Cari social, la Turchia per noi è importante

ERDOGAN

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

 

E’ probabile che in rete impazzino dibattiti sul parcheggio di corso Galileo Ferraris o sulle opposte tifoserie pro o contro l’ennesima cretinata leghista sui migranti

 

La notizia più importante non è certo quella che eccita di più i social networks. Oggi mi sembra la sconfitta elettorale di Erdogan in Turchia. Aveva preso il potere una dozzina d’anni fa, proponendosi come leader di un islamismo moderato, amico dell’Europa e della democrazia. Ha progressivamente accentuato il carattere islamico e tradizionalista, riportando la Turchia indietro di molti anni. Si è posto come possibile leader dei musulmani sunniti, arrivando a sostenere i miliziani dell’Isis pur di destabilizzare Siria e Iraq, in mano sciita. Accarezza l’idea di un nuovo impero ottomano, che, ad egemonia turca e sunnita, torni ad influenzare il sud del Mediterraneo. Riduce le libertà civili, arresta l’emancipazione femminile, mal sopporta il pluralismo di giornali e associazioni, disdegna l’eredità laica e modernizzante di Ataturk, che non è più vissuto come il padre della patria.

 

Ma sui social è probabile impazzino dibattiti sul parcheggio di corso Galileo Ferraris o le opposte tifoserie pro o contro l’ennesima cretinata leghista sui migranti.Perché le vicende turche sono importanti per noi? La Turchia è una crescente potenza economica, dispone del più numeroso e meglio addestrato esercito (a parte Israele) del Mediterraneo, fa parte della Nato ed è stato un pilastro dell’Occidente in Medio Oriente per mezzo secolo.Il suo progressivo spostamento geopolitico produce gravi danni all’Europa. I migranti da quei paesi destabilizzati e invivibili sono la più immediata conseguenza, ma ciò che temo produrrà danni durevoli è l’acquiescenza se non complicità con il Califfato Islamico.

 

Per questa spregiudicata politica Erdogan aveva bisogno di un potere sempre più forte e indiscusso. Da ciò la richiesta agli elettori della maggioranza assoluta, per poter instaurare una repubblica presidenziale. Gli elettori per ora almeno gli hanno detto di no, e hanno finalmente consentito un’ampia rappresentanza della minoranza curda, che è riuscita a superare lo sbarramento assurdamente alto del 10% ed è ora una delle forze parlamentari in gioco. In un’Italia che si dilania su questioni secondarie, questa mi sembra una buona notizia da segnalare, sempre che qualcuno ancora ritenga che le vicende internazionali siano importanti per la nostra vita interna.

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