L’esponente del governo è “molto ottimista” per quanto riguarda la soluzione degli ostacoli burocratici. Fassino ipotizza il cantiere al via nel 2017
Sono priorità il prolungamento della linea 1 della metropolitana e il
progetto più strutturale della linea 2: lo afferma il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, oggi a Torino per visionare i lavori del passante. L’esponente del
governo è “molto ottimista” per quanto riguarda la soluzione degli ostacoli burocratici: “un piano di sviluppo, inserito nel Def, prevede il potenziamento della rete tranviaria e delle metropolitane -ha detto – e c’è piena collaborazione e sintonia con le amministrazioni locali. Il sindaco Piero Fassino ha intanto annunciato che ipotizza l’avvio del cantiere della linea 2 entro il 2017 e che il passante ferroviario sarà aperto entro fine maggio. Il proseguimento del passante da piazza Baldissera a corso Grosseto sarà finanziato dal Comune grazie ai fondi inseriti a bilancio e ottenuti dai ribassi di gara.
(Foto: il Torinese)
La manifestazione aderisce al progetto Smart Tree del Comune di Torino. In collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente verranno messi a dimora trenta alberi necessari alla realizzazione di un boschetto
fiera in cui le fumetterie della città non partecipano, e in cui il numero di editori presenti – contando solo gli editori, e non le associazioni culturali che fanno libri – non supera le cinque unità. Quindi, che senso ha che una fiera con la parola “Comics” nel proprio nome non abbia quasi più nulla di fumetto? Per non parlare degli ospiti – qualche nome interessante e altisonante, senza dubbio, ma perlopiù “sempre i soliti nomi”, che vengono a Torino Comics da anni –, e dell’aspetto culturale – in minima parte presente nelle edizioni passate – che quest’anno ha definitivamente abbandonato la manifestazione. Fiere come il Napoli Comicon, che si è imposta in Italia, e ha raggiunto una notorietà a livello internazionale, sono riuscite a trovare il giusto equilibrio tra “commerciale” e “culturale”: non è semplice raggiungere questo obiettivo, ma l’impressione è che a Torino non ci si provi nemmeno. Molto da dire ci sarebbe anche sulla disposizione degli spazi, senza alcuna attinenza merceologica: editori di fianco a spadai, fumetterie di fianco a stand di dolciumi, e così via… In questi tre giorni, l’Oval Lingotto era animato e frequentato da tantissime persone, ragazzi, bambini, adulti, ma sembrava il padiglione “non fumetti” di una fiera; come se, solo attraversando una “porta”, si riuscisse a raggiungere la parte “Comics”; una porta che, però, non c’era. Tirando le somme: se si guardano le presenze, la fiera è promossa a pieni voti; se si guarda all’aspetto culturale, invece, c’è del lavoro da fare. Ammesso che ci sia la volontà, ovviamente.
Menti che si confrontano, saperi che interagiscono, idee che s’intersecano. Ma in ambiti solo in apparenza diversa. Perché la creatività, l’arte di raccontarla, il gesto sono parte integrante di più arti. Da questa premessa, che è consapevolezza, sono nati gli incontri 

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Un servizio che consentirà di evitare code e telefonate
Così, in “Scherzo”, Augusto Mazzetti, guardando le abitazioni scriveva “
ha risospinti verso l’Isola trapuntata di luci”. La piazza di Orta non ha mai perduto quel fascino intrigante descritto da Mazzetti e le “anime” – in quel racconto – scendono dal camposanto, collocato a mezza costa sul promontorio di Orta, approssimativamente a metà percorso tra il centro storico ed il Sacro Monte. Da lì, oltrepassata la cancellata barocca in ferro battuto dell’ingresso del cimitero, a fianco di una delle più antiche chiese del lago, quella di S. Quirico, s’intravede lo specchio d’acqua che ispirò Mazzetti e tanti altri. E in fondo, l’isola, che Gianni Rodari così descrisse :“L’isola di San Giulio sembra fatta tutta a mano, come un gioco di costruzioni. Metro per metro, secolo dopo secolo, dandosi il cambio, uomini ed altri uomini le hanno donato forma con il loro lavoro. Se si vede verde, la natura non c’entra: sono i giardini delle ville. Non si vedono rocce, ma pietre, mattoni, vetrate, colonne, tetti. L’insieme è compatto come i pezzi di un rompicapo. Di sera le differenze di colori scompaiono, i profili si fondono, l’isola sembra un monumento in un sol blocco di pietra nera a guardia dell’acqua cupa. Da qualche finestra invisibile parte un raggio di luce, come un cordone gettato per tenere legata l’isola alla terraferma”.