Paura alluvione 20 anni dopo, il Piemonte è ancora a rischio

protezione civileLe vittime dell’alluvione del 1994 saranno commemorate in Consiglio regionale, nel corso della seduta del 4 novembre

 

Sono trascorsi vent’anni esatti dall’alluvione che mise in ginocchio la regione causando 68 vittime e danni per circa 20 mila miliardi di lire. E il fato vuole che, proprio in questo anniversario,  sia ancora  pre-allerta in tutto  Piemonte per una forte ondata di maltempo che dovrebbe iniziare il 4 novembre e proseguire per tutta la settimana. L’arpa comunica: quota neve non più bassa di 1.800 metri di altitudine. Ad oggi il “momento più critico” è previsto dall’agenzia per l’ambiente “tra martedì e mercoledì prossimi”, in paricolare nel Canavese e nelle zone di confine con la Liguria.

 

Il tragico evento del ’94  iniziò con le piogge di venerdì 4 novembre, poi precipitazioni, esondazioni, frane e smottamenti si estesero dal Cuneese all’Astigiano, all’Alessandrino e al Torinese. I bacini più colpiti furono quelli dei fiumi Tanaro, Bormida, Belbo e Po.

 

Venti anni dopo la Regione ha promosso un convegno a Torino, nei giorni scorsi, dove ’assessore all’Ambiente, programmazione territoriale e Protezione civile, Alberto Valmaggia ha sottolineato : “si è coniugato il ricordo con il fare, e questo lo si evince dalla realizzazione di un seminario non accademico, ma che nasce soprattutto come momento in cui si raccolgono i risultati di tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni. E’ ormai rilevante dare notizie concrete sulle attività che oggi si fanno sul territorio in situazione di emergenza come in quelle di prevenzione, nonché sensibilizzare la coscienza di tutti i cittadini verso l’importanza che riveste il lavoro di tutela del territorio”.

 

Il sistema di Protezione civile piemontese è articolato su un modello di sussidiarietà rispetto al territorio, ha una ampia componente di volontari, circa 15.000, professionalizzati e offre una continua formazione alle scuole per promuovere la cultura della protezione civile ed è assurto a modello per le regioni italiane. Fra le diverse tematiche affrontate nel dibattito è emersa la necessità di compiere un ulteriore salto di qualità per costruire una cultura della Protezione civile con una cittadinanza resiliente, intendendo la formazione di cittadini consapevoli, aiutandoli a diventare attori della prevenzione di Protezione civile. Pur avendo il Piemonte un modello di intervento apprezzato anche dall’Europa, si è evidenziato il lungo percorso da fare per informare la cittadinanza e creare una conoscenza collettiva anche attraverso un coinvolgimento  pesante della popolazione nelle esercitazioni.

 

Per non dimenticare il drammatico anniversario, inoltre,  il Consiglio regionale organizza una mostra fotografica che torna indietro di 20 anni, al novembre 1994, raccontando le città e i paesi duramente colpiti da un’alluvione tremenda, che fece morti e distruzioni. 

 
L’esposizione, promossa dall’Assemblea  e intitolata Un fiume di ricordi. L’alluvione del 4-5-6 novembre ‘94 nelle foto di allora, è composta da 32 pannelli che riportano le istantanee di dieci fotografi che all’epoca ritrassero direttamente quella funesta sciagura. Sono inoltre presenti 7 pannelli dedicati al territorio, con una cartografia dell’evento, curati dall’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa Piemonte).

 

Le vittime dell’alluvione del 1994 saranno commemorate in Consiglio regionale, nel corso della seduta di martedì 4 novembre, e in quell’occasione sarà presentata la mostra, allestita per la prima volta a Palazzo Lascaris. Sarà poi trasferita ad Alba dal 5 all’8 novembre e quindi ad Asti, Alessandria, Castagnole delle Lanze, Farigliano, Pino d’Asti, Ceva e Lisio.

 

 

   

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