L’assemblea “nell’ultimo anno si sta interrogando sull’etica dell’informazione e sta studiando l’adozione di piattaforme “civiche” per favorire la partecipazione dei cittadini” ha spiegato il direttore della Comunicazione istituzionale, Domenico Tomatis
“Sta finendo l’epoca dell’informazione e del giornalismo come l’abbiamo sempre conosciuta. Oggi siamo di fronte alla comunicazione senza mediazione”. Così il presidente dell’agenzia Ansa, Giulio Anselmi, ha aperto il corso di formazione per giornalisti “La comunicazione e i social media: esperienze a confronto”, organizzato il 27 ottobre dal Consiglio regionale della Lombardia con l’Ordine dei giornalisti lombardo. L’appuntamento ha visto un confronto ad ampio raggio su molteplici aspetti della comunicazione, dalla trasformazione dei giornali fino all’uso del digitale nelle Pa, aspetto sul quale il Consiglio regionale del Piemonte ha portato la propria esperienza.
“Non dobbiamo aspettarci dei giornalisti-ingegneri – ha aggiunto Anselmi – ma dei professionisti che abbiano dimestichezza con i nuovi mezzi tecnologici perché le competenze cambiano velocemente. Pubblicità, informazioni e servizi sono tutt’uno e servono per coinvolgere le persone, stiamo passando da newspaper a newsbrand”. I social media attualizzano problematiche tradizionali, come ad esempio la diffamazione a mezzo stampa, ha spiegato l’avvocato Carlo Melzi d’Eril: “Internet non è prateria senza regole, ma si applicano vecchie prassi a nuovi comportamenti. La professione giornalistica deve tenere conto di questo, spesso anche un retweet o la semplice riproposizione di un contenuto possono generare dei comportamenti sanzionabili”.
Il problema dell’“etica dell’algoritrmo” è emersa forte durante la tavola rotonda tra professionisti di testate che da tempo coniugano le diverse forme di comunicazione: Paolo Liguori (direttore TgCom24 Mediaset), Michele Mezza (giornalista Rai), Francesco del Vigo (responsabile Giornale.it). “Le piattaforme social sono programmate per assecondare determinate finalità e condizionano il modo in cui le persone si informano. È imprescindibile il rapporto tra media tradizionali e social network, i giornalisti certificano le notizie attraverso le fonti e la capacità di distinguere le notizie. Nell’epoca della dittatura dell’algoritmo il giornalista è la figura sociale per riorganizzare l’automazione della comunicazione”.
Una prima risposta è arrivata dalle amministrazioni pubbliche come il Consiglio regionale del Piemonte, che “nell’ultimo anno si sta interrogando sull’etica dell’informazione e sta studiando l’adozione di piattaforme “civiche” per favorire la partecipazione dei cittadini” ha spiegato il direttore della Comunicazione istituzionale, Domenico Tomatis. “L’Assemblea piemontese – ha proseguito – è stata pioniera nell’utilizzo dei social, in particolare Twitter, per raccontare le sedute di Consiglio e coinvolgere in un confronto disintermediato politica, mondo dell’informazione, cittadini”.
(www.cr.piemonte.it – Foto: il Torinese)
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