Il "generale agosto" e l'italica abitudine delle ferie in massa

torino mole mare

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

Qualcuno ha da tempo cambiato comportamenti, ma la maggioranza persiste in un atteggiamento irrazionale.  Lavorare ad agosto sembra quasi una lesione di diritti, dimenticandosi che il diritto è alle ferie, non a farle tutti contemporaneamente

 

In questi giorni ferragostani, poveri di eventi politici locali e nazionali, ma, purtroppo, ricchi di eventi internazionali prevalentemente nefasti, mi sovviene una riflessione su un’altra delle anomalie italiane. L’Italia è l’unico paese al mondo che si ferma ad agosto.  Ai tempi delle grandi fabbriche, la fermata coincideva con un esodo biblico: il ritorno al Sud degli operai emigrati. Nel primo week-end d’agosto autostrade e treni scoppiavano e le grandi città del Nord si svuotavano.

 

Di quella stagione non resta più nulla: non esistono più le grandi fabbriche, i figli degli immigrati di allora preferiscono vacanze low-cost in luoghi più o meno esotici, non c’è più il Treno del Sole. Sopravvive solo la disastrata Salerno-Reggio Calabria. Ma sopravvive soprattutto la pessima abitudine di fare quasi tutti le vacanze ad agosto. Pochi sanno che questa abitudine costa all’incirca un punto percentuale di PIL, che deriva dalla ridotta produttività.   Questa distorsione comporta altre distorsioni: congestione agostana nelle località turistiche, a fronte di mesi semivuoti come giugno e settembre.

 

Qualcuno ha da tempo cambiato comportamenti, ma la maggioranza persiste in un atteggiamento irrazionale.  Lavorare ad agosto sembra quasi una lesione di diritti, dimenticandosi che il diritto è alle ferie, non a farle tutti contemporaneamente. Naturalmente concorrono a questo malvezzo i datori di lavoro, privati e pubblici, nonché i sindacati.  Vi sono addirittura uffici pubblici, per non parlare di luoghi di interesse turistico, che chiudono per ferie!

 

Gli stessi ritmi della politica e della P.A. sono scanditi dall’attesa delle vacanze.  Quante volte abbiamo sentito: “Ne riparliamo alla ripresa di settembre”, oppure a dicembre: “Ci rivediamo dopo le feste” ? Ovvero, al contrario, decisioni prese di corsa, nella disattenzione generale, quando tutti hanno già la valigia pronta.   Craxi suggeriva che qualsiasi decisione spinosa doveva, se possibile, esser presa a cavallo delle ferie, quando non erano pensabili reazioni efficaci. Scherzando diceva che per vincere alcune battaglie occorreva ricorrere al “generale Agosto”.

 

Insomma, accanto a grandi riforme sulla carta, questa sarebbe una grande riforma nei fatti. Nel mondo globale la vita si fa sempre più difficile per coloro che pigramente persistono nelle loro cattive abitudini.

 

(Immagine di Roberto Colotti)

 

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