lungo il viale alberato, che si scatena un effetto domino di una pericolosità infinita; la pista ciclabile, non separata dal controviale, viene invasa dalle automobili mentre i ciclisti, per non venire investiti, devono spostarsi sul marciapiede rischiando di stamparsi contro i pedoni. Ma non basta! Se un automobilista dal controviale gira a destra in una delle vie traverse rischia di tagliare la strada al povero ciclista, che immancabilmente diventerà cosa sola con la portiera del veicolo. La mancanza di divisori tra la strada e la pista trasforma poi la pista stessa in un parcheggio di riserva per gli automobilisti più cafoni e indisciplinati; per avere una testimonianza diretta basta passare di sera all’’inizio della pista in piazza statuto direzione piazza Bernini, in prossimità del bar. Non di rado troverete parcheggiate macchine della Polizia e dei Carabinieri più intenti a prendersi il caffè che a dare multe.

Ammettendo che durante il km di pista tra le due piazze non vi sia capitato nulla, partendo da Piazza Statuto arriverete in piazza Bernini di fronte al benzinaio e magicamente vi ritroverete nel nulla ciclabile cosmico: non solo la pista si interrompera’, ma non capirete neppure se siete in contromano o nel senso di marcia corretto. Scrive Mauro Perrini: ”Il paradiso in terra non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque”. Io mi accontento di molto meno, mi accontento di arrivare a casa!

 

Paolo Zuliani

Picchiava la moglie davanti alla bambina, arrestato

donne violenza 2Le faceva subire aggressioni fisiche di continuo, anche durante la gravidanza. La drammatica situazione durava ormai da mesi ,  quando la donna si è decisa e ha chiamato i Carabinieri. Il marito violento è un operaio romeno di 34 anni, ed è stato arrestato. Le percosse avvenivano  anche davanti alla figlia piccola, nel quartiere Santa Rita. L’arresto è scattato con l’accusa di maltrattamenti. La moglie percossa ha raccontato che le violenze duravano da sei mesi.

Appunti sulla campagna elettorale

manifesti elezioniSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Tutti i commenti si sono concentrati sulla quantità di candidati a Sindaco e sui 9000 candidati. Aggiungo un altro elemento : più di 21000 hanno firmato per presentare le liste, un bel numero per la politica di questa città.  I partiti sono oramai dei comitati elettorali con tosettopochissimi iscritti ed il numero ha un valore positivo? Purtroppo no, visto che la maggioranza delle liste sono state concepite come liste di disturbo diretto ed indiretto, e la maggioranza delle firme sono state raccolte sulla base di rapporti d’amicizia e di conoscenza che, diciamola così, non sono una solida base politica. Qui la partecipazione democratica, purtroppo, non c’entra nulla. Sondaggi. Diversi e mutevoli settimanalmente. Alcuni si sono affrettati nel considerarli non attendibili. Numeri molto ballerini. Eppure hanno alcuni elementi comuni che come tali ( essendo comuni ) mi paiono credibili. Il primo, che la partita politica è aperta tra Fassino, Airaudo ed Appendino. Secondo: che al primo turno si contenderanno l’ottanta per cento dei consensi, lasciando il rimanente agli altri destinati ad essere marginali nel risultato e nel gioco politico. Terzo: dopo due elezioni “bulgare” si ritornerebbe nella nostra città al ballottaggio. Ipotizzo “vasi comunicanti” tra i diversi schieramenti per gestire il dopo. Sicuramente il dopo dipenderà dalle alchimie dei voti e delle percentuali, l’assetto politico delle possibili giunte. Altra considerazione. Personalizzazione al massimo, con una identificazione tra ciò che viene proposto ed il candidato a Sindaco. Fassino continuità e rinnovamento ; radicale rottura con il passato proposta da Airaudo ed Appendino. Con ( grazie anche alle divisioni) un centrodestra in stato confusionale. Come si svolge il contatto con gli elettori? Sempre nell’assoluto e diretto incontro con i Candidati, ripreso e riproposto via web. E i 9000 candidati? Personalmente ho solo visto i soliti noti, deduco che anche la maggioranza di chi ha accettato con propria firma ha fatto un piacere a qualcuno. Sicuramente la situazione è in movimento, ma mi sembra che la strada sia tracciata.

Lettura breve elogio, storia di un'opera

elogio veronesiDa un libro di Mario De Maglie nasce un dipinto di introspezione e sospensione di Stefano Veronesi
 
 

Dalla collaborazione tra l’artista Stefano Veronesi e lo scrittore Mario De Maglie è nata un’opera densa di significati metaforico dal titolo ” Lettura breve elogio. Storia di un’opera”. Dal dipinto di Stefano Veronesi emerge, quasi fuoriesce, il libro di De Maglie, il cui cuore contiene un elogio della lettura. L’artista non ha dipinto con il pennello ma con la “penna piuma”, una penna d’oro che, al termine della realizzazione dell’opera, è entrata a far parte dell’opera stessa, secondo un ben noto principio araldico della mise en abyme.

