"Sulla scena del crimine", l'approccio scientifico alla fotografia

crimine fotoTre mostre ospitate tra cui una personale di Antonio Ottomanelli e scatti di Lise Sarfati

“Sulla scena del crimine.  La prova dell’immagine dalla  Sindone ai droni” è il titolo dell’esposizione che inaugura il denso cartellone di novità delle attività di Camera per il 2016, dopo la sua apertura, lo scorso autunno, con la personale di Boris Mikhailov.La mostra, curata da Diana Dufour, analizza la storia della fotografia forense e presenta un corpus di opere che coprono più di un secolo,  dalle prime immagini entrate nelle aule di un tribunale alle fotografie satellitari utilizzate dalle organizzazioni per i diritti umani per denunciare l’uccisione di civili, come nel caso dell’attacco da parte dei droni.

Camera ha selezionato undici casi-studio per illustrare l’approccio scientifico alla fotografia, in grado di renderla un indispensabile strumento giudiziario. Le immagini forti e a tratti violente dell’esposizione,  ospitata fino al 1 maggio prossimo presso il Centro Italiano per la fotografia, in via delle Rosine 18, sono il frutto di tre anni di indagini e studio presso gli archivi della polizia. La mostra invita a indagare le eventuali diversità presenti tra la fotografia artistica e quella forense. Se a entrambe è richiesto di fermare l’attimo rendendolo immortale, nel caso di quella forense la fotografia dovrebbe anche divenire un occhio infallibile per documentare la realtà. Di notevole interesse il video che ripropone immagini tratte dal film “Nazi Concentration camp”, sulla scoperta dei campi di concentramento da parte dei soldati alleati, riprese dai cameramen su ordine del generale Eisenhower,  seguendo un preciso set di istruzioni, in modo tale che potessero fornire un puntuale resoconto dello stato delle vittime e delle circostanze della loro morte. Tale documento fu mostrato al processo di Norimberga,  dove l’assetto classico dell’aula del tribunale fu rivoluzionato mettendo uno schermo in posizione centrale. I criminali furono così posti faccia a faccia con la loro infamia.

All’interno della Project Room è stata poi inaugurata la mostra intitolata “Oh Man” di Lise Sarfati, curata da Francesca Zanot,  e dedicata a questa fotografa francese formatasi a Parigi,  alla Sorbona, che ha realizzato una serie di scatti nella downtown di Los Angeles tra il 2012 e il 2013. Questa esposizione rimarrà aperta fino al 13 marzo, come quella dal titolo ” Kabul + Baghdad”, dedicata agli scatti del fotografo italiano Antonio Ottomanelli,  realizzati sul campo di scenari cruciali come Afganistan e Iraq.

A marzo seguirà una mostra di scatti dedicati all’architetto Carlo Mollino, che ha firmato il progetto del teatro Regio di Torino, e di cui per la prima volta saranno esposte fotografie scattate durante i suoi numerosi viaggi. Seguirà poi un’esposizione su Edward Weston e il minimalismo americano, vale a dire un’indagine sulle contaminazioni tra arte contemporanea e fotografia. In autunno è in programma una rassegna fotografica sugli archivi dell’Eni.

 

Mara Martellotta

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