Un tema drammatico anche nel nostro Paese: i dati Istat che affermano che circa un terzo delle donne italiane (tra i 16 e i 70 anni) sono state vittime di violenze fisiche o sessuali
25 novembre – Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, numerose le iniziative a Torino. La Città ha inaugurato il ‘Giardino vittime di femminicidio’ nello spazio verde tra le vie Chambery, Cirenaica e Col di Lana della Circoscrizione 3.
Al liceo scientifico Carlo Cattaneo di via Postumia 57/60, a un isolato di distanza dal giardino stesso sono intervenuti il vice presidente del Consiglio comunale, Marta Levi, l’assessore alle Pari Opportunità, Ilda Curti, la presidente dalla Consulta femminile (che ha proposto l’intitolazione), Maria Pia Pianta, il presidente della Circoscrizione 3, Francesco Daniele, l’artista Raoul Gilioli. Ha concluso gli interventi il sindaco, Piero Fassino.
Un tema drammatico anche nel nostro Paese: i dati Istat che affermano che circa un terzo delle donne italiane (tra i 16 e i 70 anni) sono state vittime di violenze fisiche o sessuali. Anche il numero delle morti è molto elevato. Le statistiche – ha precisato Fassino – afferiscono di circa 170 uccisioni l’anno, e molto spesso nelle abitazioni.
Dopo l’inaugurazione del giardino con lo scoprimento della targa, nello spazio verde si è tenuta l’installazione-performance flash mob Pupillà 25/11 The Sacrifice a cura di Rauol Gilioli in collaborazione con gli studenti del liceo Cattaneo. Questi ultimi, posti a coppie mano nella mano, erano immobili e in silenzio, vicini a un totem sacrificale in cristallo nero, in cui in precedenza sono stati imprigionati a turno un ragazzo e una ragazza. Una giovane artista, durante la performance, ha intonato la commovente ‘Gracias a la vida’.
L’ingresso delle Molinette si è invece colorato di rosso, con musica, spettacoli e letture. Il flash davanti all’ospedale mob è stato organizzato dal Comitato unico di garanzia della Città della Salute. I partecipanti hanno sventolato un foulard rosso e, togliendo la maschera bianca che indossavano, hanno urlato in coro “No!” alla violenza sulle donne.
Mercoledì 26 novembre alle ore 16 inaugurazione della mostra a Palazzo Civico “Violate” con Lucia Andaloro. Segnaliamo inoltre che venerdi 28 novembre 2014 dalle ore 10 alle ore 16.30 nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, in Via Alfieri 15, si svolgerà un convegno, dal titolo “Memorie disperse, memorie salvate”, organizzato dall’Archivio delle Donne in Piemonte in collaborazione con la Consulta Femminile e con il sostegno finanziario del Settore Attività Culturali della Regione Piemonte.
Questo è l’ultimo di un ciclo di incontri che dal 2007 ad oggi ha toccato gli archivi e le memorie delle donne sparsi sul territorio piemontese. Motivo di questa serie di incontri è la volontà di riportare alla luce le tracce del pensiero e del vissuto femminile troppo a lungo esclusi dalle pagine della storia ufficiale, ma anche il desiderio di interrogarsi sul sistema del fare memoria. Grazie al contributo teorico delle diciassette relatrici ospiti, la giornata vuole essere un momento di sintesi e di confronto tra chi fa ricerca e chi lavora alla raccolta della documentazione inerente le donne.
IL COMUNICATO DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
“Sul fronte della violenza di genere, la situazione nel nostro paese è in pericoloso peggioramento. Sono in aumento le vittime che muoiono inascoltate, donne che avevano cercato di affrancarsi dai loro aguzzini per scampare a un destino di morte ma che non hanno trovato nella legge, nelle istituzioni, nell’organizzazione sociale il giusto approdo per avere protezione. L’inasprimento delle norme da solo non è bastato e non basterà. La repressione è spesso tardiva e sul fenomeno generale quasi sempre inutile. Dobbiamo lavorare per aiutare le vittime, certo, persuadendole a imboccare la strada della denuncia e poi rendendo questa strada sicura e possibilmente non lasciandola trasformare in un vicolo cieco: in un Paese che è all’ultimo posto nell’Ue in tema di pari opportunità, diventa infatti quasi fatale che chi subisce abbia l’impressione di non avere via di scampo, perché disoccupata e magari madre senza alcun aiuto”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, alla presenza del presidente della Giunta Sergio Chiamparino e di numerosi consiglieri di maggioranza e di minoranza, ha aperto la conferenza stampa di presentazione delle azioni messe in campo dalla Regione per contrastare e prevenire la violenza di genere.
Le iniziative, illustrate dall’assessora alle Pari opportunità Monica Cerutti,riguardano, in particolare, lo stanziamento di circa un milione di euro per assegnare finanziamenti a sostegno delle attività per le donne vittime di violenza svolte dai Centri antiviolenza e dalle case rifugio. Prevedono, anche, la modifica al regolamento attuativo della legge regionale n. 11/2008, “Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e di maltrattamenti” per ampliare la possibilità di accedere al fondo anche alle vittime minorenni, alle donne domiciliate in Piemonte e con reddito fino a sei volte il limite stabilito per l’accesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato, cioè 11.369 euro. Sono stati inoltre presentati il volumetto e il dvd “Senza più paura. Percorsi di uscita dalla violenza – Il modello Piemonte”, che illustrano le modalità d’intervento messe in atto dalla Regione per contrastare il fenomeno e l’iniziativa “Contro la violenza non sei sola”, realizzata in collaborazione con l’Associazione panificatori di Torino, per divulgare sui sacchetti per il pane il numero telefonico nazionale contro la tratta 1522.
Le consigliere Valentina Caputo (Pd) e Stefania Batzella (M5S) hanno inoltre ricordato i contenuti dell’ordine del giorno e della mozione, di cui sono rispettivamente prime firmatarie, approvate in mattinata dall’Assemblea all’unanimità.Il primo documento impegna la Giunta regionale e gli assessori competenti “ad assicurare,ogni anno, risorse finanziarie adeguate a favore delle leggi regionali contro la violenza sulle donne, garantendone così piena attuazione e continuità nel percorso già avviato; ad estendereil cosiddetto ‘Codice rosa’o ‘Percorso rosa’alle Aziende ospedaliere piemontesi, laddove se ne ravvisi l’opportunità sulla base del bacino di utenza, dei flussi e della tipologia degli utenti del servizio, prevedendo percorsi di accoglienza e presa in carico delle vittime adeguati e dotati di personale qualificato; a valutare la possibilità di istituire servizi di sportello aperti 24 ore al giorno all’interno delle strutture sanitarie, ospedaliere e socio-assistenziali presenti sul territorio regionale, gestite da operatrici esperte con il compito di fornire supporto e assistenza, psicologica e legale alle vittime di violenza; adistituzionalizzare una rete di coordinamento di tutti i soggetti operanti, ad ogni livello, in tale ambito (operatori socio-sanitari, associazioni, etc.) per garantire adeguati percorsi di assistenza; adattivare politiche efficaci di comunicazione volte a informare l’utenza interessata in merito a tutti i servizi disponibili attivi sul territorio (come ad esempio il numero nazionale dedicato 1522), anche attraverso una rete capillare che veda coinvolti sia soggetti pubblici che privati, nonché scuole e Università”. Il secondo impegna la Giunta e l’assessore competente “affinché venga predisposta l’estensione del ‘Codice rosa’ in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere del Piemonte”.
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