"I RAGAZZI DI VITA" NELLA MIRABILE INTERPRETAZIONE DI VITTORIO SGARBI

sgarbiVIDEO DI TOMMASO AROSIO. VIOLINO DI VALENTINO CORVINO

 

Una lezione- spettacolo di un grande affabulatore : ha incantato il pubblico sul ‘600 infiorando la sua performance con graffianti excursus sull’attualità . Tema conduttore della serata: Caravaggio come Pasolini : un parallelismo tra due artisti che hanno condiviso grande sensibilità e intuizioni, interpreti di una diversità come sinonimo di unicità. In apertura sono state proiettate le immagini del corpo di Pasolini orrendamente straziato, commentate dalle vibranti parole di Alberto Moravia, profondamente scosso dall’accaduto.

 

“ Pasolini è la figura attraverso cui meglio si può capire il Caravaggio. Le loro storie si intrecciano nelle ricerche del critico d’arte Roberto Longhi, che ebbe come allievo lo stesso Pasolini e per primo fece riscoprire il Merisi a metà del ‘900 dopo tre secoli di oblio , dedicandogli la prima grande mostra a Milano. Con Caravaggio la vita stessa diventa arte, come per Pasolini, per cui l’esistenza passa per un abisso che non santifica.”

 

Sgarbi ha sottolineato alcune somiglianze impressionanti ed inquietanti tra i ragazzi di strada e i Bacchi di Caravaggio, tra personaggi come Franco Citti e Ninetto Davoli e i volti del Merisi, volti che non sono altro che i ragazzi di vita di Pasolini. Più precisamente, il fanciullo con il canestro di frutta è Ninetto Davoli, quello di Amor omnia vincit è identico a Pelosi. Il grande pittore è una delle grandi passioni di Sgarbi. A lui ha dedicato vari lavori, dalla mostra ancora in corso al Castello di Miradolo ( fino al 10 aprile) al testo “ Dal cielo alla terra”.

 

“ Le opere del nostro – ha detto Sgarbi – sono fotografiche, è il pittore della realtà. Si può dire che abbia inventato la fotografia, della realtà coglie l’”attimo decisivo”, per dirla con Bergson. La sua arte è improntata ai valori del popolo, della lotta di classe : anticipa, cioè, paure, stupori ed emozioni novecentesche, facendone un autore contemporaneo. Contemporaneo, perchè la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito l’importanza della sua opera. Nessun artista è più vicino a noi, alle nostre paure, alle nostre emozioni di quanto non sia Caravaggio.”

Helen Alterio

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