Ci sono le beghe comunali sulla chiusura o meno di via Roma e piazza Castello al traffico. Se vogliamo sono particolari di un quadro che, comunque, vede già tracciato il ritratto di una città che potrebbe realmente fare del proprio patrimonio storico e culturale la propria ragione di vita
Il summit dei ministri europei della Cultura alla Venaria Reale e quello successivo dei ministri del lavoro al teatro Regio, hanno messo ancora una volta in risalto le potenzialità di Torino nel campo della cultura e del turismo. Solo due giorni fa il sindaco Piero Fassino ha twittato entusiasticamente per ricordare la vasta offerta culturale della città nel weekend appena trascorso, con le Luci d’Artista, le mostre e i musei aperti. E come dargli torto? Non si tratta solo di una soddisfazione per chi – torinese o turista – ama la città, ma di una possibile risposta ai problemi della crisi economica.
Anche se il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha messo ufficialmente il veto sull’idea, ipotizzata qualche tempo fa, di portare alla Venaria la Venere di Botticelli: “Il principio generale dell’Expo è portare i visitatori dalle opere e non le opere dai visitatori. Per andare da Milano a Firenze c’è mezz’ora in treno in più che tra Milano e Torino. E’ evidente che la Venere resta agli Uffizi”. Peccato, poteva essere una buona opportunità per la città della Mole.
L’industria dell’auto ha preso il volo con Sergio Marchionne verso lidi esteri? Ebbene, Torino può (certamente tra mille difficoltà) rilanciare occupazione e fatturati grazie al proprio patrimonio artistico, museale e culturale in genere. I segnali positivi non mancano. La Reggia di Venaria ha registrato il tutto esaurito nel weekend di Ognissanti: quasi 9 mila le persone che, tra sabato e domenica hanno visitato la residenza sabauda, grazie anche al bel tempo. Un riconoscimento al nuovo percorso di visita – Teatro di Storia e Magnificenza – e alla ricca offerta espositiva di quattro mostre allestite contemporaneamente.
E che dire della mostra su Leonardo e i Tesori del Re, che espone la celeberrima Sanguigna, l’autoritratto più noto di Leonardo? Ha detto bene, sempre il sindaco: se ne potrebbe fare un’icona di Torino, un simbolo riconoscibile della nostra città in tutto il mondo, così come lo è la Mole antonelliana. Siamo poi alla vigilia di Artissima al Lingotto, mentre sono già state accese le 19 Luci d’Artista con abbinata la maratona che ha visto partecipare un mare di persone. Tra poco partiranno Paratissima, sul tema della creatività giovanile e The Others, nelle ex carceri delle Nuove.
ll programma ricchissimo di questo periodo – reso possibile dalla compartecipazione tra Città di Torino, Regione Piemonte e Fondazione per l’Arte Crt e il contributo di tutti gli enti e istituzioni operanti nel settore dell’arte contemporanea a Torino e in Piemonte – è indubbiamente prestigioso: l’8 novembre ci sarà la Notte delle Arti contemporanee, con tutti i musei e gallerie cittadine aperti, una vera festa della cultura tra mondano, didattico e commerciale. Tra i progetti di Contemporary, da sottolineare anche gli appuntamenti legati al gemellaggio “Torino incontra Berlino” tra cui, il 9 novembre al Teatro Regio la serata musicale “Nove novembre -1989 Berlino: il suono dei muri che cadono”.
Innumerevoli le mostre nei tanti musei di Torino e cintura. Oltre, a quella pensata da Maurizio Cattelan per Artissima, “One Torino” a Palazzo Cavour, “Shite and Die”, una riflessione su arte, vita e senso della morte. Alla Gam vi sono le esposizioni di Roy Lichtenstein e Cecily Brown, il Castello di Rivoli fino al 15 febbraio ppropone “2015 Sophie Calle.MadRe” e “Intenzione Manifesta. Il Disegno in tutte le sue forme”. E ancora: la Pinacoteca Agnelli fino al 22 febbraio psèiya “Martino Gamper. design is a state of mind”, Palazzo Madama la mostra fotografica di National Geographic “Women of Vision”, Palazzo Chiablese la mostra sull’Avanguardia russa.
Certo, sono molte anche le criticità. Ad incominciare dal fatto che – secondo gli ultimi dati dell’Ascom, i torinesi consumano sempre meno nell’ambito del tempo libero e spendono (di più rispetto a prima, a dire il vero) per l’essenziale, come casa e cibo. C’è da sperare che siano i turisti a portare ossigeno alle casse di negozi, bar e ristoranti. Caselle è stato penalizzato dall’abbandono di Alitalia e manca un coordinamento concreto tra le proposte turistiche delle montagne e dei territori circostanti , come Langhe e Monferrato, che andrebbero abbinate a Torino. E poi ci sono le beghe comunali sulla chiusura o meno di via Roma e piazza Castello al traffico. Se vogliamo sono particolari di un quadro che, comunque, vede già tracciato il ritratto di una città che potrebbe realmente fare del proprio patrimonio storico e culturale la propria ragione di vita.
(Foto: il Torinese)
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