Gli episodi in questi giorni sono stati numerosi, spesso nelle famiglie di romeni i cui ragazzi nati in Italia, a volte non conoscono la differenza tra funghi mangerecci o tossici
Il caso più eclatante è l’intervento alle Molinette eseguito dal professor Mauro Salizzoni e dalla sua equipe ( nel reparto che ha compiuto 25 anni in questi giorni), che ha salvato con un trapianto di fegato un uomo che aveva mangiato funghi velenosi, causa di un’epatite fulminante. Si tratta di un muratore romeno di 54 anni della provincia di Torino, che aveva cenato con funghi mercoledì sera. E’ molto probabile che abbia mangiato dell’amanita falloide, fungo di altissima tossicità, Il giorno dopo ha iniziato a star male, fino al ricovero all’ospedale di Ivrea. Poi è stato trasferito alle Molinette. In breve tempo, lanciato l’allarme per la ricerca di un fegato da parte di un donatore, l’organo si è reso disponibile: il fegato è arrivato la notte scorsa dall’ospedale Cardarelli di Napoli e il 54enne è stato salvato. Ma gli avvelenamenti in questi giorni sono stati numerosi, spesso nelle famiglie di romeni i cui ragazzi nati in Italia, a volte non conoscono la differenza tra funghi mangerecci o tossici. Una famiglia di origine romena di sette persone è stata avvelenata dopo il pranzo a base di risotto. Ora stanno tutti bene. Al Parco della Rimembranza, sulla collina torinese, a due passi dal Po, si trovano numerosi esemplari Amanita Phalloides: si tratta dei funghi più velenosi, e in molti casi mortali se ingeriti. Lo comunica la Polizia Municipale, anche via Twitter, che raccomanda ai frequentatori del parco di non raccoglierli e di prestare la massima attenzione al riguardo. Bisogna davvero avere molta prudenza, in passato si sono verificati casi mortali o gravi intossicazioni
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