Furti e criminalità? Tranquilli: anche nel Torinese sta per arrivare il "controllo di vicinato"

carabinieri

E’ un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine

 

Sarà San Mauro Torinese il primo comune della Città Metropolitana di Torino ad adottare il metodo del Controllo di Vicinato per prevenire furti, truffe ed altri reati attraverso un buon sistema di educazione civica. Nella seduta del prossimo 9 marzo verrà portata in discussione la mozione elaborata dal consigliere Ferdinando Raffero che negli ultimi mesi si è impegnato anima e corpo per realizzare questo progetto, con la consulenza dell’Associazione Controllo del Vicinato  ed il supporto dell’amministrazione comunale di Ugo Dallolio. Intanto il Controllo di Vicinato piemontese è salito agli onori della cronaca nazionale, con un servizio sul telegiornale di Rai 2 e sul TG3 nella giornata di sabato 28 febbraio che ha mandato in onda quanto realizzato da una troupe Rai giovedì a Casorzo, con l’intervista ad una cittadina ed al sindaco Ivana Mussa. Casorzo, piccolo centro collinare della Provincia di Asti al confine con quella di Alessandria, è stato il primo comune piemontese ad adottare questo metodo a partire dal 2013, su proposta dell’Associazione Difesa Civica Piemonte (che è collegata al Controllo di Vicinato) e che, dopo aver installato i cartelli lo scorso anno, ha visto una diminuzione dei furti in paese, grazie anche alla collaborazione dei cittadini con le istituzioni, nel segnalare movimenti sospetti.

 

Ma di che cosa si tratta? Il Controllo di vicinato, meglio conosciuto come “Neighbourhood watch” nasce negli anni Sessanta – Settanta, nei Paesi anglo – sassoni, Gran Bretagna, Stati Uniti, ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Italia inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia. “L’importatore” ed ideatore sul Patrio suolo di questo sistema è Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella (Varese) che ha via via diffuso, con altri volontari, le tecniche sino alla creazione di una associazione, che si chiama appunto Controllo di Vicinato, che ha tra i suoi coordinatori, oltre allo stesso Caccia, anche Leonardo Campanale di Rodano (Milano). Il Controllo di Vicinato, che nulla ha a che vedere con il fenomeno delle “Ronde Padane” o pattugliamenti di cittadini sul territorio o la videosorveglianza (che è una scelta dell’amministrazione comunale d’intesa con le forze dell’ordine), è un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

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