Secondo Mario De Maglie, psicoterapeuta attivo presso il Centro CAM (Centro di aiuto agli uomini maltrattanti) di Firenze, e autore di numerosi articoli di cultura e relazioni umane per il Fatto Quotidiano, esiste uno spazio compreso tra le mani e gli occhi, il luogo in cui avviene la lettura. Si tratta di uno spazio reale ma dai confini astratti, che vengono dati e non dati al tempo stesso, un luogo la cui immobilità è scossa da movimenti impercettibili dell’animo che si accosta alla lettura. In questo luogo dal semplice inchiostro su carta carta vengono partoriti pensieri e emozioni, poi accolti in quella relazione unica e profonda che si instaura tra lettore e libro. Il coinvolgimento del primo implica energia, azione e passione, che sono caratteristiche capaci di rendere questo spazio magico e che trovano nell’opera di Stefano Veronesi la loro traduzione perfetta nel mondo della sospensione e dell’introspezione.

 

Mara Martellotta

A scuola di risparmio energetico

ENERGIA PULITACittadini, amministratori di condominio, imprese e progettisti sono i destinatari di un interessante mini ciclo di incontri sul risparmio energetico organizzato dai Comuni di Gassino, Leinì e Caselle, dall’Unione Net e dal Patto dei sindaci. Dopo quello inaugurale di Caselle, giovedì 12 maggio l’appuntamento è, alle 20.30, nella sala consiliare di Leinì su “Efficienza energetica uguale competitività. Strumenti ed incentivi alle imprese”. Intervengono il sindaco Gabriella Leone, Marco Crotti di Progeca e Stefano Grandi di Finpiemonte. La presentazione è a cura di Sportello Energia Sat. Il terzo ed ultimo incontro è previsto il 19 maggio nella sala consiliare di Gassino.

 

Massimo Iaretti

Scheda elettorale: apre "SiAmo Torino", chiude Sel-Si di Airaudo

elezioni-comunali-schedaGuglielmo del Pero, candidato  sindaco della lista civica SiAmo Torino, è il primo nominativo che gli elettori torinesi troveranno sulla scheda (azzurra) alle elezioni comunali del 5 giugno. Così ha deciso il sorteggio effettuato dalla commissione elettorale. Il primo cittadino uscente Piero Fassino si troverà nella scheda elettorale al sesto posto. Chiara Appendino candidata del Movimento 5 Stelle  è undicesima proprio vicino al candidato sindaco Gianluca Noccetti, sostenuto dalle liste civetta , come il Movimento No Euro Lista del Grillo, contestato dai grillini, che fanno capo a Renzo Rabellino. Nel centrodestra, il primo nome a comparire è quello di Alberto Morano, in quinta posizione. Osvaldo Napoli viene dopo il primo cittadino uscente, al settimo posto. Chiude la lista Giorgio Airaudo, candidato di Sel-Si.

Boom Salone del Libro: 1200 eventi tra controlli di polizia e biglietti scontati

salone 13Il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, accompagnato dal sindaco Fassino e dal presidente della Regione Chiamparino ha tagliato il nastro del 29/o Salone del Libro. Oltre 1.200 eventi e o mille editori per questa 29a edizione della manifestazione. Il programma è stato presentato nella  Sala Gialla del Lingotto dal presidente e dal direttore della Fiera Giovanna Milella ed Ernesto Ferrero. “Questa è una fabbrica di cultura soprattutto per i giovani – ha detto Ferrero – che vuole contribuire a trovare gli strumenti per superare la crisi di civiltà che stiamo vivendo”. Accurati controlli della polizia all’ingresso del Salone con metal detector e nessuna possibilità di entrare o uscire dalla sede espositiva senza la vidimazione dei pass, anche per espositori e addetti ai lavori. Dopo le 18 riduzione del prezzo del biglietto a 5 euro..salone 12

Il Salone internazionale del Libro di Torino  nella serata inaugurale di mercoledì ha illuminato la Mole Antonelliana con il blu delle pagine di Visioni, l’opera di Mimmo Paladino simbolo  dell’edizione 2016. E’ stata anche la prima volta con il collegamento  in diretta Eurovisione su Rai5 ed Euroradio su Radio3 del concerto straordinario dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta dall’americano James Conlon e con le letture shakespeariane di Massimo Popolizio che hanno dato il benvenuto al più prestigioso evento italiano dedicato ai libri. E’ stata una serata dedicata ai giovani, agli editori e agenti letterari provenienti da tutto il mondo, agli scrittori e relatori, ai musicisti.  Il direttore editoriale Ernesto Ferrero e la presidente Giovanna Milella sono fiduciosi nel successo di questa edizione. Giovedì  inaugurazione con il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini che sarà trasmessa per la prima volta in diretta streaming mondiale con gli Istituti Italiani di Cultura.

(Foto: il Torinese)